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“Regina Carlotta”, ancora non avete visto la serie? Ecco i motivi per cui dovreste farlo

06/05/2023 18:02 - Ultimo aggiornamento 06/05/2023 18:02

“Regina Carlotta”, finalmente su Netflix: i motivi per cui guardarla Alle volte è l’attualità a suggerirci i temi da trattare (vedi il nostro articolo dedicato a Napoli), altre volte il successo di un film o di una serie. In questo caso le due cose coincidono: nel giorno dell’incoronazione di Carlo III d’Inghilterra, non possiamo non tornare su “Regina Carlotta: una storia di Bridgerton”, che è anche la numero 1 nella Top 10 delle serie più viste di Netflix. Sicché, dopo aver approfondito le ultime news sulla serie e le sue location da sogno, oggi, a due giorni dalla messa in onda, possiamo tracciare un primo bilancio e dirvi i motivi per guardare – se non lo avete già fatto – questa sorprendente miniserie originale Netflix. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “L’infermiera”, la serie danese su Netflix: ispirata a una storia vera

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Ti sei perso i titoli nuovi in uscita su Netflix questa settimana? Come sempre, sai che puoi trovare su Netflixmania i riepiloghi delle nuove uscite della settimana qui e la lista aggiornata delle migliori serie e i Top 10 film oggi qui. Dai anche un’occhiata al nostro elenco aggiornato delle nuove uscite di maggio

Anzitutto è una storia d’amore

Come le cronache dell’epoca raccontano, così come le scene iniziali della serie, la 17enne Carlotta, duchessa di Meclemburgo-Strelitz, non era affatto contenta di lasciare la Germania e andare in sposa, nel 1761, a un uomo che mai aveva visto, né di dover sottostare alla rigida etichetta di Corte, né di essere relegata all’unico ruolo di madre devota. Ma poi, e questa è una verità storica, peraltro confermata dalla nascita di ben 15 figli, la scintilla scoccò, tra un uomo fragile e una giovane donna assai risoluta. Parlarono di musica, la passione comune: lei scoprirà un bambino prodigio dal cognome Mozart e lo inviterà ad esibirsi nella capitale. Amavano entrambi la campagna: lui l’agricoltura, lei la botanica. Anche i disturbi mentali conclamati e sempre più forti di cui soffrì il Re, Giorgio III, la avvicinarono ancor più allo sfortunato sovrano, che fu poi vittima della demenza e oggi possiamo dire della porfiria di cui presumibilmente soffrì. Carlotta diventa, di fatto, una sorta di badante del marito. Rimarrà accanto a lui fino alla morte, nel 1818, mentre era reggente il Principe di Galles: è l’Età della Reggenza che fa da sfonda all’epopea di “Bridgerton”. (Continua a leggere dopo la foto)

regina carlotta netflix spin-off bridgerton

La “firma” di Shonda Rhimes

Una volta si definivano Feuilleton, oggi Period Drama. Sta di fatto che i film e le serie “in costume”, da “Downtown Abbey” in poi, riscuotono sempre maggior successo. Scommessa vinta, dunque, da Shonda Rhimes che, con la sua ShondaLand (che ha firmato diversi altri successi, tra cui Grey’s Anatomy, Le regole del delitto perfetto, Scandal) dà un tocco di contemporaneità al racconto storico, intessendo inestricabilmente un tessuto connettivo tra epoche differenti. (Continua a leggere dopo il video)

Spin-off o prequel? nessuno dei due

Pur essendo, naturalmente, legata al mondo di “Bridgerton”, di cui alcuni personaggi sono presenti anche in “Regina Carlotta”, la serie prende vita propria nel raccontare di una donna fuori dagli schemi (dell’epoca), che rivoluzionò abitudini e costumi, dando vita a quel mondo e quella società in cui è immersa l’epopea Bridgerton. Costumi sontuosi, scenari incantevoli, creano la cornice ideale per la narrazione della vita di Carlotta, da giovane e da adulta, dando ampio spazio ai suoi interessi molteplici: culturali, artistici, botanici anche. (Continua a leggere dopo la foto)

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Tra politicamente corretto e “revisionismo storico”: chi ha ragione?

Il colore della pelle di Carlotta e il ruolo affidato a un’attrice nera, Golda Rosheuvel nei panni della regina matura e India Ria Amarteifio in quelli della giovane, avevano già suscitato clamore nella prima stagione di “Bridgerton”. Studiosi come Mario de Valdes y Cocom ritengono che la regina Carlotta, per quanto tedesca, discendesse dal ramo afrodiscendente della famiglia reale portoghese, il cui lignaggio risalirebbe a re Alfonso III, che nel XIII secolo ebbe una storia con Madragana, donna “mora” e perciò di origini africane. Altri, invece, ritengono questa tesi poco plausibile per la mancata evidenza di prove sulla nerezza di Madragana e soprattutto per la distanza di ben 15 generazioni tra le due. E probabilmente è così, tuttavia, al netto delle risibili accuse di “revisionismo storico” lanciate contro Netflix (così come è accaduto per “Regina Cleopatra”), la contronarrazione ha una valenza simbolica e allegorica importante nel mondo e nell’epoca che stiamo vivendo.

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FONTI

Netflix, Vogue Italia, Today, il Giornale, IMDb