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“Eric”, cosa c’è di vero nella miniserie Netflix e dietro la scomparsa del piccolo Edgar

24/07/2024 13:44 - Ultimo aggiornamento 24/07/2024 13:44

“Eric”, la miniserie Netflix si ispira a fatti realmente accaduti? Ecco cosa c’è di vero e cosa è pura finzione. Il thiller ha saputo conquistare i cuori degli amanti del genere con una storia avvincente e piena di spunti di riflessione. Ambientata a New York negli anni Ottanta, “Eric” diretta Abi Morgan segue le vicende di un padre alla disperata ricerca del figlio di nove anni scomparso. Vincent, uno dei più famosi burattinai di New York e ideatore del popolare programma televisivo per bambini “Good Day Sunshine” fatica a superare la perdita del figlio Edgar. Per qeusto motivo Vincent si aggrappa ai disegni del bambino di un mostruoso pupazzo blu di nome Eric, convinto che se Eric apparirà in TV, Edgar tornerà a casa. Ma quanto c’è di vero in tutto questo? Scopriamolo! (Continua a leggere dopo la foto).

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La miniserie “Eric” racconta una storia vera?

La miniserie Netflix “Eric” rappresenta un’opera toccante per gli appassionati di thriller drammatici e di storie di resilienza umana. La star di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è intervenuta in occasione della presentazione del Next on Netflix a Londra lo scorso marzo per evidenziare la miniserie racconta di problemi reali“Si guarda alla genitorialità, al matrimonio, alla salute mentale, alla pandemia di aids. Ma anche alle continue crisi dell’omofobia e del razzismo nelle istituzioni”, ha spiegato. “Ci sono molte cose in ballo, eppure parla del nostro mondo. Non ci infila dentro cose che, purtroppo, non ci sono familiari”. Abi Morgan ha dichiarato: “Eric è un viaggio oscuro e pazzo nel cuore della New York degli anni ’80 – e nel mondo buono, cattivo e brutto di Vincent”. Ma i fatti raccontati nella miniserie sono accaduti realmente o sono pura finzione?
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Eric, i fatti di cronaca che hanno ispirato la miniserie Netflix

Facciamo chiarezza. La miniserie Netflix non racconta una storia vera e i personaggi di trama sono inventati. Eppure, oltre al fatto che i dialoghi e le ambientazioni sono realmente realistici, vi sorprenderà sapere che la miniserie si ispira a una serie di fatti di cronaca realmente accaduti. A parlarne Abi Morgan, che avrebbe delineato le vicende del piccolo Edgar tracciando la storia della scomparsa di Etan Patz. Il bambino di sei anni è scomparso nel 1979 mentre andava a scuola a Manhattan, proprio come è accaduto a Edgar nella miniserie.
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Correva il 1979 quando del piccolo Etan si sono perse le tracce. Il bambino, all’epoca, andò a scuola per la prima volta da solo. Sembra che il bambino non abbia fatto in tempo a prendere lo scuolabus. I genitori di Etan, Stanley e Julie Patz, hanno affisso numerosi manifesti, ma del bambino nessuno seppe più nulla fino a quando a confessare l’omicidio fu il 51enne Pedro Hernandez. Prima della confessione, la foto del bimbo scomparso è stata la prima a comparire su un cartone del latte con la scritta Missing, facendo di lui il bambino scomparso più famoso D’America. Il volto di Etan è finito per essere proiettato anche sugli schermi di Times Square. Molte le pubblicazioni che hanno affrontato il caso della scomparsa del piccolo Etan, tra cui il libro della giornalista e fotografa, Lisa R. CohenAfter Etan: The missing child case that held America captive. Nel 1981, il padre di Etan, Stan Patz, raccontò a PEOPLE le difficili condizioni della sua famiglia.

“Le persone vengono stuprate o uccise, e quei crimini, per quanto orribili siano, almeno sono contenuti nel tempo”, ha riferito Stan su People prima della confessione di Pedro. “In questo crimine c’è stato un inizio, ma non c’è una fine. Ci troviamo di fronte a una domanda molto reale: nostro figlio è morto o vivo? Il problema di Etan avrebbe potuto concludersi due anni fa, ma il nostro persiste”.

Le riflessioni di Abi Morgan

Abi Morgan ha riferito nel corso di un’ intervista a Today.com, che attraverso la miniserie Eric ha deciso di raccontare le ombre della società dell’epoca: “Si basa sulle ombre oscure di un’epoca. È l’epoca della metà degli anni ’80, quando l’epidemia di AIDS stava colpendo, c’era un razzismo sistematico all’interno di una serie di istituzioni di New York, c’era la gentrificazione della città che si stava verificando nello stesso momento in cui le famiglie a basso reddito stavano lottando per trovare un posto dove vivere”.
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