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Storie realmente accadute: ecco la nostra Top 10 delle migliori serie Netflix tratte da storie vere

migliori serie tratte da storie vere netflix
03/09/2024 18:10

Il catalogo di Netflix comprende moltissimi titoli in cui sono racchiuse storie vere, che seguono un determinato personaggio, o più di uno. Ma non parliamo solo di documentari: ci sono le riproduzioni romanzate tratte da storie vere, che uniscono il fascino della finzione al piacere di sapere che quello che si sta guardando è veramente accaduto nella realtà, anche se raramente si tratta di vicende che non siano drammatiche o che non rientrino nel genere crime. Poi, però, troviamo anche veri e propri inni alla speranza, come quello di Maid. Detto ciò, in quest’articolo troverete la nostra selezione: ecco la Top 10 delle migliori serie Tv ispirate a storie vere. (Continua a leggere dopo la foto)

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Come sempre, sai che puoi trovare su Netflixmania i riepiloghi delle nuove uscite di tutti i film e le serie del mese e della settima da vedere su NetflixPrime Video e Disney+ QUI.

La miniserie Asunta trasporta gli spettatori nel cuore di uno dei fatti di cronaca nera che ha sconvolto la Spagna e il mondo intero. La bambina di origini asiatiche originaria della provincia cinese dell’Hunan – il suo nome originale era Fang Yong – è arrivata in Spagna quando aveva solo un anno, dopo l’accordo di adozione della coppia formata dall’avvocatessa ed ex console di Francia, Rosario Porto Ortega, e dal giornalista Alfonso Basterra Camporro. La trama della miniserie riavvolge il nastro del tempo e racconta la storia vera avvenuta il 21 settembre 2013 quando Rosario Porto e Alfonso Basterra hanno deciso di denunciare la scomparsa della figlia adottiva Asunta, prossima a compiere tredici anni. Purtroppo il cadavere della ragazza è stato ritrovato poche ore dopo vicino a una strada nella periferia di Santiago de Compostela. Dopo aver aperto un fascicolo d’indagine, gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dei killer, ovvero i genitori stessi della vittima. La sentenza del Tribunale provinciale, poi confermata dal Tribunale Superiore di Xustiza di Galizia e dalla Corte Suprema, ha dichiarato colpevoli Rosario Porto e Alfonso Basterra. Entrambi hanno somministrato alla ragazza, per almeno tre mesi prima di compiere l’omicidio, un farmaco contenente lorazepam, una benzodiazepina che produce sonnolenza e sedazione. La coppia è stata arrestata e il 18 novembre del 2020 Rosario Porto Ortega si è impiccata nella sua cella con la cintura della vestaglia.
Leggi la scheda completa “Asunta”, la miniserie drammatica su Netflix: l’inquietante caso di Asunta Basterra

Una vera storia di stalking, resa attraverso un approccio che gioca tra il genere thriller a quello del black humor, con la particolarità che l’attore protagonista, Richard Gadd, è la vera vittima delle persecuzioni di una donna. A proposito, la donna in questione – prontamente individuata dai segugi del Web – ha fatto causa a Netflix per diffamazione. La serie affronta in modo crudo e realistico il tema dello stalking, mostrando quanto sia difficile per le vittime uscire da una spirale di ossessione mascherata da sentimento. Richard Gadd ha avuto l’intuizione dopo aver vissuto in prima persona gli effetti tossici che ha avuto su di lui la conoscenza di una donna in un pub. Tratta dal premiato one man show che ha fatto furore al Fringe Festival di EdimburgoBaby Reindeer segue la storia del comico fallito Donny Dunn (Richard Gadd) e la sua stalker. Tutto ha avuto inizio da una tazza di tè offerta per gentilezza a una donna. Da quel momento l’attore è stato inondato di migliaia di messaggi, e-mail, tweet e persino visite fuori dalla sua abitazione.Nonostante i tentativi di rivolgersi alla polizia, Richard Gadd non si è mai sentito al sicuro. La miniserie mette in evidenza anche le difficoltà del sistema burocratico nel gestire casi di stalking.
Leggi la scheda completa ► Il Il successo di Baby Reindeer: storia vera di una stalker, tra amore e ossessione

La serie crime spagnola è tratta da un fatto di cronaca nera, nerissima, che risale al 2017. Un evento che ha sconvolto fino nelle fondamenta l’opinione pubblica in quegli anni. Infatti l’omicidio di un poliziotto ha portato alla luce la corruzione presente nel corpo di polizia, tra scandali sessuali e violenze. Siamo a maggio dell’anno 2017 e vengono trovati i resti carbonizzati del poliziotto Pedro Rodríguez , all’interno di un’auto bruciata nel bacino di Foix, vicino a Barcellona. Iniziano così delle indagini che trasportano lo spettatore nei segreti, nelle violenze e nei cattivi rapporti che coinvolgono Pedro e altri due poliziotti. Burning Body (titolo per la distribuzione internazionale, mentre il titolo originale de In fiamme è El cuerpo en llamas) conserva ogni stilema del dramma. Úrsula Corberó è perfetta nel vestire i panni della vedova nera e femme fatale Rosa Peral. La serie, caratterizzata da una profonda introspezione psicologica dei vari personaggi, e particolarmente dei due assassini, ripercorre la vicenda e le indagini e, attraverso numerosi flashback, inquadra anche la relazione tossica tra Pedro e la stessa Rosa.
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La trama racconta la storia di Alex, una giovane madre in fuga da un rapporto violento: la ragazza inizia a lavorare come domestica con l’obbiettivo di riuscire a mantenere la figlia assicurandole un futuro migliore. La miniserie ispirata al bestseller autobiografico Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother’s Will to Survive di Stephanie Land racconta l’incredibile storia di una madre che si destreggia tra lavoro duro e paga bassa, dando prova della propria volontà di sopravvivere. Con Margaret Qualley e dai produttori di Shameless e Una donna promettente.
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Protagonista è Anna “Delvey”, o almeno così è che si fa chiamare la finta ereditiera tedesca che, forte di un fondo fiduciario di 60 milioni di dollari che ovviamente non esiste, riesce a “scroccare” una vita agiatissima tra la Grande Mela e la California. La protagonista stringerà, dopo l’arresto, un rapporto di amore e odio con la giornalista Vivian, incaricata di seguire la sua storia, passata da megayacht e viaggi stravaganti a una prigione statunitense. Il suo sogno di creare la Anna Delvey Foundation – o almeno questa era la finalità con cui reperiva i fondi–, dunque, naufragherà definitivamente. ShondaLand, la casa di produzione di Shonda Rhimes di cui parleremo a breve, ha acquistato i diritti per raccontare su Netflix la storia di Anna, traendo spunto dall’inchiesta che il New York Magazine dedicò all’intera vicenda. La miniserie è impreziosita dall’interpretazione di Julia Garner, nota agli spettatori per il suo ruolo in Ozark, grazie al quale ha ottenuto per ben tre volte (2019, 2020 e 2022) il prestigioso Premio Emmy in qualità di Migliore attrice non protagonista, nonché, nella medesima categoria, il Golden Globe 2023.
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La miniserie, una produzione tedesca e statunitense, è basata sull’autobiografia di Deborah Feldman, nata ortodossa ha poi deciso di staccarsi dalle sue radici. Viene raccontata la sua storia e di quando appena compiuti i 19 anni decide di lasciare la fede ultra-ortodossa chassidica. Il suo scopo nella vita secondo la sua comunità è di procreare, nonostante lei sia amante della musica. Decide quindi di andare a Berlino sperando di poter ricominciare una nuova vita e qui incontra proprio sua madre che anni prima aveva lasciato la comunità. Una storia di conflitti, di perdita di se stessi e di lotte per l’affermazione del proprio essere.

La vicenda del cosiddetto “Mostro di Milwaukee” turbò non poco la serenità della cittadina nota, dapprima, quasi esclusivamente grazie al telefilm Happy Days. Lì si raccontava un’America genuina, forse un po’ ingenua, mentre in Dahmer i peggiori incubi sembrano prendere forma. Il serial killer cannibale Jeffrey Dahmer è inpersonato dall’attore Peter Evans, che ci restituisce una interpretazione magistrale. La serie tratta i brutali omicidi del serial killer che uccideva le sue vittime per poi cibarsene, terrorizzando l’intero Stato del Wisconsin tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta. il piccolo Jeffrey divenne preda di un suo vicino di casa, il quale abusò di lui sessualmente. Da allora, dunque, si sviluppò la psicopatia dell’inquietante personaggio, che piombò nell’alcolismo. In totale furono ben 17 le sue vittime. Egli usava conservare i loro resti nel frigorifero, destinati a diventare cibo.
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La miniserie trae ispirazione dal caso di uno stupratore seriale che nel 2008 ha abusato diverse donne introducendosi nelle loro abitazioni. Le vittime venivano costrette a lavare via ogni traccia della violenza subita. La trama, secondo un fortunato espediente narrativo, segue due storie in parallelo. La prima interessa Marie Adler, interpretata da Kaitlyn Dever, una adolescente che viene accusata di aver mentito dopo aver denunciato una violenza ai suoi danni, il che la farà sprofondare in un vortice di ansia e malessere. Parallelamente, seguiamo la storia di due detective donne a migliaia di chilometri di distanza, Karen Duvall e Grace Rasmussen (interpretate rispettivamente da Merritt Wever e Toni Collette) che uniranno le forze, dopo la a scoperta che i casi su cui stanno investigando potrebbero essere collegati tra loro.

La miniserie drammatica basata su un vero fatto di cronaca statunitense segue le vicende di una storia che vede quattro adolescenti di colore e uno ispanico, noti come “Central Park Five“, ingiustamente accusati e condannati per uno stupro commesso nel 1989, ma poi il tutto si rivelò un clamorosissimo errore giudiziario che riaprì l’eterno dibattito sul razzismo negli Stati Uniti, che è purtroppo endemico, a quanto pare. Il cast include Michael K. Williams e Jharrel Jerome.

La miniserie danese racconta la angosciante vicenda di Christina Aistrup Hansen: la donna uccideva i suoi pazienti dell’ospedale “Nykøbing Falster” di Guldborgsund, nella Danimarca meridionale, facendo loro assumere, inconsapevolmente, ingenti dosi di morfina e diazepam (Valium). Fu scoperta, e fu così dato l’avvio alle indagini, dalla sua collega Pernille Kurzmann Larsen, che convinse la polizia a indagare su ciò che avveniva all’interno dell’ospedale. Nel 2015, quando i suoi omicidi seriali vennero alla luce, la pacifica e civile Danimarca ne rimase sconvolta. Il processo suscitò clamore mediatico, anche per le testimonianze dei colleghi, talmente circostanziate da gettare ombre sinistre sull’intero suo reparto.
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The Kandahar Hijack: il dirottamento del volo IC 814”, la nuova serie tv conquista il pubblico. Una storia vera raccontata attraverso l’arte del cinema e con un cast eccezionale che include Vijay Varma, Naseeruddin Shah, Pankaj Kapur, Arvind Swamy, Patralekhaa e Dia Mirza. Diretta da Anubhav Sinha, celebre per il suo lavoro in “Article 15”, la serie tv è basata su fatti realmente accaduti e racconta il dirottamento più lungo e controverso nella storia dell’India. Ideata da Anubhav Sinha e Trishant Shrivastava, la serie tv Netflix ha il merito di fare conoscere al pubblico una vicenda che ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva mondiale.
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Subito dopo l’inamovibile quarta stagione di Emily in Paris, la nuova serie drammatica messicana L’incidente in appena tre giorni ha scalato la Top 10 delle serie più viste su Netflix in Italia. La trama è certamente la carta vincente unitamente a una spiccata connotazione psicologica dei personaggi. La serie tv messicana, divisa in dieci episodi diretti da Klych López e Gracia Querejeta e scritti da Leonardo Padrón, racconta di un tragico incidente che coinvolge tre bambini durante una festa di compleanno e ripercorre quanto realmente accaduto nel 2022 in Australia più precisamente a Davenport, in Tasmania, quando cinque bambini persero la vita in circostanze molto simili a quelle descritte nella serie tv Netflix.
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