
La storia di Zodiac, il serial killer che terrorizzò la California tra gli anni ’60 e ’70, sembra fatta apposta per la trama di un film su Netflix. Sette è il numero degli omicidi accertati, ma ne vennero ipotizzati ben 37. Ad oggi l’identità di Zodiac rimane sconosciuta. C’è addirittura chi azzarda un’identità tra il serial killer e il Mostro di Firenze. I 7 omicidi dell’uomo, la volontà di diventare, a modo suo, famoso tramite le cartoline e i codici inviati alla stampa, in un gioco tanto sadico quanto affascinante, non potevano che attirare l’attenzione del regista David Fincher, cineasta statunitense, autore di uno dei film cult più apprezzati del nuovo millennio: Fight Club. I protagonisti di “Zodiac” sono Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Chloë Sevigny e Robert Downey Jr. (Cast). Vediamo insieme la trama del film, la nostra recensione, la vera storia del serial killer, e le similitudini con il Mostro di Firenze.

“Zodiac” – tutte le info
- Titolo originale: Zodiac
- Formato: Film
- Durata: 157 minuti
- Genere: Thriller psicologico, crime investigativo
- Paese di produzione: USA
- Regia: David Fincher (Fight Club, Seven)
- Cast principale: Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Chloë Sevigny
- Produzione: Paramount Pictures, Warner Bros., Phoenix Pictures
Zodiac – di cosa parla
La storia del serial killer, portata sullo schermo nel film “Zodiac”, inizia nella cittadina californiana di Vallejo, dove la tensione è alta a seguito del brutale omicidio di due ragazzi. Da lì a poco si sussegue una serie di altri omicidi il cui modus operandi appare sempre lo stesso. Il killer lascia sempre vivo l’uomo per riversare la sua ira sulla donna. Inoltre, dopo ogni delitto, si mette in contatto con la polizia e riferisce indizi e dettagli sull’omicidio. L’assassino invia ogni volta una busta al San Francisco Chronicle contenente una lettera in cui minaccia di commettere altri omicidi se il giornale non darà il giusto risalto alla sua storia. La figura di un uomo senza volto comincia ad agitare i sogni dell’intera cittadina.
A condurre le indagini saranno gli ispettori David Toschi e William Armstrong. Oltre alla polizia, anche la stampa si interessa al caso, in particolare due giornalisti del San Francisco Chronicle, Paul Avery e il fumettista esperto in enigmistica, Robert Graysmith. I due lavorano fianco a fianco sul caso del serial killer, analizzandone il modus operandi e gli indizi. I giornalisti cominciano a svolgere delle ricerche per conto loro. Inizia così una vera e propria caccia all’uomo ma il tempo passa e nessuno, tra giornalisti, poliziotti, psicologi, sembrano capaci di catturare l’assassino. Paul decide così di abbandonare le indagini mentre Robert vuole scoprire a tutti i costi, anche da solo, la vera identità del serial killer.
Il cast di Zodiac
Jake Gyllenhaal (Nightcrawler, Donnie Darko) interpreta Robert Graysmith, illustratore del San Francisco Chronicle che si lascia travolgere dall’ossessione per il misterioso serial killer. La sua curiosità metodica diventa il filo conduttore del film, specchio della stessa inquietudine che attraversa la città e i suoi abitanti.
Mark Ruffalo (Spotlight, Avengers: Endgame) è l’ispettore Dave Toschi, figura realmente esistita, investigatore meticoloso e stanco, simbolo di un sistema investigativo in crisi davanti a un assassino che sembra giocare con la stampa e con la polizia.
Robert Downey Jr. (Iron Man, Chaplin) offre una delle sue prove più incisive nei panni del giornalista Paul Avery, brillante e autodistruttivo, la cui vita precipita insieme all’incapacità di dare un volto al mostro che racconta.
Accanto a loro, Chloë Sevigny (Boys Don’t Cry, The Girl from Plainville) interpreta Melanie, la moglie di Graysmith, testimone silenziosa della sua lenta discesa nella paranoia.
David Fincher, l’ossessione come forma d’arte
Con Zodiac, David Fincher consolida la sua fama di regista ossessivo e perfezionista, capace di trasformare un’inchiesta giornalistica in un thriller cerebrale e ipnotico. Dopo i successi di Seven e Fight Club, Fincher abbandona la violenza spettacolare per immergersi in un labirinto di indizi, lettere cifrate e silenzi inquietanti, raccontando non tanto il killer, quanto l’ossessione di chi lo insegue.
La sua regia è fredda, chirurgica, attenta ai dettagli: ogni scena sembra scandita dal ritmo lento e implacabile della verità che non arriva mai. Fincher ricostruisce la San Francisco degli anni ’70 con rigore quasi documentaristico, affidandosi a una fotografia livida e a un montaggio che restituisce la frustrazione e il senso di impotenza dei protagonisti.
Zodiac è così uno dei film più maturi e sottovalutati del regista, un ritratto della paranoia americana che anticipa temi e ossessioni che Fincher tornerà a esplorare in Animali notturni e nella serie Mindhunter, anch’essa disponibile su Netflix.
Leggi anche ► Su Netflix “The Killer” il thriller glaciale di David Fincher: un killer senza nome, solo metodo e follia
“Zodiac”, il serial killer. Film su Netflix | RECENSIONE
La crudeltà degli eventi viene mostrata con efferatezza dal regista e questo rende la prima parte del film quasi un film documentario. Zodiac è un thriller accurato per quanto riguarda la riproduzione dei costumi delle vittime e la cronologia degli eventi. In questo film Fincher sembra liberarsi dall’ossessione dell’intreccio della storia soffermandosi sulla psicologia dei personaggi e sul meccanismo dei loro pensieri, mettendo a nudo la solitudine sociale ed emotiva che i personaggi sembrano avere attorno.
Leggi anche ► “La donna alla finestra”: Amy Adams nella prigione mentale tra mistero e agorafobia su Netflix
David Fincher, lo sceneggiatore e il produttore della pellicola hanno trascorso 18 mesi a condurre ricerche sugli omicidi dello Zodiaco. Hanno intervistato i testimoni, familiari, sospetti, investigatori in pensione, le uniche due vittime sopravvissute e i sindaci di San Francisco e Vallejo.
Il film può essere diviso in due tempi diversi. Nella prima parte assistiamo ai ragionamenti ad alta voce, ai possibili indizi che si scambiano il detective e il reporter che si sono occupati per anni dell’indagine. Nessuno come Zodiac è riuscito ad attirare su di sé le attenzioni della stampa e dell’intera popolazione statunitense. Il killer dello zodiaco lo ha fatto in maniera sfacciata, sfidando e prendendosi gioco delle autorità e della polizia.
Leggi anche ► “Dahmer – Mostro”, la storia vera del cannibale di Milwaukee. Per stomaci forti
Chi è il vero Zodiac, serial killer? LA STORIA VERA

La caccia all’uomo è diventata una vera e propria ossessione trasformandosi nel più famoso caso irrisolto nella storia americana. Molti detective privati hanno indagato nella speranza di scoprire finalmente l’identità ed ottenere fama e gloria personale. Il nome stesso del serial killer deriva da un codice cifrato composto da trecento quaranta simboli: da qui il nome Z340. Ci sono voluti 51 anni per decifrare questo codice e ciò è avvenuto ad opera di privati cittadini.
Leggi anche ► “Copycat Killer”, un viaggio nella mente (malata) di un serial killer giapponese
Nel film su Netflix la figura del killer Zodiac compare poco ma parlano per lui i messaggi cifrati, le numerose lettere e i pensieri lasciati attraverso le telefonate anonime alla polizia. L’ uomo aveva una concezione quasi religiosa del peccato che diventa mezzo di potere per l’altra vita, elemento che dona ulteriori sfumature di morbosità alla vita e alla storia di Zodiac. Egli era convinto che gli individui da lui uccisi sarebbero stati poi suoi schiavi nell’aldilà. Nel 1974 si interrompono le comunicazioni da parte sua e la polizia continua fino ad oggi a brancolare nel buio sulla sua identità. Molti sono stati i sospettati nel corso degli anni, sia tramite esami del DNA più o meno accurati che per testimonianze di coloro che raccontano di come il padre fosse il killer e di avere assistito in prima persona ai delitti commessi.
Leggi anche ► “Mindhunter”: la serie sui serial killer, anzi su chi li studia
“Zodiac” il serial killer del film Netflix è davvero il Mostro di Firenze? TEORIE
Una tesi vede anche un coinvolgimento di Zodiac nei crimini del Mostro di Firenze. Con questa denominazione si fa riferimento ad una serie di otto duplici omicidi commessi fra il 1968 e il 1985 ai danni di coppie appartate in auto in varie zone boschive della provincia di Firenze.
“Occhio ai ragazzi”, era il messaggio impresso nei manifesti che, dagli anni settanta agli anni ottanta, riempivano i muri di Firenze e invitavano i giovani a non appartarsi in luoghi isolati perché c’era l’assassino delle coppiette.
Un’inchiesta condotta dal giornalista Francesco Amicone nel 2017 e pubblicata dalla rivista italiana Tempi (e proseguita sui quotidiani Libero e Il Giornale), sostiene che il killer dello Zodiaco e il Mostro di Firenze siano la stessa persona. Una notizia che stravolgerebbe 50 anni di indagini, processi, condanne, assoluzioni e teorie macchinose che ancora oggi si rincorrono tra gli uffici delle procure.
Ma chi sarebbe il serial killer più ricercato d’Italia? Si tratterebbe di Giuseppe Bevilacqua, originario del New Jersey, trasferitosi in Italia negli anni ’70, dal 1974 al 1989 è stato direttore del cimitero militare USA a San Casciano. La rivelazione clamorosa sarebbe avvenuta in seguito ad una telefonata in cui Bevilacqua avrebbe confessato di essere l’esecutore materiale di alcuni omicidi avvenuti in Toscana attribuiti al Mostro e avrebbe confessato di essere pure Zodiac.
Zodiac il serial killer e il mostro di Firenze: DIFFERENZE

L’ accostamento è indubbiamente affascinante: il collegamento di due dei più grandi misteri della criminologia, accomunati dall’essere ancora avvolti nel mistero a distanza di tanti anni. Questa pista, in realtà, non è stata presa in considerazione dalla procura di Firenze. L’ ipotesi non è plausibile in quanto, sebbene il modus operandi è suscettibile di cambiamento, la firma no, questa non cambia, dal momento che è qualcosa che va oltre la consapevolezza dell’offender. Il Mostro di Firenze e Zodiac sono, pertanto, due assassini differenti.
Le caratteristiche comportamentali del cosiddetto Mostro di Firenze portano a pensare di avere avuto a che fare con uno o più soggetti che avevano consapevolezza di quanto stavano facendo, che molto probabilmente agivano su comando per motivazioni varie, che conoscevano i luoghi e che avevano la possibilità o capacità di avvicinarsi alle povere vittime. La scelta del mostro ricadrà su coppie che si appartavano in cerca di intimità, per poi sorprenderle dapprima neutralizzando il soggetto maschile della coppia a colpi di arma da fuoco (la famosa Beretta cal.22) per poi agire in maniera più violenta sul soggetto femminile con un accanimento rabbioso sul corpo della donna, mutilandolo nelle parti più sessualmente rappresentative: seno e pube.
Zodiac, invece, è stato un assassino seriale che colpiva le proprie vittime senza però avere una preferenza, agiva in pubblico e non in luoghi appartati, inoltre, Zodiac sfidava con lettere enigmatiche le forze di polizia. Il Mostro di Firenze, invece, direttamente spedì, al sostituto procuratore Silvia Della Monica, una lettera contenente un lembo di seno di una delle vittime. Zodiac, a differenza del Mostro di Firenze, potrebbe essere un assassino seriale che colpiva con il solo scopo di soddisfare la sua voglia di uccidere. Gli accertamenti espletati non hanno consentito di raccogliere alcun dato obiettivo, in quanto l’inchiesta si è dimostrata essere caratterizzata da suggestioni, supposizioni, e non contiene alcun elemento valido come indizio. Si è conclusa, pertanto, con una diffamazione a carico del giornalista, che è stato querelato per i contenuti di una trentina di articoli.
Ad oggi ancora non si conosce l’identità dei due killer ma dopo l’uscita del film Zodiac il caso sul serial killer statunitense è stato riaperto.
“Zodiac”, il serial killer. Film su Netflix | TRAILER ITA
FONTI: Netflix – IMDb – Scena Criminis

