“Under Paris” entra nella top 10 su Netflix. Per recensire un film come “Under Paris” non si può che cominciare dal cast che contempla nei panni della protagonista l’attrice nominata all’Oscar nel 2012 per The Artist ovvero Bérénice Bejo. Nel corso di un’intervista, l’attrice ha affermato: “Mi piaceva l’idea che uno squalo potesse perdersi nella Senna. Quando questo genere di film è fatto bene, è un puro piacere per lo spettatore”. Dunque la sua interpretazione non poteva che calarsi al meglio nella parte della scienziana-eroina pronta a sfidare il pericolo anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita. La minaccia rappresentata da un squalo, inoltre, tinteggia questo film thriller di sfumature horror.
Al centro della storia Sophie, scienziata dall’intuito brillante scopre uno squalo assetato di sangue che si aggira negli abissi del fiume minacciando una competizione olimpionica in corso. Il massacro di massa nel cuore della città sembra essere inevitabile e Sophie si troverà nelle condizioni di affrontare da sola la situazione evitando l’incubo di una strage.
Ma qual è la metafora del film diretto da Xavier Gens e cosa ne pensano i cinefili che lo hanno già guardato su Netflix? Il thriller ambientato nelle viscere della romantica capitale francese sembra aver diviso il pubblico tra coloro che lo apprezzano – soprattutto in merito agli effetti speciali– e coloro che lo criticano per la trama e il finale. (Continua a leggere dopo la foto).
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“Under Paris”, un thriller con sfumature horror che non mette tutti d’accordo
Insomma, per niente male l’intuizione della trama del film: una Parigi sottoterra popolata da squali, cosa di più accattivate di questo? Sfortunatamente, molti spettatori ritengono che questa premessa non sia stata sviluppata adeguatamente. Un commento di un utente riassume bene questo sentimento: “L’idea è stata carina, il film non ne male ma il finale… mi ha fatto veramente schifo”. Diversi spettatori hanno trovato la storia inverosimile e mal gestita, con alcuni che l’hanno definita una “cretinata senza confini” e una “boiata pazzesca”.
“Under Paris”, gli effetti speciali: un punto di forza del thriller
Un elemento che ha generato opinioni miste sono gli effetti speciali per cui un accenno alla regia del film è dovuto. Dietro alla macchina da presa un regista e sceneggiatore, Xavier Gens, particolarmente attento agli effetti speciali. Il debutto nel lavoro doppio come sceneggiatore-regista è avvenuto nel 2007, con l’horror-splatter Frontiers – Ai confini dell’inferno. Ma Xavier Gens ha avuto a che fare anche con le riprese del film “Hitman – L’assassino” nel 2007. Contaminazioni di genere, insomma, che lasciano comprendere il taglio, ma con “Under Paris” l’effetto è stato convincente?
Sembra che alcuni spettatori abbiano particolarmente apprezzato la scelta e l’uso degli effetti speciali, trovandoli un punto di forza del film: “Si salva qualche effetto speciale ma niente di più”. Tuttavia, altri hanno avuto un’opinione completamente opposta, criticandoli per aver reso il film ancora più votato alla finzione: “Per me brutti pure gli effetti speciali, rendono il film più finto di quanto già lo sia!”.
“Under Paris”, la recitazione e il budget puntano tutto sul finale del film?
Aperta anche la questione del budget che, con effetti speciali da capogiro, non può che essere un altro punto cruciale da affrontare. Un commento interessante suggerisce che il film sia andato incontro ad alcuni limiti economici che impediscono di sfruttare al massimo il potenziale della trama e degli effetti speciali: “Anche se la trama non è delle migliori, un film che può godere di fondi illimitati e pertanto effetti speciali costosi e attori di prim’ordine possiede comunque fascino… In questo caso però è palese un limite economico”. Questo aspetto, dunque, sembra aver influito negativamente anche sulla qualità della recitazione, con attori che, pur di primo ordine, non sono riusciti a salvare la pellicola. Ma la scommessa del colpo di scena finale ha fallito?
Dai commenti degli utenti si apprende che anche il finale del film non sia riuscito a convincere del tutto. L’epilogo è descritto come improbabile e deludente, una conclusione che non ha saputo riscattare le carenze della trama: “Carino. Solo il finale è un po’ improbabile cioè tutto è improbabile. Però il finale un po’ troppo improbabile”. Alcuni spettatori non sono neanche riusciti a completare la visione del film a causa del peggioramento progressivo della qualità: “A parte il messaggio che non fa una piega, il film è diventato grottesco man mano che andava avanti… Non l’ho terminato!”. Insomma, “Under Paris” potrebbe essere una scelta accettabile se sceglierete di trascorrere una serata davanti al piccolo schermo senza grosse pretese e se riuscirete a chiudere un occhio e ‘perdonare’ il tentativo esuberante di un thriller riuscito per metà.
Fonti: Netflix