Migliori documentari true crime – Su Netflix c’è una amplissima scelta tra decine di documentari true crime. Dai misteri irrisolti ai casi più eclatanti, sono diventati una vera e propria ossessione per gli amanti dello streaming. Si tratta, dunque, di storie assolutamente vere, sovente sconcertanti: una visione forse disturbante, dunque, ma che intriga proprio per la ricostruzione delle bassezze cui può giungere l’essere umano. Ora, ecco la nostra selezione con i 18 (finora) migliori documentari true crime su Netflix.
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I 18 imperdibili documentari True Crime
The Devil on Trial – Processo al diavolo
Una possessione demoniaca, un omicidio, e un processo senza precedenti: che siate scettici o credenti, questa storia vi terrà incollati allo schermo. Nel 1981, la tranquilla cittadina di Brookfield, Connecticut, fu scossa da un evento senza precedenti: Arne Johnson, un giovane uomo accusato di omicidio, dichiarò di essere stato posseduto da un demone al momento del crimine. The Devil on Trial – Processo al diavolo ripercorre i fatti con un mix di interviste, ricostruzioni drammatiche e filmati d’archivio. Al centro del docufilm c’è il giovane David Glatzel, che avrebbe subito una possessione demoniaca, e il coinvolgimento dei celebri investigatori paranormali Ed e Lorraine Warren, i quali trasformarono il caso in un evento mediatico globale.
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Monsters: The Lyle and Erik Menéndez Story
Se Dahmer ha superato 1 miliardo di ore di visione in due mesi, con questa serie tv lo stesso ideatore e regista, Ryan Murphy ha deciso di esplorare la controversa vicenda dei fratelli Menéndez, Lyle ed Erik, condannati per l’omicidio dei loro genitori, José e Kitty, avvenuto nel 1989. La storia dei fratelli Menéndez, Lyle ed Erik, ha scosso l’America negli anni ’90, diventando uno dei casi di cronaca nera più discussi e controversi di sempre. José Menéndez, un imprenditore di successo di origine cubana, e sua moglie Kitty, furono brutalmente assassinati nella loro villa a Beverly Hills il 20 agosto 1989. Lyle ed Erik, all’epoca rispettivamente di 21 e 18 anni, furono inizialmente considerati vittime sopravvissute al crimine. Tuttavia, dopo mesi di indagini e una confessione da parte di Erik durante una seduta di psicoterapia, i due furono arrestati e successivamente processati. Durante il processo, i fratelli affermarono di aver ucciso i genitori per legittima difesa, sostenendo di essere stati vittime di abusi fisici, emotivi e sessuali da parte del padre. La confessione ha diviso l’opinione pubblica: infatti se da un lato c’era chi credeva che i fratelli avessero agito per sfuggire a un ambiente familiare terribile, dall’altro c’era chi riteneva che i Menéndez avessero orchestrato gli omicidi per ereditare la considerevole fortuna dei genitori. Dopo un processo senza verdetto nel 1993 ne arrivò un secondo nel 1996: ergastolo per omicidio di primo grado senza condizionale.
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900 giorni senza Anabel
Attraverso testimonianze esclusive e registrazioni mai ascoltate prima, il caso viene rianalizzato, offrendo una nuova prospettiva su uno dei crimini più scioccanti della storia recente, 900 giorni senza Anabel racconta la drammatica vicenda del sequestro di Anabel Segura, una giovane donna spagnola rapita nel 1993 in pieno giorno mentre faceva jogging in un quartiere di Madrid. Quello che inizialmente sembrava un caso di riscatto come tanti altri si trasforma in una lunga odissea di 900 giorni, durante i quali la famiglia e le autorità vivono tra la speranza e il terrore. La docuserie analizza non solo i dettagli dell’indagine, ma dà anche spazio a nuove prove, come registrazioni audio inedite con le voci dei rapitori, che offrono un inquietante spaccato della loro mentalità e delle dinamiche del crimine. Gli episodi esplorano le difficoltà della polizia, le conseguenze sulla famiglia Segura e l’impatto che questo caso ha avuto sull’opinione pubblica spagnola.
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MOSTRO: la storia di Jeffrey Dahmer
La serie è incentrata sulla figura di Jeffrey Dahmer, conosciuto anche come “il mostro di Milwaukee” o “il cannibale di Milwaukee”. Tutto ha inizio dall’infanzia difficile di un giovane ragazzo statunitense che, vittima di bullismo e spettatore delle violente litigate tra i genitori, compie il suo primo omicidio ad appena 18 anni. In 13 anni, dal 1978 al 1991, Dahmer si rende colpevole dell’uccisione di ben 17 giovani ragazzi, dopo ore di violenze e di vessazioni. Ad interpretare Dahmer c’è Evan Peters che con la sua interpretazione clamorosa nei panni del serial killer si è aggiudicato il Golden Globe.
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Per Elisa
Purtroppo, conosciamo tutti la tragica vicenda che ha ispirato la serie italiana: una vicenda raccapricciante, intricata e dolorosa, che ha scosso l’Italia intera ed è rimasta impressa nella memoria collettiva per la sua complessità e per il lungo percorso di ricerca della verità da parte della famiglia Claps, che non si è mai arresa. La miniserie in 6 episodi, già trasmessa su Raiuno nel 2013, segue il viaggio straziante e determinato della stessa famiglia Claps, concentrandosi in particolare su Gildo, il fratello di Elisa, e la madre Filomena. L’omicidio della sventurata Elisa Claps, come in molti ricorderanno, fu una tragica vicenda di cronaca nera – nerissima – che vide vittima una studentessa di Potenza di 16 anni. Scomparve nella sua città il 12 settembre 1993 e se ne persero le tracce per diciassette anni, fino a quando il suo cadavere venne rinvenuto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010. Naturalmente il tutto suscitò una clamorosa ondata di indignazione. Le indagini successive appurarono che la morte della giovane avvenne lo stesso giorno della sua scomparsa e identificarono l’assassino in Danilo Restivo, appartenente alla stessa famiglia del politico Franco Restivo, ventunenne all’epoca dell’omicidio; nel periodo in cui la sorte di Elisa Claps era ancora sconosciuta, egli fu giudicato colpevole anche dell’uccisione di una vicina di casa, Heather Barnett, compiuta il 12 novembre 2002 a Londra, ove si era trasferito.
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Il caso Outreau: un incubo francese
In 8 episodi la miniserie francese a taglio documentaristico mira a ripercorrere la tragedia giudiziaria avvenuta nella storia recente della Francia, gettando nuova luce sugli eventi che hanno scosso la città di Outreau nonché l’opinione pubblica mondiale nei primi anni 2000. Il caso Outreau ha infatti assunto rapidamente proporzioni nazionali non appena aperto il fascicolo di indagine sul caso di pedofilia all’interno di una famiglia del nord della Francia. Un nome tra tutti ha spiccato nel corso dell’indagine, quello del giovane giudice Burgaud, che ha iniziato a coinvolgere un numero sempre maggiore di abitanti della zona. La vicenda si è ben presto trasformata in una caotica spirale giudiziaria segnata da errori investigativi e accuse infondate; un difficile caso davanti a cui la giustizia ha anche fatto i conti con una schiacciante carenza di prove concrete e che ha mandato in frantumi le vite di molti innocenti.
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Worst Ex Ever
Composto da testimonianze avvincenti, filmati con body-cam e ricostruzioni animate, la serie rivela le storie inquietanti di relazioni mostruose del passato, con scioccanti racconti di tradimenti, violenze e inganni. Si tratta di un’indagine approfondita nei casi più inquietanti di relazioni finite male. Tradimenti, violenza, ossessioni: questa docuserie farà riflettere sulla fragilità dei legami affettivi e sulla pericolosità di alcune persone. la serie si focalizza su quattro storie vere di ex che si sono rivelati essere degli incubi viventi. Attraverso un racconto costruito con chiamate ai servizi di emergenza, interviste alle vittime e filmati originali delle forze di polizia intervenute, Worst Ex Ever esplora come rapporti un tempo pieni di amore e speranza siano degenerati in situazioni che hanno messo in pericolo la vita delle persone coinvolte.
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Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore
“Ho paura del mio coinquilino”. Poche parole per un sintesi perfetta che riassume le cinque puntate di Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore per la regia di Domini Hofmann. Lo scopo della docu-serie Netflix è quello di dimostrare quanto l’apparenza possa ingannare: truffatori violenti e spietati serial killer possono infatti nascondersi anche nell’animo di chi divide con noi la stessa casa. I cinque episodi raccontano la storia vera di Dorothea Puente, una donna a capo di una pensione per i meno fortunati, disposta a tutto pur di incassare i loro assegni. O ancora, l’omicidio dell’universitaria Maribel Ramos vittima del coinquilino K.C. Joy. Tra le quattro storie vere raccontate anche quella del truffatore Youssef Khater definito “Il maratoneta” e quella dell’ ex coinquiline di Bachman. Ogni racconto rivela una tragica e spietata fine delle vittime designati da personaggi disposti a fare di tutto, persino uccidere.
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This is the Zodiac Speaking – Lettere da un serial killer
Una famiglia in cerca di risposte condivide indizi e testimonianze inedite sul principale sospettato degli omicidi di Zodiac, il serial killer che seminò il terrore negli Stati Uniti tra gli anni Settanta e Ottanta. Nel corso dei decenni di indagini che sono stati dedicati all’ineffabile Killer dello Zodiaco, le forze dell’ordine statunitensi hanno dichiarato pubblicamente l’identità di un unico sospettato, Arthur Leigh Allen, senza mai riuscire tuttavia a produrre le prove sufficienti per poterlo accusare, men che meno per incriminarlo. Una nuova indagine, però, rivolta ancora una volta il caso come un calzino, a partire dall’intervista che il reporter di una tv locale è riuscito a fare ad Allen nei primi anni Novanta, poco prima che morisse.
Come diventare leader di una setta
Ogni episodio è dedicato al leader di una setta che negli anni ha terrorizzato in particolar modo l’America, mostrando come le realtà vengono distorte e come questi fantomatici leader spirituali riescano ad avere potere su menti alle volte troppo deboli e manipolabili, creando un vero e proprio culto personale. Ovviamente tra i più conosciuti ricordiamo Charles Manson, famoso – famigerato – non solo per essere uno dei capi di una setta, ma anche per per l’orrendo massacro di Cielo Drive, che ordinò alla sua Family e in cui venne brutalmente trucidata Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, all’ottavo mese di gravidanza.
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Biggest Heist Ever – La più grande rapina di sempre
Un documentario sull’incredibile storia della coppia nota come Bonnie e Clyde dei Bitcoin, protagonista della rapina più redditizia di tutti i tempi. Il regista Chris Smith esplora la storia dei criminali Heather “Razzlekhan” Morgan e Ilya “Dutch” Lichtenstein. Nel 2016, un attacco hacker ha colpito Bitfinex, una piattaforma di scambio di valute digitali o criptovalute con sede a Hong Kong. In un batter d’occhio, i malviventi si sono impossessati di 72 milioni di dollari in bitcoin, una somma che, con l’impennata del valore della criptovaluta, si è poi trasformata in un bottino da 4 miliardi di dollari. Il documentario segue le tracce di questa fortuna digitale, conducendo gli spettatori attraverso il labirinto del blockchain fino a una coppia di Manhattan: Ilya Lichtenstein e Heather Morgan.
Get Gotti
Quando il 16 Dicembre del 1985 Paul Castellano, il boss della famiglia Gambino, viene freddato su di un marciapiede di Manhattan insieme al suo Vice, Tommy Bilotti, appare a tutti chiaro come il mandante sia un altro membro della famiglia, John Gotti. In un mondo che cambia rapidamente Gotti sembra rappresentare il futuro della nuova Cosa nostra d’Oltreoceano: abile comunicatore, più disinibito del predecessore in merito alla diversificazione degli affari, senza vincoli legati alla tradizione e capace di riscuotere un crescente successo nell’opinione pubblica. Fino a quando non è stato “incastrato”, arrestato e processato. Questo documentario ricostruisce l’intera storia.
American Murder: il caso Laci Peterson
Si parte dalla scomparsa di Laci Rocha, moglie di Scott Peterson, una donna prossima al parto, sparita la vigilia di Natale del 2002 dalla propria casa di Modesto in California e che sembrava svanita nel nulla. L’anno successivo i suoi resti e quelli di suo figlio non ancora nato – che la coppia aveva programmato di nominare Conner – furono scoperti sulle coste della baia di San Francisco; in seguito, Scott fu arrestato e accusato di due capi d’accusa di omicidio. Nel 2004, Scott è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di primo grado di Laci e dell’omicidio di secondo grado del bimbo. Tra filmati d’archivio, ricostruzioni e testimonianze, la docuserie propone anche un’intervista con la mamma di Laci, Sharon Rocha. Come si legge su People Magazine, Rocha ha raccontato di come si sentì quando Scott e sua figlia iniziarono a frequentarsi e di quell’intuito, tipicamente femminile e materno, che in qualche modo presagiva che lui non fosse l’uomo adatto per la figlia. Purtroppo, il rimpianto di non aver impedito il matrimonio la tormenta ancora.
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Cold Case: chi ha ucciso JonBenét Ramsey
Il 26 dicembre del 1996 i genitori di JonBenét Patricia Ramsey, mini-reginetta di bellezza di soli 6 anni, si accorsero che era scomparsa. Di lei non rimaneva altro che una richiesta di riscatto trovata al piano di sotto dell’abitazione. Lo stesso giorno, però, solo qualche ora dopo, il padre ritrovò il corpo della figlia senza vita nella cantina di casa, scoprendo così che la figlia non era stata rapita, ma aggredita sessualmente e brutalmente uccisa. La serie racconta il pessimo lavoro svolto dalla polizia: i passi falsi degli inquirenti, così come il battage mediatico, hanno intralciato il caso dell’omicidio di JonBenét Ramsey. Questa docuserie definitiva racconta la decennale ricerca di giustizia, con l’ombra oscura e aberrante della pedofilia che si staglia, rivoltante, sullo sfondo.
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Il Caso Yara – Oltre ogni Ragionevole Dubbio
Si è parlato, e tuttora infervora il dibattito in merito alla docuserie che ha provato a riconsiderare la verità ufficiale sull’omicidio di Yara Gambirasio, il cui corpo fu trovato ormai privo di vita il 26 febbraio 2011. La serie documentaristica, divisa in cinque episodi, analizza dettagliatamente le indagini e le prove, evidenziando le lacune e le incongruenze che potrebbero mettere in discussione la colpevolezza di Massimo Bossetti. Nello specifico la docuserie ha incluso un’intervista esclusiva realizzata da Carlo Gabardini nel carcere di Bollate proprio a Massimo Bossetti, offrendo una prospettiva diversa sul caso e sull’uomo che continua a proclamarsi innocente.
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What Jennifer did
Correva il 2010 quando Jennifer Pan mise in piedi un piano crudele e calcolato nei minimi dettagli. Il suo scopo? Uccidere i suoi genitori adottivi. La giovane studentessa decise di coinvolgere alcuni suoi conoscenti nel crudele complotto che non poteva che avere conseguenze devastanti. E infatti il 8 novembre 2010, due uomini armati fecero irruzione nella casa dei Pan a Markham. L’aggressione si rivelò letale per la madre di Jennifer. Il padre rimase gravemente ferito ed entrò in coma. Jennifer affermò di essere stata legata e imbavagliata durante i fatti. Sul caso venne aperto un fascicolo di indagine che condusse, poi, a una verità sconcertante. Infatti le prove raccolte dimostrarono che Jennifer aveva orchestrato l’intero piano, pagando due uomini per commettere l’omicidio.
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Come rapinare una banca
Trucchi e trasvestimenti hanno sempre fatto parte del gioco: Scott Scurlock ha compreso fin dall’inizio cosa occorreva per portare a segno colpi di un certo calibro. La sua missione? Rapinare le banche e servirsi di un ottimo nascondiglio per ritrovare rifugio dopo le rapine. Il documentario Netflix, attraverso un montaggio di interviste di vecchi complici e amici di Scurlock, oltre che alle testimonianze dei giornalisti che hanno seguito le vicende di quegli anni, mira a fare conoscere al pubblico la vera storia del più grande e astuto rapinatore del mondo. Classe 1955, Scott Scurlock soprannominato “il bandito di Hollywood”, dopo gli studi in medicina ha avviato un’attività di spaccio di metanfetamine per poi dedicarsi alle rapine in banca. Il canovaccio seguito da Scott era sempre lo stesso, eppure sempre diverso di colpo in colpo. Proprio come nel film “Point Break”, l’uomo ha saputo raggirare per anni le autorità. Tra il 1992 e il 1996, Scott Scurlock rubò circa 2,3 milioni di dollari indossando una serie di elaborati travestimenti che gli permisero di confondere puntualmente la polizia.
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Vatican Girl
Questa storia sembra un film, eppure è tutto vero e sono oramai quarant’anni che l’inquietante ombra del Vaticano (di cui Emanuela era o è una cittadina), così come persino quella della Banda della Magliana, aleggiano su una scomparsa che non ha mai conosciuto una spiegazione. Il documentario, in cui emerge la spasmodica ricerca della verità da parte di Pietro Orlandi, il fratello, e del compianto giornalista Andrea Purgatori, in quattro episodi semina diversi indizi (meglio: prove) e ha avuto il merito di riproporre all’attenzione internazionale la vicenda, stimolando recentemente anche il Vaticano stesso ad aprire finalmente un’inchiesta.