La recensione di Netflixmania sulla serie tv “The Decameron”. L’attesa si è da subito fatta sentire: per comprendere il modo in cui il pubblico ha recepito la notizia del debutto di una serie tv ispirata all’opera letteraria di Giovanni Boccaccio, basta leggere i commenti dei nostri lettori: “Finalmente un prodotto di qualità!”, “La curiosità di vederla è molta, ma mi chiedo se sarà mai all’altezza dell’opera originale”. Adesso che i primi 8 episodi della serie tv “The Decameron”, ideata da Kathleen Jordan e diretta da Michael Uppendahl (Ratched, American Crime Story), sono stati resi disponibili sulla piattaforma streaming di Netflix è arrivato il momento di esprimere anche il nostro punto di vista! (Continua a leggere dopo la foto).
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“The Decameron”, similitudini e differenze rispetto al capolavoro di Giovanni Boccaccio
Il contesto storico
“In tempi di crisi, il divario tra chi ha e chi non ha diventa sempre più ampio”, la voce narrante crea un incipit che trasporta da subito lo spettatore nel centro nevralgico della storia, fedele almeno nelle premesse al capolavoro di Boccaccio, ma pronta a spiccare il volo e giocare anche di fantasia. Un esperimento ben riuscito? Il dramedy storico in stile soap ha senza alcun dubbio saputo raccontare le cause e gli effetti della divisione in classi, ma anche le conseguenze della lotta per il potere e per la sopravvivenza. A fare da sfondo e solleticare gli appetiti, l’imcombenza della peste bubbonica del 1348, portatrice di malattia e morte. Chi lotterà a favore del gruppo? Chi invece del singolo? Il contesto storico utilizzato da Giovanni Boccaccio per dare vita alle sue cento novelle è lo stesso della serie tv e in sintesi l’idea di base è uguale: rifugiarsi in una villa fuori città è l’unica soluzione per sopravvivere alla terribile ondata della peste nera.
“Ovviamente, è qualcosa che abbiamo visto negli ultimi anni, in particolare con il COVID“. ha riferito l’ideatrice della serie tv
Il divario tra ricchi e poveri
Come di ispirazione all’opera letteraria di Giovanni Boccaccio, ai nobili non resterà che portare con sè la servitù per ritirarsi a Villa Santa, lontana dalla macchia nera che sta terrorizzando le città. Da qui in poi la regia della serie tv decide di proseguire da sola rispetto al capolavoro originale, pur senza perdere di vista il focus di trama: assottiliare il divario tra ricchi e poveri. Lo scopo? Riscoprire il genere umano, ugualmente assorto nei propri timori per il futuro, pronto a resistere alle intemperie, e perché no, deciso a levar via il velo della discriminazione di classe in nome del piacere della vita a 360°. Nella serie tv, la narrazione è continua e mira dritto a raggiungere speditamente un capitolo finale. Ma fino a che punto l’essere umano è disposto a cambiare?
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“Quando arriva qualcosa come una pestilenza, il terreno si calma”, ha detto Tony Hale che nella serie tv è Sirisco. “Non importa. Allora in cosa sto investendo? In quali relazioni sto investendo? Come sto trattando le persone? Questa è la cosa che conta“.
La caratterizzazione dei personaggi
Un gruppo di giovani composto da 7 donne e 3 uomini in una villa fuori città per salvarsi dalla peste nera: i personaggi scelti per mettere insieme le cento novelle di Giovanni Boccaccio si presentano, ma mai nella loro caratterizzazione psicologica. Nella serie tv “The Decameron”, invece, ogni ruolo assume una componente psicologica ben precisa, allo scopo di delineare e definire la narrazione stessa. Il risultato di questo esperimento cinematografico? I personaggi, pur rimanendo fedeli agli archetipi del Decameron, vengono arricchiti da una maggiore introspezione, dando modo allo spettatore di connettersi emotivamente alle vicende, identificandosi in qualcuno di loro. “The Decameron” dimostra di voler essere sicuramente la rivisitazione moderna dell’opera letteraria, ma al contempo non dimentica di discostarsi dalla trama per ricordare che le debolezze umane restano tali anche con il passare del tempo e nonostante il modificarsi degli eventi storici, culturali e sociali. Paure e vizi restano sullo stesso piano: all’essere umano va sempre e comunque la possibilità di decidere tra la vita e la morte, intese anche come metafore di una crescita personale.
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Certaldo esclusa dalle location della serie tv
Come accennato in premessa, la serie tv ha diviso in due l’opinione pubblica. A fare discutere anche la scelta delle location che non hanno contemplato il comune di Certaldo. “Siamo rimasti sorpresi e con curiosità abbiamo contattato direttamente Netflix, che ha gentilmente chiarito alcuni aspetti riguardanti la scelta delle location per le riprese”, ha dichiarato il sindaco di Certaldo, Giacomo Cucini. “Ci è stato spiegato che la produzione americana ha deciso di girare principalmente a Cinecittà e questo non per trascurare Certaldo o la sua importanza storico-culturale legata a Boccaccio, ma per ragioni pratiche e logistiche”. Il primo cittadino ha sottolineato: “Certaldo, città natale di Boccaccio, sede della Casa del Boccaccio e dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio (…) avrebbe costituito un valore aggiunto per la realizzazione della serie”. E anche noi di Netflixmania pensiamo che ambientare alcune riprese a Certaldo avrebbe potuto fare apprezzare maggiormente questa serie tv targata Netflix. Nel complesso, però, un lavoro coraggioso!
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