
Il genere true crime rappresenta uno dei filoni più fortunati dello streaming su Netflix e, se ogni mese troviamo un ampio ricambio e nuovi titoli del genere, è perché (purtroppo) il materiale non manca.

Sicché, dopo la nostra agghiacciante selezione dei documentari true crime, oggi vi diremo quali sono – secondo noi, sia chiaro – le migliori cinque serie che non potete assolutamente farvi sfuggire. Buona lettura e fate la vostra scelta!
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Le 5 migliori serie True Crime da non perdere su Netflix
Baby Reindeer

Una vera storia di stalking, resa attraverso un approccio che gioca tra il genere thriller a quello del black humor, con la particolarità che l’attore protagonista, Richard Gadd, è la vera vittima delle persecuzioni di una donna. A proposito, la donna in questione – prontamente individuata dai segugi del Web – ha fatto causa a Netflix per diffamazione. La serie affronta in modo crudo e realistico il tema dello stalking, mostrando quanto sia difficile per le vittime uscire da una spirale di ossessione mascherata da sentimento. Richard Gadd ha avuto l’intuizione dopo aver vissuto in prima persona gli effetti tossici che ha avuto su di lui la conoscenza di una donna in un pub.

Tratta dal premiato one man show che ha fatto furore al Fringe Festival di Edimburgo, Baby Reindeer segue la storia del comico fallito Donny Dunn (Richard Gadd) e la sua stalker. Tutto ha avuto inizio da una tazza di tè offerta per gentilezza a una donna. Da quel momento l’attore è stato inondato di migliaia di messaggi, e-mail, tweet e persino visite fuori dalla sua abitazione. Nonostante i tentativi di rivolgersi alla polizia, Richard Gadd non si è mai sentito al sicuro. La miniserie mette in evidenza anche le difficoltà del sistema burocratico nel gestire casi di stalking.
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Asunta

La miniserie Asunta trasporta gli spettatori nel cuore di uno dei fatti di cronaca nera che ha sconvolto la Spagna e il mondo intero. La bambina di origini asiatiche originaria della provincia cinese dell’Hunan – il suo nome originale era Fang Yong – è arrivata in Spagna quando aveva solo un anno, dopo l’accordo di adozione della coppia formata dall’avvocatessa ed ex console di Francia, Rosario Porto Ortega, e dal giornalista Alfonso Basterra Camporro. La trama della miniserie riavvolge il nastro del tempo e racconta la storia vera avvenuta il 21 settembre 2013 quando Rosario Porto e Alfonso Basterra hanno deciso di denunciare la scomparsa della figlia adottiva Asunta, prossima a compiere tredici anni. Purtroppo il cadavere della ragazza è stato ritrovato poche ore dopo vicino a una strada nella periferia di Santiago de Compostela.

Dopo aver aperto un fascicolo d’indagine, gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dei killer, ovvero i genitori stessi della vittima. La sentenza del Tribunale provinciale, poi confermata dal Tribunale Superiore di Xustiza di Galizia e dalla Corte Suprema, ha dichiarato colpevoli Rosario Porto e Alfonso Basterra. Entrambi hanno somministrato alla ragazza, per almeno tre mesi prima di compiere l’omicidio, un farmaco contenente lorazepam, una benzodiazepina che produce sonnolenza e sedazione. La coppia è stata arrestata e il 18 novembre del 2020 Rosario Porto Ortega si è impiccata nella sua cella con la cintura della vestaglia.
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Monsters: The Lyle and Erik Menéndez Story

Se Dahmer ha superato 1 miliardo di ore di visione in due mesi, con questa serie tv lo stesso ideatore e regista, Ryan Murphy ha deciso di esplorare la controversa vicenda dei fratelli Menéndez, Lyle ed Erik, condannati per l’omicidio dei loro genitori, José e Kitty, avvenuto nel 1989. La storia dei fratelli Menéndez, Lyle ed Erik, ha scosso l’America negli anni ’90, diventando uno dei casi di cronaca nera più discussi e controversi di sempre. José Menéndez, un imprenditore di successo di origine cubana, e sua moglie Kitty, furono brutalmente assassinati nella loro villa a Beverly Hills il 20 agosto 1989. Lyle ed Erik, all’epoca rispettivamente di 21 e 18 anni, furono inizialmente considerati vittime sopravvissute al crimine.

Tuttavia, dopo mesi di indagini e una confessione da parte di Erik durante una seduta di psicoterapia, i due furono arrestati e successivamente processati. Durante il processo, i fratelli affermarono di aver ucciso i genitori per legittima difesa, sostenendo di essere stati vittime di abusi fisici, emotivi e sessuali da parte del padre. La confessione ha diviso l’opinione pubblica: infatti se da un lato c’era chi credeva che i fratelli avessero agito per sfuggire a un ambiente familiare terribile, dall’altro c’era chi riteneva che i Menéndez avessero orchestrato gli omicidi per ereditare la considerevole fortuna dei genitori. Dopo un processo senza verdetto nel 1993 ne arrivò un secondo nel 1996: ergastolo per omicidio di primo grado senza condizionale.
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Numero sconosciuto: Uno scandalo di cyberbullismo

Questo documentario intenso e a tratti allarmante affronta un caso di molestie online dalle conseguenze devastanti, e mette in luce la realtà degli adolescenti di oggi. Ricordiamoci che stiamo parlando della prima generazione cosiddetta digitale, e non abbiamo ancora strumenti e metodi per affrontare gli eventuali disagi inerenti l’esposizione online. Al di là della tecnologia, degli algoritmi e dell’anonimato, questa storia svela traumi profondi e una verità inaspettata.

Il film è ispirato a un caso reale avvenuto in California nel 2021. I dettagli sono stati ampiamente documentati dalla stampa. Netflix ha collaborato con giornalisti d’inchiesta e avvocati coinvolti nel caso per rappresentare fedelmente la complessità delle indagini. Il titolo originale – Unknown Number – riflette la fonte apparentemente innocua del trauma: un semplice telefono, un numero senza volto, ma con un impatto devastante.
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Il caso Jussie Smollett: qual è la verità?

Nel gennaio 2019, l’attore Jussie Smollett ha denunciato di essere stato vittima di un’aggressione omofoba e razzista, una vicenda che ha fatto rapidamente il giro del mondo. Poche settimane dopo, la polizia di Chicago ha accusato Smollett di aver architettato l’attacco, trasformando il caso in uno scandalo mediatico di vasta portata. Il documentario ripercorre gli eventi attraverso nuove interviste con poliziotti, avvocati, giornalisti e investigatori privati che sostengono di aver scoperto elementi inediti. Lo stesso Smollett presenta la sua versione in una serie di interviste, lasciando allo spettatore il compito di valutare le versioni contrastanti e decidere cosa sia vero.
L’indagine ha preso una svolta sorprendente allorché la polizia ha accusato Smollett di aver simulato l’aggressione pagando due fratelli per aggredirlo, con l’obiettivo di attirare l’attenzione mediatica e rafforzare la sua posizione nello show Empire (disponibile su Prime Video). Smollett ha sempre negato le accuse. Nel 2021 è stato condannato per cinque capi d’accusa di comportamento disordinato e falsa denuncia, con una pena di 150 giorni di carcere, di cui ha scontato solo una parte, lavori socialmente utili e una multa rilevante.
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