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“Svaniti nella notte”, la recensione del film crime italiano su Netflix con Riccardo Scamarcio. Ecco perché andrebbe visto

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11/07/2024 12:32 - Ultimo aggiornamento 11/07/2024 14:55

Perché guardare “Svaniti nella notte”: la recensione del film italiano con Riccardo Scamarcio. Diretto da Renato De Maria, questo film è stato tra i più attesi di questa calda stagione estiva. Finalmente la data del debutto è arrivata e noi siamo già pronti a condividere con i nostri lettori le prime impressioni a caldo sul remake targato Netflix del film argentino Séptimo del 2013. Ambientato in Puglia, tra le località di Bari e Otranto, “Svaniti nella notte” racconta una storia di rapimenti, menzogne, traffico illegale di droga e inganni dove nulla è come sembra. Al centro della trama, il rapporto in crisi tra Pietro ed Elena, ma anche una missione pericolosa e la misteriosa scomparsa dei figli. I sensi di colpa di Pietro riecheggiano ovunque, battendo all’unisono tra adrenalina e azione. Ecco la nostra recensione. Buona lettura! (Continua a leggere dopo la foto).

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“Svaniti nella notte”, la recensione del film italiano con Riccardo Scamarcio

La premessa del film italiano è funzionale allo scopo: insinuare nel protagonista Pietro il senso di colpa. Lo stesso che l’uomo sta provando a ‘disinnescare’ in relazione a un passato burrascoso. Pietro sposa Elena, una psichiatra americana trasferitasi a Bari per amore di lui. La coppia mette alla luce due bambini, ma presto conosce anche la crisi: il divorzio sembra essere l’unica soluzione. L’incipit si ferma qui e permette a Pietro di rimettersi nuovamente in discussione, come uomo, come marito e come padre. Un ritmo lento, almeno all’inizio, di una danza narrativa che riprende vigore non appena avviene la scomparsa dei figli della coppia. In preda a terribili sensi di colpa, Pietro dovrà ritrovare la lucidità per risolvere l’enigma, in una vera lotta contro il tempo.

Solo il pagamento del riscatto (150mila euro entro 36 ore) potrà riconsegnare i figli tra le sue braccia. A questo punto, l’intercessione di Nicola, il malavitoso con cui Pietro era in rapporti prima di “mettere la testa a posto”, verrà pagata a caro prezzo: Pietro dovrà occuparsi del trasporto di un carico di droga dalla Puglia alla Grecia. La trama del film convince, se non altro perché riesce ad andare incontro ai gusti di un pubblico preparato al crime, senza dimenticare che il dramma e la caratterizzazione psicologica dei personaggi.
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Nome di punta, quello dell’attore italiano Riccardo Scamarcio, affiancato da Annabelle Wallis, attrice inglese apprezzata dal pubblico grazie alle sue interpretazioni in La mummia (2017), Annabelle (2014) e Malignant (2021). A differenza dalle precedenti produzioni, l’attrice co-protagonista di Svaniti nella notte sperimenta la recitazione nella tipica atmosfera di un thriller tutto all’italiana, in cui lo stesso. Presente nel cast anche Massimiliano Gallo, napoletano ed espressivo -vuoi per la rinomata carriera teatrale- che sul set di Gomorra – La serie ed È stata la mano di Dio, nuovamente alle prese con un ruolo giocato tra la redenzione e la manipolazione, la luce e l’ombra di una vita che ha scelto la criminalità come necessità e rassegnazione.
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“Alcuni treni non passano per tutti e bisogna essere anche pronti a salirci in quel momento. Io al cinema dedico tutta la mia vita. D’altronde bisogna essere un po’ pazzi per fare questo mestiere” –Riccardo Scamarcio al BCT, Festival Nazionale del Cinema e della Televisione a Benevento

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Un thriller, ma anche un crime dalle sfumature drammatiche: in “Svaniti nella notte”, la regia di Renato De Maria non dimentica di mantenere sempre alta l’attenzione. Se gli elementi tecnici sembrano funzionare, accompagnati dalla colonna sonora di Jeff Russo che si impegna a non invadere mai troppo gli spazi, lo stesso risultato raddoppia se ci riferiamo alle doti interpretative degli attori. Piccola nota di demerito, un accenno al cine-turismo, che può essere giustificato dall’attraente bellezza degli scenari pugliesi che tolgono indubbiamente il fiato.
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