È scoppiata la guerra del telecomando tra le tv generaliste e le piattaforme dello streaming. In una società oramai informatizzata e dominata dalla tecnologia, questo strumento che ci appare tra i più innocui possiede, invece, un grande potere ed è capace di orientare le nostre scelte: può incidere sulle abitudini di visione dello spettatore. Ma andiamo con ordine: le smart tv, sempre più diffuse, rischiano di favorire le emittenti in streaming (Netflix, Amazon Prime, Dazn, Disney+, le più note) anche a causa del telecomando, come si dice, “semplificato”. Senza troppi tasti, atto ad accedere, interagire e a gestire le trasmissioni in streaming.
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La decisione dell’AgCom
Dunque, il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) ha avviato una consultazione pubblica nell’arco temporale dei 30 giorni – a partire dallo scorso 27 gennaio – sulle linee guida e sulle “prescrizioni regolamentari per garantire la prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale (SIG), nonché l’accessibilità del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre”, come leggiamo nel Comunicato stampa dell’AgCom. Fuori dal burocratese, che vuol dire? (Continua a leggere dopo la foto)
Le motivazioni
L’obiettivo dichiarato è quello di non penalizzare i canali generalisti della Rai, di Mediaset, La7 e le altre emittenti. Il tutto al fine di garantire “il pluralismo, la libertà di espressione, la diversità culturale e l’effettività dell’informazione”, come ha riferito a la Repubblica il commissario dell’Agcom, Laura Aria. Dunque, entro il 27 di febbraio, verrà emesso un regolamento ufficiale e da quel momento tutti i produttori di smart tv dovranno adattarsi: entro e non oltre i sei mesi. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa cambia
Nello stesso comunicato stampa del 26 gennaio, ancora la Agcom ha stabilito che le confezioni delle nuove smart tv debbano contenere non solo i telecomandi moderni, ma anche quelli tradizionali, che abbiano i classici tasti numerici dallo 0 al 9, che rendono più semplice sintonizzarsi sulle reti generaliste, nonché delle icone dedicate, analoghe a quelle con il logo, ad esempio, di Netflix, che a loro volta permettano di selezionare l’emittente generalista. Queste icone dovranno raggruppare tutti i servizi di interesse generale forniti gratuitamente dai singoli editori, i quali dovranno presentare un’apposita richiesta entro trenta giorni dall’approvazione definitiva del provvedimento.
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FONTI
https://www.wired.it/article/tv-digitale-terrestre-streaming-smart-tv-telecomando-agcom/#due