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In attesa di “The Diplomat 2”: le 10 migliori serie tv thriller politico da guardare su Netflix

16/10/2024 17:12 - Ultimo aggiornamento 16/10/2024 17:23
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The Diplomat è stato un successo, ed è plausibile supporre che lo sarà anche la seconda stagione in arrivo. Parte di questo grande successo discende dal fatto che nelle serie tv gli intrecci si dipanano in maniera più agevole, risultando più credibili, tra crisi internazionali e ragion di Stato: la nuova frontiera di Netflix pare infatti essere il thriller politico, a giudicare dalla ricorrenza con cui si affacciano sulla piattaforma streaming film e, soprattutto, serie tv ambientate nel mondo della politica, dei Servizi, dello spionaggio o della diplomazia. Ecco a voi, dunque, quelle che (finora) sono le migliori dieci serie di genere thriller politico reperibili nel catalogo di Netflix.

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Kleo Straub, la protagonista di questa miniserie tedesca del 2022 composta da 8 episodi, è una collaboratrice della Stasi nella Germania dell’Est che viene incastrata dai suoi stessi superiori ed arrestata con un pretesto dopo una missione a Berlino Ovest: viene condannata all’ergastolo, ma trascorre solo tre anni in prigione (dove perde la bambina che aspettava) in seguito alla caduta del Muro di Berlino e al rilascio dei prigionieri politici della DDR. Una volta libera, Kleo inizia un’operazione di vendetta che costerà la vita a molte delle persone coinvolte. Fin dall’inizio viene chiarito come gli eventi storici non siano una priorità per la serie, che ”è basata su una storia vera, eppure niente di tutto ciò è realmente accaduto”, come ha dichiarato al portale tedesco Die Tageszeitung, Viviane Andereggen, la regista della serie assieme a Jano Ben Chaabane. Sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes la serie ha ricevuto un indice di gradimento pari al 92%, basato su 13 recensioni.
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Questa serie “contorta” approfondisce il “mistero disorientante” che si cela dietro alla morte di un giornalista e l’indagine su un oscuro complotto, secondo The Guardian. Quando il cadavere del giornalista Danny Casolaro è rinvenuto nella vasca da bagno di un hotel, la polizia lo decreta un suicidio. Ma la sua famiglia e i colleghi credono che sia stato assassinato per aver indagato su un complotto che aveva chiamato “Octopus”, un’organizzazione segreta connessa al furto di software spia del governo, a una serie di omicidi irrisolti e ad alcuni dei più grandi scandali politici del XX secolo. Anni dopo, il ricercatore Christian Hansen esercita pressione per scoprire i segreti della morte di Casolaro e della storia che l’ha ucciso. Stardust Frames, Duplass Brothers Productions e il regista Zachary Treitz presentano questa docuserie in quattro parti che cerca di fare luce su un mistero lungo decenni.

Serie coreana o, come si dice, K-Drama. La vicenda segue una lotta politica all’interno del governo sudcoreano, in cui il primo ministro Park Dong Ho, interpretato da Sol Kyung-gu tenta di porre fine alla corruzione del presidente in combutta con i chaebol, le potentissime famiglie che controllano l’economia del paese. Tuttavia a porre ostacoli alla sua missione, determinata a conquistare il potere per se stessa si intromette il vice ministro Jung Soo-jin, personaggio interpretato da Kim Hee-ae, e scoppia una sfrenata lotta di potere scatenata dalla morte del presidente, ucciso dallo stesso primo ministro. Nel teaser rilasciato da Netflix su Instagram, il presidente giace a terra, esanime, accanto a dei frammenti di vetro rotto e Park Dong Ho confessa Ho ucciso io il presidente,” incuriosendo gli spettatori sugli avvenimenti che seguiranno. I due protagonisti affronteranno sfide personali e faranno i conti con il loro passato. La sicurezza della città, il potere e la corruzione sono tre fili tesi che si intrecciano dall’inizio alla fine delle vicende politiche. A rendere la serie ancora più accattivante sono le scene d’azione di forte impatto visivo grazie al sostanzioso budget di cui ha beneficiato la produzione, e la colonna sonora cupa e drammatica di Lee Byung-hoon, ad accompagnare le vicende in tutta la loro impetuosità. 
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Queenmaker, un’altra serie sudcoreana, racconta la storia di Hwang Do Hee, una donna che lavora come direttrice generale presso il gruppo Eunsung abile nella gestione dell’opinione pubblica. Un giorno, decide di unirsi alla campagna politica di Oh Kyung-Sook, un’avvocata per i diritti umani spesso in contrasto con il gruppo Eunsung, per diventare sindaco di Seul. Hwang Do Hee ha come obiettivo lottare per chi, nella società, è più debole e l’avvocata condivide lo stesso ideale. Per questo motivo, nonostante approccio, ambiente e personalità diverse le due donne uniranno le forze e combatteranno per la stessa aspirazione.
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Cosa dire che già non si sappia? Costantemente e a lungo nella Top 10 delle serie più viste sin dalla sua uscita, un successo tale che, in attesa della seconda stagione, già è in preparazione una terza. Basata sul romanzo omonimo di Matthew QuirkThe Night Agent segue Peter Sutherland, interpretato da Gabriel Basso, un agente dell’FBI relegato a gestire un telefono che non squilla mai nel seminterrato della Casa Bianca, fino a quando una notte inizia tutto: una cospirazione pericolosa, un complotto segretissimo – o quasi – che lo porterà fino ai più alti vertici del potere. Peter salverà il presidente e, grazie alle sue azioni eroiche, verrà promosso a Night Agent. Ma, naturalmente, nuove insidie e nuove cospirazioni saranno il fulcro di The Night Agent 2. La prima stagione ha debuttato con numeri record, piazzandosi al primo posto nella classifica globale con 168,71 milioni di ore visualizzate solo nella prima settimana.
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La carriera della ministra degli esteri Birgitte Nyborg è in pericolo quando una disputa sul petrolio in Groenlandia minaccia di diventare una crisi internazionale. La serie danese dimostra come il potere può nascere dalla manipolazione, dalla menzogna, dall’ipocrisia, dalla disonestà, anche nel modello democratico-corporativo dell’Europa settentrionale. E può impossessarsi addirittura di una donna, laddove il potere viene spesso considerato unico appannaggio del sesso maschile. La protagonista delle quattro stagioni, infatti, Birgitte Nyborg, si fa strada nel mondo politico danese per le sue qualità comunicative.

Un evento rarissimo, che fortunatamente non si è mai verificato. Eppure è previsto dall’ordinamento statunitense, ed è alla base della trama: un membro del governo di basso livello diventa Presidente degli Stati Uniti dopo che un attacco catastrofico uccide tutti quelli sopra di lui nella linea di successione. Kiefer Sutherland, nella serie, è colui che è stato scelto come “sopravvissuto designato”, secondo la consuetudine nata durante la Guerra fredda, di tenere al sicuro almeno uno dei componenti della linea di successione presidenziale quando questi si riuniscono in uno stesso luogo. Nella serie durante il discorso sullo stato dell’Unione il Campidoglio viene fatto saltare in aria, uccidendo il Presidente, il Vicepresidente e quasi tutti i membri del Gabinetto. L’unico a salvarsi è Tom Kirkman, Segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano. Il “presidente per caso” Kirkman è subito chiamato a gestire lo schieramento di navi da guerra iraniane nello stretto di Hormuz. Nel corso delle tre stagioni, dovrà affrontare innumerevoli altre minacce, come quella di un bombardiere russo fuori controllo che minaccerà Seattle, e dovrà preparare la sua prima campagna elettorale presidenziale.
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La serie riprende i principali scandali dello Stato brasiliano. L’uso della voce fuori campo è sicuramente un ottimo escamotage che trasporta lo spettatore direttamente nelle vicende che si susseguono. Non sono solo i protagonisti ad essere il fulcro della trama, ma anche la storia politica brasiliana. I due agenti della Polizia Federale, Marco Ruffo e Verena Cardoni, partono da semplici indagini per ritrovarsi catapultati in uno dei casi che desterà più scalpore nel paese. Un altro personaggio che avrà grande spazio sullo schermo è invece Roberto Ibrahim che da anni è ormai avvezzo a corruzione e crimini. Il titolo della serie in effetti non si riferisce ad altro che al meccanismo che si cela dietro la corruzione del governo e riciclaggio di denaro sporco.
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Micheal Madden è David Budd, un ex veterano divorziato e ancora tormentato dai traumi della guerra in Afghanistan, che trova lavoro come sergente di polizia con il Metropolitan Police Service di Londra, nel ramo Royalty and Specialist Protection: viene, dunque, assegnato come guardia del corpo al ministro dell’Interno Julia Montague (Keeley Hawes), ambiziosa, conservatrice e al lavoro su una riforma che le sta procurando parecchi nemici, volendo introdurre nuovi poteri di sorveglianza invasivi per le forze di sicurezza. Il thriller gioca sulle personalità ambigue dei protagonisti. Trovandosi sempre più in contrasto con le politiche e la personalità di Montague, e affrontando le cicatrici fisiche e psicologiche del suo periodo di servizio in Afghanistan, Budd è combattuto. Esattamente su questo faranno leva i rivali politici del ministro, mettendo a dura prova la sua lealtà.
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La lista non può non includere questo capolavoro, il primo grande successo di Netflix. House of Cards che vede l’interpretazione di Kevin Spacey nei panni di Frank Underwood, democratico eletto nel Quinto distretto congressuale della Carolina del Sud e capogruppo di maggioranza (Majority Whip) della Camera dei rappresentanti. Dopo aver fallito nel prendere il posto come segretario di Stato, Frank prova a raggiungere i vertici del potere americano, aiutato da sua moglie Claire (Robin Wright). Ovviamente la corsa verso il potere non concede alcun compromesso e non fa scendere a patti con alcuna morale. Intrighi, tradimenti e menzogne faranno parte di questa partita a scacchi giocata fino a correre il rischio di perdere o conquistare tutto.