La docu-serie di cui parleremo in questo articolo riguarda tutti noi, nessuno escluso, poiché si interessa alla coltivazione e alla produzione del cibo. Purtroppo, quel che emerge dalla serie documentario Rotten, composta due stagioni, lascia sconvolti nel vedere non solo le condizioni degli allevamenti intensivi – tema su cui oggi vi è una rinnovata attenzione –, ma anche le frodi, la corruzione e le conseguenze sulla nostra salute dell’industria alimentare globale. Non possiamo voltarci dall’altra parte, dunque. Ecco di cosa parla Rotten, letteralmente “marcio”, e tutte le news sulla docu-serie statunitense disponibile in streaming su Netflix. (Continua a scrollare fino in fondo per il trailer)
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Di cosa parla Rotten
L’opera si concentra sui problemi legati alla fornitura del cibo: ogni puntata si occupa di un prodotto alimentare specifico e mostra interviste a produttori, distributori e altri soggetti coinvolti nella filiera alimentare. Rotten espone, inoltre, diversi casi penali. L’inchiesta indaga i sotterfugi dell’agrobusiness: dal mercato di massa avicolo alle frodi alimentari nella produzione di miele alle conseguenze (negative, ovviamente) sulla nostra salute, e così via. Ampio spazio è riservato alla lotta impari dei piccoli allevatori contro il business gigantesco dell’agroindustria. I titoli di ogni episodio sono volutamente ad effetto. Ad esempio: “Avvocati, pistole e miele”, “Il problema dell’arachide”, “Soldi di latte”, “Il merluzzo è morto”. Ogni episodio affrontata una questione che lega il consumatore al prodotto, attraversando quello che rimane forse l’unico sistema di approvvigionamento alimentare e che comporta spesso una lotta intestina tra grandi aziende che si impossessano e oscurano il lavoro delle fattorie locali. Ne vien fuori uno scenario oltremodo opaco, per usare un eufemismo, nonché talvolta disumano, in cui il dio denaro domina anche su quello che poi finisce sulle nostra tavole. Nella docu-serie troviamo interviste a persone che lavorano nelle fattorie, nelle industrie, oltre a medici e ristoratori che si prodigano per infondere una nuova consapevolezza, quella che la catena alimentare sia totalmente inquinata – e sovente in senso pienamente letterale – da grandi interessi, portando le piccole attività sull’orlo del fallimento. (Continua a leggere dopo la foto)
Le news su Rotten
La serie è divisa in due stagioni, ognuna delle quali è composta da sei episodi della durata che va dai 48 ai 56 minuti: entrambe le stagioni sono state prodotte da Zero Point Zero Production, la stessa casa produttrice che nel 2017 ha realizzato Wasted, il documentario sullo spreco alimentare globale, e dalla stessa Netflix, con produttore esecutivo Jonathan Mussman. Le reazioni alla serie sono state buone, con una valutazione positiva dell’80% su Rotten Tomatoes, il noto sito aggregatore di recenioni Le due stagioni sono state rilasciate in esclusiva mondiale su Netflix, rispettivamente: la prima stagione il 5 gennaio 2018 e la seconda il 4 ottobre 2019. (Continua a leggere dopo la foto)
“La guerra degli avocado”
Diretto da Lucy Kennedy, è il primo episodio della seconda stagione. L’avocado è un alimento imprescindibile in vastissime aree nel mondo, molto diffuso anche negli Stati Uniti patria del documentario, quella dell’avocado è divenuta una coltivazione alquanto lucrativa, al punto da essere conosciuto come “l’Oro Verde”, persino convogliato gli interessi dei cartelli messicani della droga: estorsioni e sequestri da parte dei narcos si susseguono, particolarmente in Michoacàn, che è lo Stato più violento del Paese dove si concentra la maggiore produzione messicana: si calcola che nel 2009 le bande abbiano ricavato 150milioni all’anno dall’avocado, solo per restituire le proporzioni del fenomeno. Con la firma del NAFTA, ovvero l’Accordo nordamericano per il libero scambio, siglato tra Usa, Canada e Messico, dal 1993 gli Stati Uniti hanno aperto le frontiere al mercato di avocado messicano. Sicché i cartelli hanno cominciato a sequestrare i produttori e le loro famiglie in cambio di denaro. (Continua a leggere dopo la foto)