Un successo internazionale, e immediato, quello riscontrato da Baby Reindeer. È, notoriamente, la storia vera di una stalker: talmente vera che una donna scozzese di nome Fiona Harvey – colei che avrebbe ispirato Richard Gadd per il personaggio della stalker Martha – ha fatto causa a Netflix. E ha chiesto un risarcimento monstre di oltre di 170 milioni di dollari. Dopo il successo della miniserie, i fan sono andati a caccia dei dettagli per scoprire l’identità della vera stalker. Si preannuncia una battaglia giudiziaria e, comunque vada, un precedente importante per future controversie analoghe. E, oltre a fare giurisprudenza, il tutto desta un certo scalpore. La donna è una avvocatessa che esercita a Londra e ha già annunciato: “Sono un avvocato altamente competente. Mi difenderò da sola”.
Ora, approfondiamo la vicenda che sta facendo parlare il mondo intero.
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Fiona Harvey, la smentita e la denuncia
Diffamazione, inflizione intenzionale di sofferenza emotiva, grave negligenza e violazioni del suo diritto di pubblicità: queste le motivazioni della denuncia e della richiesta del maxi-risarcimento. Lo streamer californiano, tuttavia, non arretra di un millimetro e ha rilasciato una nota in cui afferma: “Intendiamo difendere questa questione con forza e sostenere il diritto di Richard Gadd di raccontare la sua storia”. Facciamo un passo indietro: la curiosità morbosa dei telespettatori aveva scatenato la “caccia” alla vera Martha della serie, poi individuata appunto in Fiona Harvey, una donna scozzese di mezza età. Uno tra i principali giornalisti inglesi, Piers Morgan, nel suo noto programma, l’aveva dunque invitata per intervistarla. In quell’occasione la donna aveva negato di aver perseguitato Gadd, avendogli inviato appena: “Un paio di mail” e che molti dei fatti raccontati nella serie non erano affatto veri, minacciando infine di fare causa. Come poi ha fatto. La Harvey ha fermamente negato di essere una stalker, così come le accuse di aver inviato a Gadd 41.000 email, centinaia di messaggi vocali e 106 lettere. (Continua a leggere dopo la foto)
Le accuse mosse a Netflix
Se ancora non avete visto la serie, e vi consigliamo di farlo, ricordiamo che Baby Reindeer, basata sul monologo teatrale di Richard Gadd presentato all’Edinburgh Festival, ha debuttato su Netflix in tutto il mondo l’11 aprile. Rapidamente è diventata un grande successo sulla piattaforma. Nello show, Gadd interpreta una versione romanzata di sé stesso, Donny Dunn. La serie segue Dunn mentre cerca di passare da barista a comico, attirando nel frattempo una stalker ossessionata di nome Martha. Tra le motivazioni della denuncia invece, riprese dal britannico The Guardian, possiamo leggere: “(…) menzogne che gli imputati hanno detto su Harvey a oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo includono che Harvey è una stalker condannata due volte, che è stata condannata a cinque anni di prigione, e che Harvey ha aggredito sessualmente Gadd (…) Gli imputati hanno raccontato queste menzogne e non hanno mai smesso, perché era una storia migliore della verità, e le storie migliori fanno soldi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il risarcimento monstre chiesto da Fiona Harvey
Fiona Harvey, inoltre, chiede almeno 50 milioni di dollari per danni effettivi e almeno 50 milioni di dollari in danni compensativi per “angoscia mentale, perdita di godimento e perdita di affari“. In più, almeno altri 50 milioni di dollari per “tutti i profitti di Baby Reindeer“, nonché 20 milioni di dollari per danni punitivi. Come andrà a finire, naturalmente, noi non lo sappiamo. Ma una cosa è pressoché certa: continueremo a seguire la vicenda e vi terremo aggiornati!