
È morta a 91 anni, con la discrezione che l’ha sempre contraddistinta, Lea Massari: volto nobile e spirito inquieto del cinema italiano ed europeo. L’attrice, nata Anna Maria Massatani, è morta il 23 giugno nella sua casa di Roma. I funerali, celebrati in forma privata nella cattedrale di Sutri (Viterbo), sono avvenuti lontano dai riflettori, come lontana era ormai da anni anche la sua figura pubblica: da oltre tre decenni si era ritirata dalla scena, rifugiandosi nella quiete della Sardegna.

Ha lavorato con i più grandi — Antonioni, Risi, Leone, Monicelli — ed è stata musa silenziosa di una stagione irripetibile del nostro cinema. All’estero, in particolare in Francia, ha affiancato icone come Alain Delon (foto in alto) Belmondo, Montand e Trintignant, imponendosi come interprete sensibile, sofisticata, dal talento profondo e mai gridato.
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La carriera al cinema di Lea Massari
Il grande pubblico la scopre in I sogni nel cassetto (1957) di Renato Castellani, ma è Antonioni a consegnarla alla storia con L’avventura (1960), dove interpreta Anna, la donna che scompare nel nulla lasciando un vuoto tanto narrativo quanto emotivo. Accanto a Monica Vitti, Massari porta in scena l’inquietudine dell’essere con una naturalezza disarmante. Da lì in poi, la sua carriera si snoda tra titoli memorabili: Una vita difficile (1961) di Dino Risi, Il colosso di Rodi (1961) di Sergio Leone, Cristo si è fermato a Eboli (1979) di Francesco Rosi, La prima notte di quiete (1972) di Valerio Zurlini con Alain Delon.

Il teatro e la televisione
Non solo cinema. Lea Massari è stata anche una grande interprete teatrale, capace di dare corpo a testi di Brecht e Murrell, e protagonista raffinata degli sceneggiati Rai che hanno formato generazioni di spettatori. Indimenticabile la sua Anna Karenina (1974) diretta da Sandro Bolchi, ruolo che le valse un posto in giuria al Festival di Cannes nel 1975. Fu anche la Monaca di Monza nei Promessi Sposi e Agrafena nei Fratelli Karamazov. Una televisione colta, lenta, in cui la sua recitazione misurata brillava.

La vita privata
Dietro la bellezza aristocratica e lo sguardo pensoso, si celava una donna schiva, lontana dai clamori, che seppe dire addio al cinema senza clamore. Sposò Carlo Bianchini, ex comandante Alitalia, con cui visse in Sardegna. Non ebbero figli, ma condivisero una vita piena d’amore per gli animali. Negli ultimi anni, Massari si dedicò alla causa animalista, militando nella Lega per l’Abolizione della Caccia, abbandonando la carne e sostenendo canili e campagne contro la vivisezione.