Netflix ha usato l’Intelligenza artificiale in un suo documentario? Potrà sembrare una sciocchezza, una polemica di poco conto, ma non è così: l’uso – dichiarato o meno – dell’Intelligenza artificiale comporta dilemmi etici, critiche sull’opportunità, accuse di aver cercato facili “scorciatoie”. E così Netflix è finita nella bufera. Per il documentario in catalogo dal 10 aprile What Jennifer Did: il caso Jennifer Pan, si sarebbe fatto largo ricorso all’Intelligenza artificiale per alterare talune scene. Il documentario è quello che si definisce un true crime: la raccapricciante vicenda di cronaca che vide la giovane Jennifer Pan uccidere la madre e ferire il padre, in Canada nel 2010. Vediamo assieme cosa sta succedendo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un caso di cronaca “nerissima”
Jennifer Pan, nata il 17 giugno 1986, è una donna canadese che è stata condannata per un attacco omicida del 2010 contro entrambi i suoi genitori, arrivando a uccidere sua madre e ferire suo padre. Il delitto è avvenuto nella residenza dei Pan a Unionville, Ontario, non distante da Toronto. Pan è stata giudicata colpevole di molteplici accuse e condannata all’ergastolo con possibilità di libertà condizionale dopo 25 anni. Nel maggio 2023, la Corte d’appello dell’Ontario ha ordinato un nuovo processo per Pan e i suoi complici con l’accusa di omicidio di primo grado, ma ha confermato la condanna per omicidio e tentato omicidio. (Continua a leggere dopo la foto)
Il sospetto, quasi una certezza
Dopo circa 28 minuti dall’inizio del documentario, Nam Nguyen, compagno di scuola di Jennifer, la descrive come una persona “vivace, felice, sicura di sé e molto genuina“. Le sue parole sono accompagnate da una serie di foto. Secondo quanto riportato dal portale Futurism, dunque, alcune delle scene che vedono la stessa Jennifer come protagonista presentano segnali evidenti di una manipolazione da parte dell’Intelligenza artificiale. Effettivamente, a un esame più attento delle immagini si notano segni di manipolazione; un’immagine in particolare mostra la ragazza mentre fa il segno della vittoria con le dita: appare palesemente ritoccata, fornendo la prova che almeno parte dell’immagine è stata generata dall’Intelligenza artificiale. Nella mano sinistra di Pan, sembra che abbia solo due dita; mancano un pollice, un mignolo e un anulare. Alla mano destra manca il mignolo e il pollice appare innaturale, ovvero lungo e sconnesso. I generatori di immagini basati sull’intelligenza artificiale notoriamente hanno difficoltà a realizzare immagini di mani umane. E ancora, in un’altra foto, che anche noi pubblichiamo qui di seguito, si nota l’asimmetria di denti e orecchie, ciò che fa pensare a un artefatto dell’IA. (Continua a leggere dopo la foto)
Divampa la polemica (ma Netflix non risponde)
“Questo non è inventare una narrazione fittizia per il bene dell’intrattenimento, questo è armeggiare con il tessuto della realtà stessa per manipolare una storia vera che è effettivamente accaduta”, scrive Futurism. Ovviamente, è possibile che l’IA abbia generato le immagini basandosi su foto reali di Pan. Sebbene gli enti regolatori negli Stati Uniti, in Europa e altrove abbiano promulgato leggi sull’uso dell’Intelligenza artificiale, finora non sembrano esserci leggi specifiche che regolino l’utilizzo di immagini o video generati dall’IA nei documentari o in altri contenuti. Ma, si legge ancora nell’articolo di Futurism: “Il ricorso alla tecnologia per generare immagini di una persona reale, soprattutto di qualcuno che è ancora in prigione e avrà diritto alla libertà condizionale solo intorno al 2040, dovrebbe far scattare qualche campanello d’allarme“. Netflix, al momento in cui scriviamo, non ha ancora replicato alle accuse.
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