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“Midway”: le location e il vero andamento della battaglia. Tra Storia e adattamento cinematografico.

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08/05/2023 13:19 - Ultimo aggiornamento 11/05/2023 15:02

La battaglia delle Midway, ripresa nel film “Midway” del 2019, si protrasse per tre giorni. Furono giorni decisivi per le sorti del secondo conflitto mondiale, quelli che si vissero dal 4 al 7 giugno 1942, e col senno di poi possiamo dire che tanta parte ebbero nella vittoria finale delle forze alleate, quanto meno nel quadrante del Sud-Est asiatico e dell’oceano Pacifico, giacché misero fuori gioco la formidabile potenza della Marina imperiale giapponese. Ecco perché ancor prima di “Midway”, che in una settimana non si è mosso dalla Top 10 dei film più visti su Netflix, ed è attualmente il terzo, già altri due titoli erano stati dedicati a questo episodio della Seconda guerra mondiale: La battaglia di Midway, del 1976, diretto da Jack Smight; Midway – Tra la vita e la morte, del 2013 diretto, da John Real. Approfondiamo, ora, la vera storia, le location, le differenze tra i fatti reali e la finzione cinematografica di questo avvincente film di guerra. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le location del film (e gli scenari reali della battaglia)

A nord-ovest rispetto alle isole Hawaii, nell’oceano Pacifico è situato l’atollo di Midway. Oggi esso ospita una base navale e aerea dell’esercito degli Stati Uniti: ecco perché le riprese del film – che si sono protratte dal 24 settembre 2018 al 12 dicembre 2018 – ovviamente, non sono state realizzate negli stessi luoghi della battaglia. Il regista, Roland Emmerich, e la sua troupe hanno girato buona parte del film a Honolulu, la capitale delle Hawaii, nonché nella base statunitense di Schofield Barracks, nell’isola di O’ahu, che è la terza più grande dell’arcipelago delle Hawaii. Oltre che negli Stati Uniti, una parte del film è stata girata in Canada, per la precisione nella cite’ du Cinema di Montréal. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’ammiraglio Isoroku Yamamoto

Gli schieramenti in campo

Alla metà del 1942, l’Impero giapponese occupava l’intera metà occidentale dell’Oceano Pacifico, oltre alla Birmania e alla Cina settentrionale. Frattanto, lo stato maggiore della Marina imperiale giapponese preparava la guerra contro la potenza nordamericana, sfruttando la temporanea superiorità strategica e materiale ottenuta a seguito del riuscito attacco di Pearl Harbor. La cosiddetta “Flotta combinata”Rengō Kantai – dell’ammiraglio Isoroku Yamamoto s’era deciso che dovesse attaccare le portaerei americane, considerate in quel momento l’arma più pericolosa del nemico: pertanto si optò, il 2 aprile 1942, per un’operazione combinata contro le Midway. Sul fronte opposto, il 27 dicembre 1941 l’ammiraglio Chester Nimitz aveva assunto il comando a Pearl Harbor della menomata Flotta del Pacifico, in sostituzione dell’ammiraglio Husband Kimmel, esonerato per non aver saputo prevedere l’attacco a sorpresa del 7 dicembre. Nimitz disponeva ancora, dopo la totale messa fuori combattimento delle corazzate, delle sue tre moderne portaerei dotate di addestrati reparti aeronavali: USS Enterprise, USS Lexington e USS Saratoga. La trategia giapponese era quella di attirare una parte delle forze nemiche nella zona delle Aleutine mediante una manovra diversiva condotta dal viceammiraglio Boshirō Hosogaya, con tre incrociatori pesanti (Nachi, Maya e Takao), mentre gli statunitensi, essendo riusciti a decifrare i messaggi giapponesi e, ritenendo imminente l’inizio della manovra nemica, si organizzò per sorprendere i giapponesi a ovest delle Midway. Sicché le portaerei Enterprise e Hornet vennero richiamate a Pearl Harbor, mentre la Yorktown arrivò a destinazione il 27 maggio. Grazie a un complesso lavoro organizzativo, le squadre di riparazione riuscirono a rendere operativa la Yorktown (danneggiata nella precedente battaglia nel Mar dei Coralli) in soli tre giorni invece dei novanta ritenuti inizialmente necessari e, dunque, già il 29 maggio le tre portaerei erano pronte a salpare verso le Midway. L’ammiraglio Nimitz correva un grosso rischio esponendo le sue preziose portaerei in un confronto diretto contro la flotta giapponese, molto più numerosa, ma fidava di poter cogliere di sorpresa il nemico, e così fu. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’ammiraglio Chester Nimitz

L’andamento della battaglia, tra storia e finzione cinematografica

Il film è unanimemente considerato molto coerente con il reale svolgimento della battaglia di Midway, uno dei motivi del suo successo, nonché del lusinghiero 92% di gradimento del pubblico riscontrato sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes. Tuttavia, come peraltro è naturale, permangono alcune piccole differenze tra la storia vera e l’adattamento cinematografico. Ad esempio, le isole Gilbert e le isole Marshall nella realtà sono degli atolli, ma nel film vengono mostrate come isole montuose. Oppure, nella realtà, il sottomarino americano USS Nautilus non attaccò la portaerei Hiryu, come si vede nel film, bensì la corazzata Kirishima. Ancora: nella pellicola vediamo la USS Yorktown colpita dagli aerei giapponesi provenienti dalla Hiryu, l’unica portaerei nipponica superstite. Nella realtà, dopo essere stata danneggiata una prima volta dai bombardieri giapponesi, la USS Yorktown fu velocemente riparata, ma poco dopo subì un secondo attacco da parte degli aerosiluranti nipponici: fu a questo punto che l’equipaggio decise di abbandonare la nave. La USS Yorktown fu infine silurata e affondata dal sottomarino giapponese I-168, e si trovava a svariate miglia dalla USS Enterprise, a differenza delle immagini proposte nel film. Poi, nella realtà Bruno Gaido e il guardiamarina Frank O’Flaherty furono gettati in mare dai giapponesi dopo due settimane di torture, non immediatamente come nel film

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FONTI

Storicang, Donnaglamour, Netflix, Rotten Tomatoes