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SERIAL KILLER: le 15 serie per stomaci forti da vedere assolutamente nel 2024

31/07/2024 13:34 - Ultimo aggiornamento 31/07/2024 13:39

Serial killer: le migliori serie su Netflix (2024) Siete tra coloro che riescono a rilassarsi con una serata all’insegna del brivido? Avete lo stomaco abbastanza forte? Il catalogo Netflix offre tanti titoli tra cui scegliere, ma noi abbiamo pensato di agevolarvi nel compito e selezionare alcune serie tv da vedere su Netflix nel 2024 dedicate a un serial killer. Poiché ispirate a storie vere, si tratta tecnicamente di true crime, dunque in larga parte in forma di documentario. Ora, prendete appunti prima di dedicarvi al brivido e alla suspence: ecco la nostra lista consigliata… Buona visione! (Continua a leggere dopo la foto).

serial killer netflix

Ti sei perso i titoli nuovi in uscita su Netflix questa settimana? Come sempre, sai che puoi trovare su Netflixmania i riepiloghi delle nuove uscite della settimana QUIDai anche un’occhiata al nostro elenco aggiornato delle serie tv e film del genere thriller psicologico!

Nella Los Angeles del 1985 si nasconde un diabolico serial killer e due detective faranno di tutto per arrestarlo. Si tratta di un documentario o meglio una docu-serie, originale Netflix: vicende narrate attraverso strazianti interviste di persona, avvincenti filmati d’archivio e spettacolari foto originali, questa serie in quattro parti è il racconto fedele dell’iconica e terribile storia vera ambientata a Los Angeles, e ricostruisce un quadro di vita sconvolta dal terrore, in un periodo in cui chiunque poteva essere la prossima vittima del “Night Stalker” che seminava il panico in città.

Quando un sospetto viene catturato e accusato dell’omicidio di un giornalista, il caso è considerato chiuso fino a quando un diario segreto suggerisce che altre tredici vittime e un possibile caso di cannibalismo. fossero imputabili all’uomo. Ispirata al noto caso del serial killer indiano Raja Kolander, ritenuto un cannibale e responsabile della morte di oltre 15 persone nell’Uttar Pradesh orientale, la serie è composta da due stagioni. Il racconto inizia nel 2000, quando Dhirendra Singh, un giornalista di Allahabad, scompare senza lasciare traccia. Un caso agghiacciante, a dir poco.

Uno dei generi ormai codificati nell’offerta di Netflix è la serie documentaristica, in particolare su killer e assassini. In questo caso si tratta della docu-serie con le interviste e i filmati reali, anche del processo a Jeffrey Dahmer, già al centro della serie Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer. Nelle conversazioni che danno il titolo alla miniserie documentario, il serial killer confessa i suoi mostruosi crimini durante interviste schiette, e anche le le registrazioni inedite degli interrogatori ci restituiscono uno sguardo inquietante su una mente disturbata. Jeffrey Dahmer, conosciuto anche come “il mostro di Milwaukee” o “il cannibale di Milwaukee”, che compie il suo primo omicidio ad appena 18 anni. In 13 anni, dal 1978 al 1991, Dahmer si rende colpevole dell’uccisione di ben 17 giovani ragazzi, dopo ore di violenze e di vessazioni

Per cinque anni, tra il 1975 e il 1980, gli omicidi dello “Squartatore dello Yorkshire” hanno gettato un’ombra oscura sulle vite delle donne nel Nord dell’Inghilterra. Tredici donne sono morte, e per tutti quegli anni la polizia si è data da fare per catturare il vero responsabile. Mostruosità particolarmente efferate che hanno reso noto il colpevole poi acciuffato, Peter Sutcliffe, come The Yorkshire Ripper, ovvero lo Squartatore dello Yorkshire, come detto. Martello, coltello e cacciavite le armi usate dal serial killer inglese per colpire le sue vittime, molte delle quali prostitute. La storia per anni ha fatto discutere sulle modalità cruente e particolarmente efferate del serial killer.

Ispirata ad eventi realmente accaduti, il nuovo prodotto Netflix narra, nell’arco di tre stagioni, le vicende di alcuni detenuti rinchiusi nel braccio della morte in diverse prigioni degli Stati Uniti d’America. Il risultato è un prodotto di 10 puntate, indipendenti l’una dall’altra, nel quale vengono intervistati 10 prigionieri condannati alla pena capitale. La struttura narrativa è la medesima per ogni detenuto: gli vengono poste domande sulla propria storia personale e vengono interrogati sul perché delle loro azioni. La parola viene poi ceduta ai familiari dei detenuti e delle loro vittime.

La docu-serie è dedicata a Henry Lee Lucas, che confessò oltre 600 delitti: “Il serial killer più prolifico della storia”, come è stato definito. Henry Lee Lucas è stato accusato di oltre 300 omicidi irrisolti. L’uomo ne ha confessati un centinaio, compiuti nell’arco di 8 anni, ed è stato condannato per 11 di essi. Ma, forse, non tutti gli omicidi che Lucas ha dichiarato di aver commesso sono stati opera sua e la polizia ha considerato chiusi casi che, invece, avrebbero meritato ulteriori indagini. Da questo assioma si sviluppano le vicende della produzione Netflix.

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Mindhunter è forse la serie più emozionante tra queste: il true crime sul primo cacciatore di serial killer americano. Mindhunter è in grado di mantenere alta l’attenzione dello spettatore incuriosendolo sempre di più fino alla fine degli episodi. è un crescendo di emozioni che ci spingono a riflettere sui vari aspetti degli esseri umani. La serie, che sul sito di recensioni Rotten Tomatoes registra addirittura il 97% di gradimento, prende ispirazione dal libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano (pubblicato in Italia da Tea, 2021, 224 pagine) scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
Leggi la scheda completa “Mindhunter”: la serie sui serial killer, anzi su chi li studia

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La serie Netflix incentrata su Jeffrey Dahmer è una delle serie più viste in assoluto, non solo nel genere crime. A firmarla è il genio di Ryan Murphy, sceneggiatore e ideatore di altri grandi successi come American Horror Story. In dieci episodi tratta della storia di Jeffrey Dahmer, conosciuto anche come “il mostro di Milwaukee” o “il cannibale di Milwaukee”, che compie il suo primo omicidio ad appena 18 anni. In 13 anni, dal 1978 al 1991, Dahmer si rende colpevole dell’uccisione di ben 17 giovani ragazzi, dopo ore di violenze e di vessazioni. Ad interpretare Dahmer c’è Evan Peters che con la sua interpretazione clamorosa nei panni del serial killer si è aggiudicato il Golden Globe. Il 7 ottobre, sempre su Netflix, è arrivata la docuserie su Jeffrey Dahmer “Conversazioni con un killer: il caso Dahmer”, con le interviste e filmati reali, anche del processo. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
Leggi la scheda completa “Dahmer – Mostro”, la storia vera del cannibale di Milwaukee. Per stomaci forti

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La storia di uno dei personaggi più controversi e inquietanti della cronaca nera americana viene trattata in un’altra grande produzione di Netflix, la docuserie dal titolo originale Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes: la storia del serial killer Theodore Robert Bundy, detto Ted, che terrorizzò lo stato della California tra il 1974 e il 1978 uccidendo almeno 36 giovani donne. Che cosa ci affascina tanto di questo serial killer? Sicuramente la sua facciata da bravo ragazzo e il netto contrasto con i crimini estremamente perfidi di cui si è macchiato. C’è invero chi critica la serie perché porta lo spettatore ad empatizzare con il mostro: si finisce quasi a fare il tifo per lui. La docuserie è suddivisa in quattro episodi e parte dai primissimi omicidi, fino ad arrivare al processo, con filmati d’archivio e interviste originali, con la voce dello stesso Ted che tanto all’epoca degli omicidi, quanto dopo la pubblicazione della docuserie nel 2019, divenne un vero e proprio sex symbol venerato dalle donne. Nella serie documentario di Netflix ci sono dettagli così crudi e descrizioni agghiaccianti che si consiglia di non vedere le scene da soli. Quello a cui lo spettatore assiste è un vero e proprio viaggio nell’orrore di un uomo accusato di: stupro, omicidio, rapina aggravata, evasione dal carcere, tentato omicidio, occultamento di cadavere, atti di necrofilia e mutilazioni. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Dopo il caso di Ted Bundy, la nuova docuserie Netflix propone, in tre episodi, le registrazioni inedite degli interrogatori del serial killer John Wayne Gacy, che fanno da filo conduttore nel racconto inquietante della serie di omicidi da lui compiuti durante gli anni Settanta, mentre nuove interviste con investigatori e sopravvissuti evidenziano l’orrore dei suoi delitti. Soprannominato il “Killer Clown”, ha rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33 vittime, tutte adolescenti e di sesso maschile, 29 delle quali seppellite sotto la sua abitazione o ammassate in cantina. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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La serie dal titolo originale Catching Killers, le cui 3 stagioni sono tutte su Netflix è un true crime che segue la polizia e i pubblici ministeri mentre catturano e incarcerano gli assassini più violenti del mondo. Ogni episodio presenta due storie di omicidio da tutto il mondo. La potenza macabra degli eventi qui narrati e la scelta di puntare su una narrazione antologica sono i punti di forza di questo prodotto. Mai come in questo caso, però, raccomandiamo la visione solo agli stomaci forti, pronti a esplorare il lato più oscuro della mente umana. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Un’altra (raccapricciante) storia vera. Tra l’estate del 1976 e quella del 1977, New York fu terrorizzata dagli omicidi del serial killer “il figlio di Sam“, così chiamato dal nome del fantomatico padre assetato di sangue che l’uomo diceva di dover soddisfare in due deliranti lettere rese pubbliche. Dopo un anno di ricerche, la polizia arrestò David Berkowitz, reo confesso di sei omicidi, ma un giornalista di New York, Maury Terry, continuò a indagare sulla presunta rete di satanisti di cui il killer faceva parte, sostenendo l’esistenza di più complici e di una setta potente e pericolosa. Maury Terry è morto nel 2015 a 69 anni, vittima di un infarto e della prostrazione fisica e intellettuale a cui quarant’anni di indagini sugli omicidi del Figlio di Sam l’avevano portato. Prima di morire, ha fatto in tempo ad affidare lo sterminato archivio di documenti raccolti sul caso al produttore e regista Joshua Zeman, il quale ha realizzato per Netflix la docu-serie in quattro episodi. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Ancora una docuserie su delitti agghiaccianti nella New York degli anni Settanta: uno squartatore uccide donne per soddisfare le proprie fantasie malate, eludendo la cattura. Occorre precisare che, ancora sul finire degli anni Settanta, la celeberrima Times Square non era affatto glamour e sfavillante come la conosciamo oggi, bensì “sordida, squallida, pervasa dal sesso”, come leggiamo sulla sinossi della piattaforma. La miniserie in tre episodi racconta le indagini della polizia della Grande Mela, sino all’intervento decisivo di quella del New Jersey. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Nella Taiwan degli anni Novanta, un serial killer, evidentemente disturbato e senza alcuno scrupolo, compie efferati omicidi per poi disseminare indizi e diventare a suo modo famoso (meglio: famigerato), per essere messo al centro dell’attenzione dei media e dimostrare la sua superiorità intellettuale rispetto alle forze dell’ordine di Taiwan, in preda a confusione e panico. Il processo imitativo, cui fa riferimento il titolo in inglese, è una delle molle che scattano nelle menti dei serial killer. La serie, dunque, si interroga anche sulla pericolosa influenza dei mass media sull’opinione pubblica e sulla loro capacità di manipolare ma, a loro volta, anche di essere manipolati. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Dexter Morgan, interpretato da Michael C. Hall, è un ematologo complicato e tormentato del dipartimento di polizia di Miami. Nel suo tempo libero, però, si trasforma in un serial killer, ma uccide solo gli assassini: Dexter si auto-attribuisce il compito ingrato di giustiziere, uccidendo i criminali che rimangono impuniti, per placare “l’oscuro passeggero” che vive dentro di lui. Il cast della serie include Julie BenzJennifer CarpenterErik KingLauren VélezDavid ZayasJames RemarC. S. LeeDesmond HarringtonGeoff Pierson e Aimee Garcia. La serie è stata acclamata dalla critica, ottenendo diverse nomination agli Emmy come miglior serie televisiva drammatica e un prestigioso Peabody Award nel 2008. Nel 2021, la serie è tornata con il sequel Dexter: New Blood, che ha riportato Michael C. Hall nei panni di Dexter Morgan alle prese con il figlio Harrison. Nell’ottava stagione, quella conclusiva, compare un nuovo personaggio: un nuovo arrivo per la polizia di Miami, una donna che forse sarà in grado di leggere nella mente di Dexter.