In attesa della quarta stagione, vi raccontiamo come dietro i giovani personaggi del cast della fortunatissima serie italiana “Mare fuori” si nascondano storie vere: non solo nel senso che esse stesse racchiudono la precoce parabola criminale di tanti ragazzi cresciuti in contesti difficili, ma esattamente perché – come, ad esempio, anche nella serie Gomorra – alcuni personaggi sono fortemente ispirati a ragazzi che esistono davvero, che hanno sbagliato, che sono ancora “ospiti” del (vero) carcere minorile dell’isola di Nisida. Il penitenziario più panoramico d’Italia è replicato nel fittizio IPM riprodotto al Molo San Vincenzo del porto di Napoli. Non divaghiamo oltre e conosciamo questi ragazzi e le loro storie, assai simili a quelle della serie visibile su Netflix e su RaiPlay. (Continua a leggere dopo la foto)
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Indice
Il vero Micciarella
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Giuseppe Pirozzi nella serie è Micciarella. Il giovanissimo attore – che peraltro è il figlio dell’interprete di Lelluccio Magliocca in Gomorra, ma questa è un’altra storia – è l’alter ego di un giovane della Sanità. La Sanità è un popoloso rione nel centro di Napoli, famoso per aver dato i natali a Totò, ma anche per essere una roccaforte di alcuni clan. Ebbene, in questo “buco nero pieno di contraddizioni”, come ebbe a descriverlo il grande Ermanno Rea, si muoveva il ragazzo che ha ispirato il personaggio. Un reportage de Il Messaggero ha permesso di entrare a Nisida e conoscere il vero Micciarella. Apriamo una parentesi: si noterà che i personaggi sono identificati per lo più con i soprannomi: è una cosa molto comune negli ambienti delinquenziali. E Micciarella (piccola miccia) sta ad indicare un carattere fumantino ed esplosivo. Il vero Micciarella è un giovane italo-thailandese effettivamente dal carattere difficile, protagonista di un acceso scontro con i suoi compagni di cella appena il giorno prima che i reporter del quotidiano romano entrassero nel penitenziario minorile..
Pinuccio o Pino o’ Pazzo, l’alter ego di Agostino
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Il 19enne Agostino, che nella serie è interpretato da Artem Tkachuk che presta il volto a Pinuccio, è stato arrestato dopo una rapina finita male, e dopo aver spaccato la testa al testimone che aveva fatto “l’infame”. Per Agostino, come egli stesso racconta, si è aperto un mondo nuovo, essenzialmente per le regole, cui certo non era abituato: anzitutto, la sveglia alla 7.30, perché se arrivi in mensa dopo le 8.30 non mangi. Mentre lui era abituato a dormire tutta la mattina, riservando le notti ai bagordi e alla droga insieme alla sua paranza (termine che indica, in gergo napoletano, i piccoli gruppi criminali.
Salvatore, il vero O’ Pirucchio
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Anche “Il pidocchio” esiste davvero, e si chiama Salvatore e nella serie ha il volto di Nicolò Galasso. Precisamente come nella serie, egli è stato denunciato dalla mamma, cui rubava i soldi per drogarsi. A differenza di quasi tutti gli altri ragazzi detenuti, Salvatore non è nato in un contesto delinquenziale: ha scelto spontaneamente di intraprendere la strada della criminalità.
O’ Comandante, in realtà, è una comandante
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Lasciate perdere Carmine Recano. Eleonora Ascione, questo il suo nome, è la prima donna comandante nel penitenziario. Ella stessa racconta come sia stata, inconsapevolmente, la figlia di 8 anni a spingerla a guardare Mare Fuori: “Sono stata costretta a vedere la serie il giorno che si è rivolta a me con una battuta ormai celebre della serie: “Uè, io sono Rosa Ricci e tu chi cazz’ si’ per dirmi quello che devo fare?”. Ha, quindi, preso la decisione di guardare la serie proprio assieme alla bambina, per illustrare i valori positivi da seguire nella vita e stigmatizzare le scelte sbagliate. Il rischio, evidentemente – e se ne parla molto in merito a produzioni del genere –, è quello dell’emulazione. “Questi ragazzi più che il mare fuori hanno il vuoto dentro”.
Il vero direttore, Gianluca Guida
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Anche in questo caso, scordatevi di Carolina Crescentini. È un uomo il direttore del carcere. E la pensa diversamente dalla comandante Ascione: per Gianluca Guida la serie “Non è come Gomorra che racconta solo il male, c’è la speranza di cambiamento in questa serie tv e in qualche modo dà un senso al lavoro che facciamo qui dentro, cioè cercare di restituire alla società questi ragazzi migliorati”.
La vita nel vero penitenziario minorile di Nisida
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Anche se le risse sono all’ordine del giorno, le possibilità di riscatto sono fornite, ad esempio, dai laboratori di pasticceria e di artigianato presepiale. Al momento ci sono 55 detenuti, il massimo della capienza regolamentare; il 60% sono italiani e hanno un’età compresa tra i 16 e i 22 anni. Tre, essenzialmente, i reati per cui sono dentro: spaccio, rapina e, in alcuni casi, omicidio. Alcune differenze con la serie: di permessi premio ce ne sono pochissimi a Nisida, appena 6 su 55 detenuti, e il braccio femminile è chiuso da anni. All’interno del carcere agisce la comunità Jonathan. Il suo animatore, Enzo Morgera, ha raccontato: “La maggior parte di questi ragazzi non sa scrivere in italiano, non conosce il corsivo, ha grosse difficoltà a leggere un testo e persino le lancette dell’orologio. Li accompagniamo alla licenza media che hanno 19-20 anni. Sono spavaldi con una pistola in mano ma quando escono dal loro rione si perdono”.
Dove vedere in streaming la terza stagione di “Mare Fuori”
Tutti i 12 episodi della terza stagione sono disponibili su RaiPlay, dove è visibile anche “Mare Fuori #Confessioni”, composto da 25 episodi in cui protagonisti della serie si raccontano. E su Netflix, vi starete chiedendo? Il 10 giugno 2022 la piattaforma streaming ha inserito in catalogo le prime due stagioni. Oltre un anno dopo il loro debutto su Rai 2 e RaiPlay. Anche per la terza stagione, dunque, bisognerà attendere: presumibilmente approderà su Netflix tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
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