Diciamolo: se le piattaforme streaming hanno tanto successo è anche per un certo scadimento dell’offerta della televisione generalista, servizio pubblico compreso. Ecco perché il canone Rai è sempre più spesso visto come un inutile balzello. Eppure, va pagato. O forse no? Ci sono grandi novità all’orizzonte. Ecco tutto quello che avete bisogno di sapere sulla eventuale disdetta (sì, ora si può. Legalmente), sulla modalità di pagamento, sulla cifra e tutte le novità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Canone Rai, chi è esentato dal pagarlo
Al momento sono esentati di diritto dal pagamento del Canone esclusivamente coloro che abbiano compiuto almeno 75 anni di età, che vivano da soli o in coppia, e che nell’anno precedente abbiano maturato un reddito complessivo – sommando il proprio e quello dell’eventuale coniuge – pari o inferiore agli 8.000 euro. Sono, inoltre, esentati dal pagamento i diplomatici, i funzionari di organizzazioni internazionali, gli impiegati consolari, i militari di cittadinanza non italiana, il personale civile delle forze Nato di stanza in Italia. Chi ha il diritto all’esenzione deve presentare una dichiarazione sostitutiva entro il 31 gennaio. Questo documento è disponibile per l’invio telematico sui siti della Agenzia delle Entrate e della stessa Rai. Occorre precisare che la dichiarazione sostitutiva ha validità permanente. Se negli anni avvenire il soggetto continuerà a mantenere i requisiti richiesti (per quanto riguarda reddito e occupazione lavorativa), non sarà necessario rinnovare la richiesta di esenzione.
Come disdire il Canone Rai
Ma si può anche – e questa è la grande novità – disdire volontariamente il servizio: si può fare richiesta di esenzione dal pagamento dichiarando di non possedere in casa alcun apparecchio televisivo. Per effettuare la richiesta basta entrare sul sito dell’Agenzia delle Entrate e scaricare l’apposito modello di dichiarazione sostitutiva. In questa dichiarazione bisognerà puntualizzare che “La rete elettrica per uso domestico” venga utilizzata “esclusivamente per la luce e gli elettrodomestici” e che nell’appartamento “non esiste alcun apparecchio televisivo”. D’altronde come sappiamo bene, la programmazione può essere seguita anche attraverso dispositivi quali Pc o tablet, il cui utilizzo non è soggetto ad alcuna tassazione. La dichiarazione deve essere inviata attraverso l’apposita pagina online che si trova sul sito dell’Agenzia delle Entrate e che ritrovate nel precedente paragrafo. Se inviata adesso o comunque entro il 31 giugno, la richiesta l’esenzione riguarderà il secondo semestre del 2023. Nel caso fosse, invece, inoltrata a partire dal primo luglio 2023, l’esenzione riguarderà il 2024. Importante: tale richiesta ha validità annuale, dunque la procedura va ripetuta di anno in anno. (Continua a leggere dopo la foto)
Canone Rai in bolletta: verso l’addio
È stato il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, a confermare che il Canone Rai sarà espunto dal prossimo anno dalla bolletta della luce, attraverso la quale tuttora si paga il Canone stesso con rate bimestrali. La riforma del 2016 voluta dal governo Renzi aveva previsto l’addebito del Canone Rai in bolletta. Ora l’Italia, con questo scorporo, rispetta gli impegni presi con l’Europa tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in cui tra le altre cose si diceva che dai costi dell’energia sarebbero spariti tutti gli “oneri impropri”. Il cosiddetto Decreto Energia del governo Draghi, approvato il 13 aprile 2022, già prevedeva la misura ma, poi, è stata confermata l’imposta nella fattura energetica.
Le nuove forme di pagamento
Quali sono le ipotesi in merito alle nuove forme di pagamento, ora che la bolletta non comprenderà più il Canone Rai? Una è già stata esclusa: quella di tornare al vecchio sistema del bollettino postale che potrebbe portare a un aumento dell’evasione. Ad oggi la soluzione migliore sembra essere quella di riscuotere il Canone Rai attraverso la Dichiarazione dei redditi, come deterrente alla evasione stessa. Un’altra ipotesi allo studio è quella di puntare sulle società regionali, le quali si occuperebbero esclusivamente della gestione degli incassi.
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