Cosa significa veramente voltare pagina e ricominciare? “Stringimi forte” del 2021 diretto da Mathieu Amalric è uno dei film più toccanti e intensi degli ultimi anni. Conosciuto anche con il titolo in lingua originale “Serre-moi fort” (in inglese Hold Me Tight), questo film ha conquistato il pubblico e la critica proprio per la capacità di esplorare la dimensione emotiva di una donna, Clarisse, che decide di salutare per sempre il dolore della perdita. Clarisse, però, trova una sua personale modalità per lasciarlo accadere. Il colpo di scena finale, ideato magistralmente dal regista attraverso un montaggio che potremmo definire “psicologico”, spiega tutta l’intensità del titolo stesso: Stringimi forte è una richiesta di amore e di accudimento, ma anche un messaggio di catarsi e di forte umanità. Lo trovate disponibile in streaming su Prime Video. (Continua a leggere dopo la foto).
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La trama
Clarisse viene presentata come una donna e una madre in fuga. La prima scena del film si apre con lei che, nel cuore della notte e dopo aver salutato figli e marito, chiude dientro le sue spalle la porta di casa per iniziare un viaggio, il ‘suo’ viaggio. Negli occhi della protagonista l’immagine di una serenità da ritrovare: alle prime luci dell’alba Clarisse ha già raggiunto la sua prima meta. Il mare. La trama del film alterna i momenti del viaggio in solitudine di Clarisse, alle scene di vita quotidiana della sua famiglia che prova a continuare a vivere seppur in sua assenza.“Sentiranno la mia mancanza?”, si domanda Clarisse, mentre guida, guardando l’orizzonte davanti a sè con un dolceamaro sorriso sulle labbra. “Riuscirò a essere felice senza di loro?”, ripete la donna quando nel buio della notte si ritroverà da sola a piangere in una stanza d’albergo. Ma dietro alla decisione apparentemente irrazionale di Clarisse, si nasconde una verità molto più forte, più intensa e persino più lucida. Il passato è pronto a riemergere, ma Clarisse ha trovato il modo per guardare in faccia la dolorosa realtà e scendere a patti tra ciò che avrebbe desiderato e ciò che non potrà mai più tornare come prima.
“Penserà che me ne sono andata per una settimana. Oppure per un mese, poi per tre mesi, poi per sei mesi, e poi lascerà perdere. Ma non sono io a essere andata via” –Clarisse
Info
Titolo originale: Serre-moi fort
Genere: drammatico
Paese di produzione: Francia
Anno di produzione: 2021
Regista: Mathieu Amalric
Soggetto: pièce teatrale “Je reviens de loin” di Claudine Galéa
Durata: 97 min
Cast
Vicky Krieps (Clarisse), Arieh Worthalter (Marc), Anne-Sophie Bowen-Chatet (Lucie), Sacha Ardilly (Paul), Juliette Benveniste (Lucie adolescente), Aurèle Grzesik (Paul adolescente), Aurélia Petit (ragazza della stazione di servizio)
Nota di merito del film “Stringimi forte” va senza dubbio al regista francese Mathieu Amalric. Il nostro ha debuttato dapprima come attore. Si ricorda “Comment je me suis disputé… (ma vie sexuelle)” di Arnaud Desplechin che gli è valso il Premio César per il miglior attore esordiente, ma anche il film “Lo scafandro e la farfalla” di Julian Schnabel che lo ha consacrato come professionista a livello internazionale. L’esordio come regista è avvenuto nel 1998 e poi nel 2010 con “Tournée”, ecco arrivare anche il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Per “Stringimi forte”, Mathieu Amalric ha vinto il Premio della Giuria Ecumenica e i Premi Lumières 2022 tra cui quello come Miglior Attrice a Vicky Krieps. Classe 1983, Vicky Krieps, raggiunge la notorietà internazionale con il film “Il filo nascosto” del 2017 diretto da Paul Thomas, per poi interpretare i ruoli da protagonista nel thriller “Old” di M. Night Shyamalan e “Bergman Island” di Mia Hansen-Løve.
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“Il pubblico è portato a giudicare Clarisse: “come può lasciare suo marito e i suoi figli?”. Per il pubblico è lei la colpevole. La magia delle riprese? La troupe sapeva che non era quella la verità” – Mathieu Amalric.
Il film “Stringimi forte” racconta una storia vera?
Il film non racconta una storia vera, ma possono estrapolarsi alcune temariche di riflessione molto significative, come quella sulla separazione di una madre dalla sua famiglia e l’elaborazione di un lutto. Inoltre il film è tratto dalla pièce teatrale del 2003 “Je reviens de loin” di Claudine Galéa, da cui il regista è stato particolarmente colpito. Stringimi forte infatti è la storia di “una donna che parte” o che sembra partire. La storia destrutturata di una sposa che custodisce un segreto ‘musicato’ a turno da Chopin, Debussy, Rameau, Ravel, Beethoven, Mozart, Rachmaninov. Lo ha raccontato a parole sue il regista stesso: “Laurent Ziserman, mio caro amico, voleva mettere su uno spettacolo, ma dovette poi rinunciare. Ricordo allora che una sera, forse come addio al suo progetto, mi consegnò il libro da cui intendeva trarre lo spettacolo. Era Je reviens de loin, una commedia che non conoscevo, scritta nel 2003 da Claudine Galea. L’ho letto in treno e mi sono messo a piangere, singhiozzando come un bambino. Non mi succedeva da molto tempo, ho persino dovuto nascondere il viso sotto la giacca. Poi anche le produttrici hanno letto la pièce e ne sono state conquistate, chiedendosi come avrei fatto ad affrontare l’argomento del libro che era a priori molto letterario, sensibile e poetico. E che oltretutto non era mai stato messo in scena! Questo aspetto in particolare mi è piaciuto molto, è stato come una chiamata…”.
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La recensione del film “Stringimi forte”
Per la protagonista Clarisse sembranno esistere due vite. La prima raccontata attraverso i propri ricordi, la seconda raccontata attraverso i suoi desideri e paure Al centro resiste un’unica verità: inequivocabile e straziante, che spinge alla scoperta del viaggio. Ed è vero quanto espresso dal regista: dietro al dramma di questa donna esiste per tutta la durata del film un senso di colpa che attraversa lo schermo fino a raggiungere lo spettatore. Quali sono le motivazioni che hanno spinto Clarisse ad abdicare la propria esistenza? “Sto inventando”, scriverà Clarisse sul diario durante la sosta in una stazione di servizio.“Andare in viaggio richiede tempo”, concluderà. Ed è qui che il ritmo della storia incalza e il dramma si intensifica, nonostante la presenza invadente del silenzio e la carenza di parlati e di dialogo. La storia del film si costruisce attraverso il sapiente uso del montaggio – a cura di François Gédigier- che solo alla fine restituisce al personaggio il senso di una catarsi, ma anche l’immagine di una prigione -non solo mentale- dalla quale Clarisse non potrà mai evadere.
Il film ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico. Sul Rotten Tomatoes ha ottenuto l‘86% delle recensioni positive, Tra i commenti si legge: “Hold Me Tight è una storia delicata e straziante sull’amore e sul voltare pagina”, “È un film che chiede di essere sentito e visto, piuttosto che essere studiato attentamente”. E ancora: “Dopo aver visto questa bellezza, avremo bisogno di un abbraccio gigante”.
L’idea del titolo
“Il titolo ideale era Imitation of Life (in Italia Lo specchio della vita), ma era già stato preso, mentre “Vengo da lontano” mi evocava troppo un viaggio sociologico. Una buona prassi per me, quando cerco i titoli, è ascoltare le canzoni, un po’ come Fanny Ardant ne La Signora della Porta Accanto. Ad un certo punto è arrivato il cantante Étienne Daho con il suo brano La Nage Indienne. Su quelle note avevo immaginato una scena che si svolge in un nightclub ed è proprio in quel ritornello che si dice «Stringimi forte. Se il tuo corpo si fa più leggero, potremo salvarci», che poi si trasforma in: «Stringi meno forte. Se il tuo cuore si fa più leggero, potrò salvarmi». Nella sceneggiatura «Serre moi(ns) fort» è rimasto a lungo in bilico… Ma per una volta la prima scelta ha vinto! «Serre moi fort» (letteralmente “Stringimi forte”, ndr) è finalmente arrivato sul ciak e ci è rimasto fino ad adesso” – Mathieu Amalric