La bellissima città di Napoli è essa stessa una colonna sonora. Fateci caso, a Napoli cantano tutti e i vicoli sono invasi dalle note. Napoli e la musica sono un binomio inscindibile. Se volete un consiglio, più che Gigi D’Alessio e il filone neomelodico, riscoprite le canzoni (meglio: le poesie in musica) dell’Ottocento o delle prime decadi del Novecento: capolavori senza età, resi noti nel mondo da Roberto Murolo, Sergio Bruni e tanti altri. Reginella, Maria Marì, Era de Maggio, Voce ’e notte, sono decine i nomi che potremmo fare. Oppure, anche gli anni Settanta, Ottanta e Novanta hanno rappresentato l’esplosione di nuove sonorità. Pensiamo a Pino Daniele, ai Napoli Centrale, alla sintesi tra il rap militante e il dub dei 99 Posse o degli Almamegretta e alle melodie dei 24 Grana. Colonna sonora di quello che nei fantastici anni Novanta era definito “Rinascimento Napoletano”. Questo per dirvi che “La vita bugiarda degli adulti” e “Mare Fuori”, accompagnati da bellissime colonne sonore, hanno riacceso l’interesse verso la musicalità della lingua napoletana, che peraltro è stata inclusa come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. (Continua a leggere dopo la foto)
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Indice
Gli anni Novanta e il “Rinascimento napoletano” (La vita bugiarda degli adulti)
La vita bugiarda degli adulti, basata sull’omonimo romanzo di Elena Ferrante (seguito, a sua volta, de L’Amica geniale), è temporalmente collocata in questa decade di grande fermento. La giovane protagonista, Giannina, interpretata da Giordana Marengo, è assidua frequentatrice del noto centro sociale in zona Gianturco, l’Officina 99. Da qui sono partiti i 99 Posse, che peraltro, nella serie, vediamo esibirsi dal vivo con “S’addà appiccià”; stesso dicasi per Raiz, già frontman degli Almamegretta (e oggi, come vedremo, pure attore), assieme agli Zezi. Il video che vedete sopra è quello ufficiale di “Nun te scurda’“ (1995), uno dei brani più celebri della band, presente nella colonna sonora. E poi c’è la struggente serie di brani originali, in tutto quattordici, scritti da Enzo Avitabile proprio per la serie Tv.
‘E ssentevo quanno ero figliola, ‘o cchiammavano ammore
chellu fuoco ca te nasce mpietto e ca maje se ne more
‘e ccumpagne parlavano zitto ‘e na cosa scurnosa
ca na femmena ‘a fa sulamente ‘o mumento ca sposa
Mare Fuori, un fenomeno (anche) musicale
Raiz, l’ex leader degli Almamegretta, è qui in doppia veste. Come attore veste i panni del boss Salvatore Ricci, e come musicista ha collaborato alla scrittura di tre brani e appare nella sigla della serie. Il polistrumentista autodidatta Stefano Lentini ha firmato tutti gli altri brani. In particolare, la sigla iniziale è oramai stranota. A cantare è Matteo Paolillo, salernitano, attore (veste i panni di Edoardo nella serie) e cantante, che quella traccia l’ha scritta. Matteo è stato ospite a Sanremo 2023 per cantare, insieme al cast di Mare Fuori, proprio la sigla ‘O Mar For. Un accalorato invito alla speranza per i ragazzi dell’Istituto penale minorile. (Continua a leggere dopo la foto)
Nun te preoccupa guaglio, c sta o mar for
C sta o mar for, c sta o mar for
Aret e sbarr, sott o ciel c sta o mar for
Le altre colonne sonore Made in Napoli
Non si contano i film con canzoni napoletane (vecchie e nuove). Ci limitiamo a citare:
Ladri di Biciclette (1948), leggendaria opera di Vittorio De Sica, in cui è presente una delle canzoni più celebri di Napoli, la “Tammurriata Nera“, conosciuta in tutto il mondo;
Totò, Peppino e la…Malafemmina (1956), in cui la celebre canzone “Malafemmina“, scritta da Totò in persona, è cantata da Teddy Reno;
Passione (2010), che ripercorre la storia di Napoli declinata in musica. Nel film sono presenti moltissime canzoni antiche come “Era de Maggio“, “Dove sta Zazà”, “Indifferentemente”, oltre a quello che viene considerato una sorta di inno della città: “Napule è” dell’indimenticabile e indimenticato Pino Daniele.
Infine, va menzionata anche la serie Gomorra, che ha dato voce alla animatissima scena Rap partenopea, con nomi quali ‘Nto e Lucariello, autori della bellissima sigla “Nuje vulimme ‘na speranza“.
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