Un mix di horror, action-thriller e dramma in una nuova serie tv su Netflix che sta già riscuotendo successo. Inarrestabili gli ideatori della serie tv “Dark” che hanno avuto la lungimiranza di investire su un altro progetto denso di intrecci narrativi pieni di suspence. Detronizzato persino “The Crown”: la nuova serie tv di Baran bo Odar e Jantje Friese ha fatto breccia nel cuore di molti. Pensate che il gruppo Facebook di Netflix Bangers ha chiesto anche un parere sulla nuova avvincente serie tv: “Questa serie è un capolavoro ma devi avere una buona facoltà intellettuale per capirla”, ha affermato un utente, “L’ho adorata, non riuscivo a smettere di guardarla”, ha aggiunto un secondo utente, “Cattura l’attenzione, sbatti le palpebre e ti chiederai cosa sta succedendo”, ha sottolineato un terzo utente. Diventa dunque impossibile non parlarne: signori e signore ecco a voi un altro spettacolo disponibile su Netflix.
La trama della serie tv “1899” degli stessi ideatori di “Dark”
La serie tv “1899” ha fatto il suo debutto a partire dal 2022 eppure ancora oggi tutti ne parlano. Ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese, la serie tv sembra aver superato di gran lunga anche il successo di “Dark” o di “The Crown” posizionandosi al primo posto tra le più apprezzate di sempre. L’originalità risiede nella trama stessa: ecco di cosa parla “1899”. La sinossi ufficiale di 1899 recita: “Durante il loro viaggio attraverso il vasto e insidioso Oceano Atlantico, i passeggeri della Kerberos incontrano il più grande mistero della loro vita. Benvenuti in 1899, una nuova serie profondamente coinvolgente dai creatori di Dark “. La storia ha inizio nel 1899 quando a bordo del “Kerberus”, un gruppo di migranti di varie nazionalità, età ed estrazione sociale, sperano di trovare a New York un futuro migliore. Durante il viaggio, la nave riceve un misterioso messaggio con delle coordinate, apparentemente proveniente dal “Prometeus”, una nave della stessa compagnia scomparsa pochi mesi prima. Il capitano Eyk Larsen, ancora addolorato per una recente perdita familiare, interpreta questo evento come un segno legato ai suoi lutti e decide di deviare il percorso del “Kerberus” per investigare sul destino del “Prometeus”. Le storie si legano a un altro personaggio, la dottoressa Maura Franklin, tormentata da incubi riguardanti suo fratello presumibilmente a bordo del “Prometeus”. Con il passare del tempo, eventi sempre più strani e inquietanti si verificano a bordo, tra cui un allarme che induce la maggior parte degli occupanti al suicidio. Davanti all’orrore, il mistero si infittisce fino a condurre i personaggi a vivere in un futuro distopico.
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Il cast della serie tv “1899”
La serie conta su un cast internazionale che mette insieme tra gli altri interpreti francesi, tedeschi e belgi. Il primo nome è quello di Emily Beecham (Ave Cesare! dei Fratelli Coen e nel blockbuster Disney Crudelia), che interpreta Maura Franklin, neurologa e una delle prime dottoresse nell’intero Regno Unito dal carattere forte e indipendente. A seguire Andreas Pietschmann di origini tedesche e apparso già in Dark e nei recenti ultimi film della serie di Belle & Sebastianè, che interpreta Eyk Larsen, il capitano della nave. E ancora Miguel Bernardeau nei panni di Angel, un ricco passeggero spagnolo. Il personaggio ha al suo fianco un finto prete Ramiro, interpretato dall’attore portoghese José Pimentão. Ma non solo, nel cast anche Maciej Musiał che interpreta Olek, un fuochista polacco affascinato dalla bella Ling Yi interpretata da Isabella Wei, amica anche sul set di Gabby Wong che interpreta Yuk Je. Nel cast anche l’attrice e modella Mathilde Ollivier nei panni di Clémence, e ancora il personaggio di Lucien, marito di Clémence, interpretato dall’attore belga Jonas Bloquet. E per concludere Virginia, interpretata da Rosalie Craig, attrice britannica, al fianco di Alexandre Willaume e dell’attore e musicista gallese Aneurin Barnard nei panni di Daniel. Come con Dark, la rete dei personaggi è fitta. La serie tv è divisa in 8 episodi, distribuita su Netflix a partire dal 17 novembre 2022.
La location della serie tv “1899”
La serie tv è stata girata in Germania, e più precisamente nello studio Babelsberg specializzato in produzione virtuale di recente costruzione situato a Postdam, la capitale dello stato di Brandeburgo. Girata con sfondo LED (la stessa tecnologia adoperata per The Mandalorian), la serie utilizza l’Unreal Engine, motore grafico usato per i videogiochi, col quale sono stati realizzati i fondali esterni all’interno dello studio Babelsberg. Nello studio, invece, è stata realizzata un’apposita struttura per ricreare le suggestive scenografie del set. Stando a quanto comunicato da un post condiviso su Instagram sulla pagina ufficiale di 1899, le riprese della serie si sarebbero dovute svolgere anche in altre nazioni europee, ma lo scoppio della pandemia non lo ha permesso. Spagna, Scozia e Polonia, ad esempio cancellati. Unica eccezione la città di Londra ma solo per girare alcune scene.
La recensione della serie tv “1899”
Jantje Friese e Baran bo Odar, coniugi nella vita, sono riusciti a mettersi in paro con un’altra serie tv certamente complessa come Dark, dove la narrativa horror è stata sapientemente legata al fenomeno fantascientifico dei viaggi nel tempo, senza dimenticare l’action più adrenalinico. In poco più di due anni la coppia, forse affascinata dal film “Triangle” di Christopher Smith, è riuscita a rimettere mani su una sceneggiatura, quella di 1899, densa di una fitta matematica di simbolismi ed enigmi. Riuscitissime le scenografie in cui si testimonia anche lo sforzo economico di Netflix che ha sponsorizzato la serie tv come la produzione tedesca più costosa di tutti i tempi. Una traversata personificata anche dalla schiacciante multietnia dei personaggi che, a detta di alcuni, sono anche troppi. “Articolato, appagante, sorprendente: l’intreccio tra psico-thriller, fantascienza e horror è altamente vincente”, è la recensione su Movieplayer. Notevole anche il proposito dimostrato nella soundtrack, che vede la conclusione di ogni episodio accompagnato da brani quali White Rabbit dei Jefferson Airplane, la cover di All long the Watchtower di Jimi Hendrix.
I creatori di 1899 in una lunga intervista rilasciata a Indiewire hanno affermato: “Per noi era importante che nel primo episodio, fin dall’inizio, ti sentissi sbilanciato. Sembra un dramma storico del 1899, ma qualcosa non va. Quello che facciamo costantemente è giocare con le aspettative. Leggi un codice e ti aspetti qualcosa e per questo motivo ti senti al sicuro. Pensi di aver capito tutto. E a quel punto infrangiamo quell’aspettativa, e poi speriamo di darti una risposta soddisfacente. Almeno alla fine della terza stagione, ma si spera già durante la primissima stagione.”. Ed effettivamente “1899” ha ottenuto un punteggio del 77% su Rotten Tomatoes seguendo le recensioni della critica.
Quando uscirà la seconda stagione della serie tv “1899”?
“Abbiamo già dato una grande risposta nell’episodio sette della prima stagione. Non è una costante, ‘Sì, ti prendiamo in giro’ e poi lo vedi nella terza stagione. La prima stagione riguarda la creazione di un grande tema, una grande storia. Vediamo se c’è una seconda stagione, e poi inizieremo a giocare con quel tema, e idealmente avremo una risoluzione nella terza stagione. Anche in questo caso, come Dark, è pensato per essere raccontato in tre stagioni”, questa la risposta dei creatori alla fatidica domanda che senza alcun dubbio alza di molto l’asticella delle aspettative.
Quali autori hanno ispirato la serie tv “1899”
Tanti gli spunti di riflessione per una serie tv che gioca a legare molti generi cinematografici, creando nello spettatore un sano gusto per l’ascesa di un climax. Ma quali autori hanno ispirato da sempre Jantje Friese e Baran bo Odar? “Ci sono riferimenti a molti autori, a Scorsese per esempio o registi degli anni ’50. Quanto a David Lynch, più che alla sua opera nel complesso ci siamo ispirati al suo lavoro su Twin Peaks che amiamo molto. Siamo anche grandi fan di David Fincher, che consideriamo un autore efficace e intelligente. Di recente ci ha lasciati senza parole Mindhunter, una vera sorpresa per il suo essere un drama lento e focalizzato sui personaggi. È solo quello, non è Seven, non ha azione. Sono solo persone in una stanza che parlano, la cosa più difficile per un regista, perché non ti permette di usare trucchi. È una delle cose più da brividi: due persone sedute che parlano, come Robert De Niro e Al Pacino in Heat – La sfida. C’è azione in Heat, ma uno dei miei momenti preferiti è quello in cui loro parlano e basta”, ha sottolineato Baran. “Un’altra ispirazione è stata assolutamente Lost. Il modo in cui quella serie ha costruito la sua mitologia ci ha affascinato, abbiamo amato guardare quello show“, ha concluso Jantje.
Il trailer della serie tv “1899”
Fonti: Netflix, Movieplayer , Rotten Tomatoes