
C’è stata l’epoca del neorealismo subito dopo la Seconda guerra mondiale, poi seguita dalla stagione in cui Roma era la “Hollywood sul Tevere”; poi è venuta la grande stagione della commedia all’italiana. Oggi, la nostra cinematografia sta vivendo una nuova età dell’oro, potremmo dire, grazie alla affermazione di nuovi talenti e ai nuovi lavori dei registi più importanti.
In questo articolo troverete i migliori film italiani da vedere su Netflix, e ovviamente abbiamo dovuto “arrotondare” per difetto, giacché sono davvero tanti i titoli meritevoli: abbiamo, dunque, operato una doverosa selezione. Per ogni film, troverete trama e trailer.

I migliori film italiani da vedere ora su Netflix
I cento passi
I cento passi è un film biografico del 2000, diretto da Marco Tullio Giordana, che racconta la vita di Peppino Impastato, un giovane siciliano che si ribellò alla mafia negli anni ’70. Il titolo del film si riferisce alla distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Tano Badalamenti: cento passi che simbolizzano la vicinanza fisica ma anche la distanza morale tra due mondi opposti. La storia segue Peppino, interpretato da Luigi Lo Cascio, dalla sua infanzia fino alla tragica morte. Cresciuto in una famiglia legata alla mafia, Peppino sviluppa fin da giovane una coscienza critica verso l’omertà e l’illegalità che lo circondano.
Attraverso la sua attività politica e la fondazione di una radio libera, “Radio Aut”, denuncia pubblicamente i crimini dei mafiosi, utilizzando l’ironia e la satira come armi di protesta. La sua lotta coraggiosa lo porterà a scontrarsi non solo con la mafia, ma anche con la sua stessa famiglia, culminando nel suo assassinio nel 1978, mascherato da suicidio. La colonna sonora, che include brani dei Modena City Ramblers, contribuisce a rendere ancora più coinvolgente la narrazione.
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L’abbaglio
Tra commedia e dramma storico, L’Abbaglio è il film diretto da Roberto Andò che, dopo il recente e grande successo al cinema, è approdato anche su Netflix e, appena all’indomani del suo rilascio, è già il secondo film più visto. Roberto Andò riporta assieme un trio che non è affatto improbabile come potrebbe apparire, lo stesso trio protagonista di un altro suo film, anch’esso su Netflix: La stranezza. Stiamo parlando dei comici Ficarra e Picone e del grande Toni Servillo. Il film italiano è ambientato nel 1860, durante l’impresa dei Mille di Giuseppe Garibaldi: L’Abbaglio segue le vicende di due siciliani, Domenico Tricò e Rosario Spitale (Ficarra e Picone), che si uniscono all’esercito garibaldino con l’intento di tornare nella loro terra natia.
Dopo aver disertato, si ritrovano coinvolti in un audace stratagemma orchestrato dal colonnello Orsini (realmente esistito e interpretato da un magistrale Toni Servillo) per ingannare l’esercito borbonico e permettere ai garibaldini di avanzare verso Palermo. Il film esplora temi di idealismo, disillusione e il ruolo degli individui comuni nella grande Storia.
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La stranezza
Il film, anch’esso di Roberto Andò, anch’esso vede protagonista Servillo: nei panni di Luigi Pirandello, affiancato anche qui dal duo comico Ficarra e Picone. Un viaggio nella Sicilia del 1920, dove realtà e finzione teatrale si intrecciano in un racconto avvincente e sorprendente. Nel 1920 il celebre scrittore Luigi Pirandello, che sarà Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, torna in Sicilia per rendere omaggio al suo maestro Giovanni Verga. Tuttavia, un imprevisto lo porta a interagire con due teatranti locali, Onofrio e Sebastiano, dilettanti dal grande entusiasmo e dalle idee fuori dagli schemi.
Tra situazioni paradossali e incontri surreali, Pirandello trova nella loro eccentricità una fonte d’ispirazione unica. Sarà proprio grazie a questa esperienza che riuscirà a completare il suo capolavoro, “Sei personaggi in cerca d’autore”. Toni Servillo, uno degli attori italiani più acclamati, interpreta Luigi Pirandello, molto somigliante anche per l’iconico pizzetto, offrendo un’interpretazione intensa e sfaccettata. Al suo fianco, Ficarra e Picone, che sorprendono con una performance brillante e misurata nei panni di due teatranti dilettanti.
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Parthenope
Parthenope segna il ritorno di Paolo Sorrentino alla sua amata Napoli, dopo il successo di È stata la mano di Dio. Con la sua estetica ricercata, il suo cast straordinario e una storia che fonde mito e realtà, il film su Netflix fa della città una allegoria di un ampio spettro dei sentimenti umani, sovente contrastanti, che simbolicamente sono rappresentati nelle vicende della mitologica Parthenope, la sirena leggendaria legata alla fondazione di Napoli: dunque, il film combina elementi di realismo magico con un’estetica visiva mozzafiato, cifra stilistica del regista.
Con un cast stellare che include Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Silvio Orlando, Gary Oldman e la giovane rivelazione Celeste Dalla Porta, Parthenope racconta una storia in cui Napoli non è solo una città, ma un personaggio vivo e pulsante, intriso di mito e destino. Attraverso gli occhi della protagonista, il film dipinge un intreccio di amore, perdita e speranza, esplorando le connessioni tra passato e presente, tra sogni e realtà. La vicenda segue la giovane Parthenope, una donna alla ricerca della propria identità in una Napoli che si fa specchio della sua anima. Tra incontri determinanti e momenti di intensa introspezione, il film si sviluppa con la maestria visiva e narrativa tipica di Sorrentino, offrendo immagini potenti e un’atmosfera ipnotica.
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Dieci minuti
Diretto da Maria Sole Tognazzi e da lei sceneggiato insieme a Francesca Archibugi, è liberamente ispirato al romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale, di cui conserva la componente fortemente autobiografica. Quando Niccolò lascia la moglie Bianca, dopo 18 anni di matrimonio, lei cade dalle nuvole: non si era accorta di nulla, né dell’infelicità del suo compagno di vita, né della sua relazione con un’altra donna. Da quel momento Bianca precipita in uno stato depressivo dal quale cerca di tirarla fuori una psicologa burbera che restituirà una nuova consapevolezza.
La psicologa, infatti, le propone un esercizio: fare per dieci minuti una serie di esperienze nuove e così addentrarsi in territori sconosciuti. Bianca, dopo essere stata sospesa dal giornale per cui collaborava, si mette alla prova: al funerale di uno sconosciuto, facendo l’autostop o un po’ di sesso occasionale, persino taccheggiare.
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Svaniti nella notte
I protagonisti sono Riccardo Scamarcio e Annabelle Wallis, rispettivamente Pietro ed Elena, una coppia in crisi: lei è una psichiatra americana trasferitasi a Bari per amore di lui; Pietro, invece, è un uomo dal passato burrascoso ma al momento “ripulito”. Insieme hanno avuto due bambini e il loro affidamento è causa di grandi litigi. Pietro, dunque impegnato in una complicata procedura di divorzio, dapprima alle prese con la estenuante burocrazia italiana, parte poi per una missione pericolosissima allorché i suoi due figli spariscono dalla masseria, isolata e in piena campagna, in cui vivevano. In preda a terribili sensi di colpa, l’uomo dovrà ritrovare la lucidità per risolvere l’enigma, in una vera lotta contro il tempo.
Poco dopo, infatti, riceverà una telefonata: i figli sono stati rapiti e per riaverli Pietro dovrebbe pagare 150mila euro entro 36 ore. L’uomo, disperato, chiede aiuto a Nicola, interpretato da Massimiliano Gallo, un malavitoso con cui era in rapporti prima di “mettere la testa a posto” e che gli offre i soldi in cambio di un favore molto particolare: trasportare un carico di droga dalla Puglia alla Grecia. Il film è basato su “Séptimo”, scritto e diretto nel 2013 da Patxi Amezcua, rilasciato in Italia con il titolo I segreti del settimo piano.
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Supereroi
Protagonisti due dei più grandi attori del nostro cinema: Alesssandro Borghi e Jasmine Trinca. Vent’anni di vita di una coppia (2000-2020) tra Milano, Marrakech, Ponza, e sporadiche puntate a Copenaghen e Lucca, sono raccontati in maniera non lineare, saltando continuamente avanti e indietro nel tempo. Supereroi è una commedia romantica dal piglio drammatico, rilasciata nel 2021. Il film racconta la storia di due giovani innamorati, Marco e Anna, rispettivamente interpretati da Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Lei è una persona creativa e impulsiva, dall’animo artistico e un po’ bohémien: è una fumettista che detesta ogni tipo di convenzione. Lui, invece, è un insegnante di fisica, fermamente convinto che ogni fenomeno abbia la sua spiegazione e che ogni reazione sia determinata da un’azione, e che dunque anche nella vita tutto ciò che accade può essere interpretato razionalmente. I due cercano di sopravvivere al tempo che passa e che spesso porta a galla litigi, vecchi segreti e qualche bugia.
A tenerli insieme è un’incognita che nessuna formula può svelare. Servono i superpoteri (ecco spiegato il titolo) per amarsi tutta una vita. Il film ci mostra, dunque, come le coppie che resistono al logorante trascorrere del tempo siano formate da veri e propri “supereroi”, pronti a tutto per preservare e quindi per salvare il loro amore. L’audience score del sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes restituisce un ottimo 86% di gradimento.
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È stata la mano di Dio
“È stata la mano di Dio” racconta di una Napoli degli anni Ottanta attraverso gli occhi di un ragazzo di 16 anni di nome Fabio detto Fabietto. Il ragazzo, definito il suo alter-ego dallo stesso regista, che combatte per trovare il suo posto nel mondo è circondato da una famiglia allegra, straordinaria e amante della vita. Tutto procede per il meglio fino a quando alcuni episodi casuali cambiano il percorso della sua esistenza.
Uno è l’arrivo a Napoli di Maradona idolo del calcio che scaturisce nel ragazzo un orgoglio indecifrabile, l’altro è un’incidente che farà toccare a Fabio il fondo facendolo lottare con la natura del suo destino in cerca di una via d’uscita dalla propria catastrofe.
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Adagio
L’ultimo capolavoro con Pierfrancesco Favino e Tony Servillo è diretto da Stefano Sollima. Il film conclude la trilogia di Sollima sul crimine italiano, tra storie vere ma romanzate e nuovi impianti narrativi, dopo la serie tv “Romanzo Criminale” e “Suburra” (film e serie tv). Ad aggiudicarsi il premio come migliore colonna sonora del film i Subsonica, saliti sul podio nel corso degli ultimi David di Donatello. La trama ruota intorno alle vicende che vedono come protagonista Manuel, un ragazzo di 16 anni. Nonostante la sua età, Manuel si trova a doversi prendere cura dell’anziano padre. La situazione di Manuel andrà a complicarsi quando, preso d’occhio da un carabiniere dei Ros corrotto, Manuel dovrà prendere parte a una festa orgiastica omosessuale, con l’intento preciso di poter cogliere in reato il ministro e poterlo portare in aula di tribunale con l’accusa di sfruttamento di prostituzione minorile.
Giunto al festino, Manuel noterà che in ogni angolo si trovano alcune telecamere, pronte a riprendere tutto. A questo punto il ragazzo, rendendosi conto di essere caduto in una fitta rete di menzogne e di corruzione, decide di darsi alla fuga.
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Il primo ringraziamento va a Ferruccio Casacci, ma poi vogliamo ringraziare per questo premio le nostre famiglie, il nostro team, il cast stellare di “Adagio” e il regista Stefano #Sollima. Grazie anche a tutti voi. #Adagio #David69 #Subsonica pic.twitter.com/nXEjyQ2aYM
— subsonica (@subsonica) May 4, 2024
L’isola delle rose
È una vicenda storica reale, per quanto possa apparire inverosimile, quella narrata dal film distribuito da Netflix nel 2020. La micro nazione indipendente (e autolegittimatasi) durò per soli nove mesi, dal primo maggio 1968 al febbraio 1969. L’idea dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa fu di creare, su di una piattaforma artificiale di 400 metri quadrati a 11,6 kilometri delle coste di Rimini ma, dunque, fuori dalle acque territoriali italiane, il microstato che aveva un proprio inno nazionale, una lingua ufficiale, l’esperanto, e un proprio ordinamento governativo. Il film firmato da Sydney Sibilia, regista noto per “Smetto quando voglio”, racconta una storia che può apparire assurda o quantomeno surreale, eppure è vera: è la storia di Giorgio Rosa, interpretato dal bravissimo Elio Germano, un’ ingegnere meccanico bolognese quarantenne, che creò un microstato indipendente al largo di Rimini, la “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”, ospitata su di una piattaforma artificiale, progettata dallo stesso ingegnere.
La pellicola ci porta dapprima a Strasburgo, dove nel 1968 il presidente del Consiglio d’Europa, Jean Baptiste Toma, ricevette proprio Giorgio Rosa, determinato a ottenere l’assai poco plausibile riconoscimento di uno status indipendente per la minirepubblica che egli aveva fondato. Dunque, nel dipanarsi del racconto, riemergono le fasi che portarono alla nascita dell’Isola delle Rose. Lo stimolo a creare qualcosa di mai visto venne fornito a Giorgio Rosa dalla sua ex fidanzata, Gabriella (interpretata da Matilda De Angelis, che lo aveva, solo momentaneamente, lasciato in quanto lo reputava immaturo. Seguiamo, dunque, il racconto dei nove mesi della repubblica autoproclamatasi, fondata da Rosa assieme al suo benestante amico e sodale Maurizio Orlandini.
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Figli
La storia ruota attorno a una coppia sposata che, dopo l’arrivo del secondo figlio, deve affrontare le sfide e le problematiche legate alla nuova fase della loro vita. Nicola (Valerio Mastandrea) e Sara (Paola Cortellesi) sono una coppia innamorata e felice. Sposati da tempo, hanno una figlia di sei anni e una vita che scorre senza intoppi. Ma quella che era iniziata come una dolce fiaba romantica si trasforma in un vero incubo con l’arrivo di Pietro, il secondo figlio della coppia: i due coniugi si ritroveranno a scontrarsi con l’imprevedibile. Iniziano così a emergere vecchi rancori, insoddisfazioni che non riescono più a essere celate e ogni minimo disaccordo sembra essere motivo di litigio.
La trama, raccontata con umorismo e delicatezza, permette agli spettatori di immedesimarsi e riflettere sulla propria esperienza personale. Una curiosità su Figli: nel film, in un piccolo cameo, ritroviamo anche Oscar Farinetti, nei panni di se stesso.
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