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Netflix in corsia: ecco i migliori medical drama da guardare in streaming mentre aspetti “Pulse”

07/03/2025 14:57 - Ultimo aggiornamento 07/03/2025 14:58
Migliori medical drama su Netflix

Migliori medical drama su Netflix – Da principio fu E.R. – Medici in prima linea, che non solo ha lanciato la carriera di George Clooney, ma ha anche inaugurato il filone dei cosiddetti medical drama. Da allora, è stato un fiorire di successi, basti pensare a un personaggio divenuto iconico come Doctor House. E dunque, nell’attesa di Pulse, la nuova serie Netflix presentata con roboanti annunci – è stata anche definita “il nuovo Grey’s Anatomy” –, ecco i migliori medical drama da non perdere su Netflix.

Migliori medical drama su Netflix

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New Amsterdam

Migliori medical drama su Netflix

Prodotta dalla Nbc, una delle principali emittenti degli Stati Uniti, la serie tv iniziata nel 2018 si conclude con la stagione 5, che è anche l’ultima, come è stato annunciato e che vedremo in streaming su Netflix il primo giugno 2025. Nella quinta nonché ultima stagione di New Amsterdam – 13 episodi, tutti della durata di 43 minuti – ritroveremo il dottor Max Goodwin, ritornato al timone dell’ospedale dopo un anno alquanto movimentato. Prima di riprendere in mano la direzione dell’ospedale di New York, Max deve affrontare i problemi personali che lo hanno investito alla fine della quarta stagione.

Il dottor Goodwin dovrà anche infondere all’intero team un ritrovato ottimismo. La dottoressa Bloom, invece, porterà avanti un percorso personale, compreso il complicato rapporto con la sorella Vanessa, da cui si è allontanata e forse in maniera irreparabile. Circa il dottor Frome, dovrà affrontare grossi problemi legati al suo matrimonio con Martin. Il dottor Reynolds continuerà a scavare nel rapporto con il padre Horace, scomparso da tempo. Infine, la dottoressa Elizabeth Wilder, assunta solo da un anno, continuerà a lavorare sodo con l’obiettivo di diventare una valida risorsa per il futuro del New Amsterdam.
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The Resident

Migliori medical drama su Netflix

The Resident, giunto alla sesta stagione, si è affermato tra i medical drama di maggior successo, grazie alla sua particolare visione, assai critica, del sistema sanitario e delle cliniche private, spesso legate a interessi delle aziende farmaceutiche: una lodevole e importante denuncia sociale. Lo slogan della sesta stagione, “Defiance is the best medicine”, sottolinea come le sfide mediche siano diventate sempre più estreme, con casi di malattie rare e difficili da curare. Ad esempio nell’ultima stagione, al Chastain Memorial Hospital, ora diventato un ospedale pubblico, la scarsità di fondi rappresenta una minaccia costante, aggravata dalla possibile elezione di un nuovo governatore della Georgia intenzionato a tagliare ulteriormente le risorse.

Ampio spazio anche a vicende mediche ispirate dall’attualità e ai rapporti personali tra i dipendenti dell’ospedale. Tutto ha avuto inizio con Devon Pravesh, un medico che si è appena laureato ad Harvard, arriva al Chastain Park, un ospedale di Atlanta, come specializzando (o “resident“, da cui il nome della serie), e viene assegnato al dottor Conrad, il quale ha avuto una relazione con l’infermiera Nicolette. Frattanto, nello stesso ospedale, il primario di chirurgia, il dottor Randolph Bell, ha un problema: un tremore alle mani, che è anche la causa della morte di molti pazienti, ma che tiene nascosto. Sono solo i primissimi spunti di una trama lunga e complessa.
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The Trauma Code

Migliori medical drama su Netflix

La serie coreana affronta il lato più crudo e realistico della professione medica, tra etica, adrenalina e decisioni di vita o di morte. La corsia dell’ospedale non è più solo una semplice “location”, ma lo spettatore viene immerso nelle dinamiche della medicina d’urgenza e viene coinvolto con un impressionante iperrealismo nelle complesse dinamiche che si muovono lungo il confine tra la vita e la morte. La serie segue Baek Kang Hyuk, un chirurgo traumatologico di fama mondiale con esperienza in zone di conflitto: assunto in un centro traumatologico universitario, Kang Hyuk, noto per i suoi modi decisi, trasforma il suo team in un’unità capace di salvare vite in situazioni critiche, ma il suo approccio rivoluzionario sconvolge l’ordine interno dell’ospedale.

Purtroppo, mentre il team aumenta il numero di pazienti salvati, l’ospedale affronta difficoltà finanziarie a causa dei costi elevati delle cure, mettendo in discussione la sostenibilità del loro operato. La serie, dunque, esplora le sfide etiche e pratiche di una certa portata della medicina d’urgenza in un contesto ospedaliero. The Trauma Code è stata girata in ospedali reali per aumentare il realismo delle scene chirurgiche, e gli attori hanno ricevuto una formazione medica di base per interpretare al meglio i ruoli
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Tutto chiede salvezza

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L’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli (Mondadori 2020), vincitore del Premio Strega Giovani 2020, è stato un enorme e inatteso successo. La serie italiana ne ha ricalcato fedelmente la trama. Daniele ha vent’anni e, una mattina, si sveglia nello stanzone di un ospedale, con sei letti. Non ha idea di come ci sia arrivato, finché gli viene comunicato che è stato disposto per lui un TSO, dopo che è stato colto da una crisi di rabbia molto violenta. Dovrà trascorrere sette giorni in osservazione, parlare con gli psichiatri, cercare di spiegare perché il mondo gli fa così male. In realtà Daniele è un ragazzo come tanti, dotato però di una sensibilità estrema. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto di psichiatria: personaggi decisamente bizzarri ma anche teneri, a modo loro, travolti dalla vita precisamente come lui. Nella seconda stagione, invece, sono trascorsi due anni e molte cose sono cambiate.

Daniele e Nina sono diventati i genitori della piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un genitore affidabile. Purtroppo, invero inspiegabilmente, e scatenando le proteste dei fan, la serie non è stata rinnovata per una terza stagione.
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L’infermiera

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Tecnicamente, possiamo parlare di medical drama, ma anche di true crime. La miniserie danese racconta la angosciante vicenda di Christina Aistrup Hansen: la donna uccideva i suoi pazienti dell’ospedale “Nykøbing Falster” di Guldborgsund, nella Danimarca meridionale, facendo loro assumere, inconsapevolmente, ingenti dosi di morfina e diazepam (Valium). Fu scoperta, e fu così dato l’avvio alle indagini, dalla sua collega Pernille Kurzmann Larsen, che convinse la polizia a indagare su ciò che avveniva all’interno dell’ospedale.

Nel 2015, quando i suoi omicidi seriali vennero alla luce, la pacifica e civile Danimarca ne rimase sconvolta. Il processo suscitò clamore mediatico, anche per le testimonianze dei colleghi, talmente circostanziate da gettare ombre sinistre sull’intero suo reparto.
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Respira

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Uno dei creatori della serie spagnola tra le più amate, ÉliteCarlos Montero, ha diretto il primo medical drama spagnolo: Respira, distribuito con il titolo internazionale Breathless, protagonista con Manu Rìos. Biel è uno degli specializzandi che lavora in un ospedale pubblico da diversi mesi. Centinaia di turni, migliaia di ore, che gli lasciano appena il tempo per la sua vita. Ma è la sua vocazione, ed è disposto a fare qualunque cosa. Ciò che non immagina è che in ospedale scoppierà uno sciopero totale, senza servizi minimi. I medici sono costretti a farlo per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica al loro lavoro essenziale e per protestare contro tutti i tagli intollerabili che il sistema sanitario pubblico sta subendo.

Ma Bienne e gli altri residenti non sanno se accettare questo sciopero che potrebbe avere conseguenze fatali per i pazienti. E a partire da questo conflitto interiore conosceremo ciascuno di loro nella loro quotidianità: chi sono questi ragazzi che in ospedale fanno di tutto, assumendosi responsabilità eccessive, e chi sono questi adulti disposti a perdere tutto nella vita quotidiana. per combattere per ciò in cui credono?
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