
Una terapia di gruppo è appena arrivato su Netflix Italia e si sta imponendo come una delle commedie più commentate del momento: mentre scriviamo è il terzo film più visto. Remake italiano della fortunata commedia spagnola Toc Toc, porta in streaming una storia corale che mescola umorismo, nevrosi e un sorprendente senso di umanità. Diretto da Paolo Costella, il titolo si inserisce nel filone delle commedie intelligenti: ritmo veloce, dialoghi calibrati, interpretazioni in stato di grazia.

Una riflessione leggera ma mai superficiale sul bisogno di capirsi, accettarsi e ridere di sé. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su Una terapia di gruppo: dalla trama al cast, dalla recensione al dietro le quinte. [TRAILER in fondo]
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- Titolo originale: Una terapia di gruppo
- Formato: Film
- Durata: 100 minuti
- Genere: Commedia
- Paese: Italia
- Lingua originale: Italiano
- Regia: Paolo Costella
- Sceneggiatura: Michele Abatantuono, Lara Prando
- Produzione: Picomedia, Warner Bros. Pictures
- Cast principale: Claudio Bisio, Claudio Santamaria, Margherita Buy, Valentina Lodovini, Leo Gassmann, Ludovica Francesconi, Lucia Mascino, Nicola Pistoia, Debora Villa
La storia di Una terapia di gruppo si svolge interamente nell’attesa di uno psichiatra che non arriverà. Sei pazienti, ognuno con una diversa forma di disturbo ossessivo, si ritrovano nello studio del Dottor Stern per un malfunzionamento del sistema di prenotazioni. L’imbarazzo iniziale diventa il punto di partenza per una convivenza forzata che mette a nudo fragilità, paure e meccanismi di sopravvivenza.
Federico convive con una variante della sindrome di Tourette, Annamaria non riesce a gestire l’ansia del controllo, Emilio è un tassista aritmomane, Bianca vive prigioniera dell’ossessione per l’igiene, Otto non può staccarsi dalla Rete per paura di essere escluso, Liliana ripete tutto due volte per ritrovare una simmetria che la rassicuri. Nell’attesa del medico, il gruppo inizia a parlare, a riconoscersi, a specchiarsi l’uno nell’altro. E lentamente nasce un inaspettato percorso collettivo che li porta a confrontarsi con ciò che più li spaventa.
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Le riprese sono state effettuate prevalentemente in interni, per ricreare l’effetto di claustrofobia narrativa che sostiene l’intera storia. La commedia diventa così un piccolo laboratorio umano, in cui le nevrosi si trasformano in strumenti per leggere la vulnerabilità contemporanea.

Il cast e i personaggi
Il film italiano riunisce un cast di interpreti che rappresentano alcune delle voci più solide e riconoscibili della commedia e del dramma italiano contemporaneo. Claudio Bisio conferma la sua capacità di passare con naturalezza dal registro comico a quello più emotivo: reduce dal successo di Benvenuti al Nord e da anni di teatro e televisione, costruisce un Federico credibile, misurato e mai sopra le righe, nonostante la complessità del personaggio.
Accanto a lui, Claudio Santamaria – premiato con il David di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot – porta in scena un Emilio trattenuto e malinconico, dimostrando ancora una volta un talento versatile che gli permette di attraversare generi diversi senza perdere intensità.
Margherita Buy, una delle attrici più premiate del cinema italiano, offre una prova sottile e calibrata: la sua Annamaria vive di sguardi, silenzi, impercettibili scarti emotivi che rivelano il disagio del controllo compulsivo.

Valentina Lodovini, già apprezzata in Perfetti Sconosciuti, restituisce con delicatezza la fragilità di Bianca, mentre Lucia Mascino porta la sua consueta precisione attoriale nel ruolo della segretaria Sonia, arricchendo il film di una presenza comica mai caricaturale. Ludovica Francesconi, nota al pubblico più giovane per Sul più bello, dà freschezza al personaggio di Liliana, mentre Leo Gassmann, al suo primo ruolo cinematografico significativo, sorprende per naturalezza e tenuta scenica.
La nostra recensione
La regia di Paolo Costella mantiene un ritmo teatrale ma mai statico: la camera si muove tra dialoghi incalzanti e spazi chiusi trasformati in terreno di confronto emotivo. La forza del film sta nella sua leggerezza intelligente: ride delle manie senza deriderne i portatori, costruisce empatia invece che distanza. Larga parte del successo va ascritto all’efficacia del cast e la capacità di adattare un testo già noto all’immaginario italiano contemporaneo. Da apprezzare soprattutto l’equilibrio tra comicità immediata e sottotesto più amaro, oltre alla coralità del racconto, che ricorda la tradizione della commedia italiana più brillante.

È ispirato a una storia vera?
No. Una terapia di gruppo è tratto dal film spagnolo Toc Toc, come detto, a sua volta adattamento dell’omonima pièce teatrale di Laurent Baffie. Non si basa su fatti reali, pur affrontando tematiche psicologiche riconoscibili.
Disponibile ora su Netflix
Il film è già disponibile per lo streaming ► GUARDA SU NETFLIX

