
Per quasi trent’anni, la città di Wichita, nello stato del Kansas, è stata sconvolta da un serial killer noto con il nome di BTK, acronimo di “Bind, Torture, Kill” — letteralmente “legare, torturare, uccidere” — che descriveva i suoi metodi macabri con cui lasciava i corpi delle vittime per essere scoperti dalle forze dell’ordine. Le sue vittime erano molto diverse tra loro: da giovani madri a donne di varie età e condizioni sociali, con intervalli di tempo anche lunghi tra un omicidio e l’altro.

Gli investigatori si sono alternati nel tentativo di risolvere il caso, studiando attentamente ogni indizio, comprese lettere inviate dallo stesso BTK in cui sfidava apertamente la polizia per non essere stato ancora catturato. Fino al 2005, il caso BTK è rimasto uno dei più irrisolti e inquietanti dello stato. Kerri Rawson, cresciuta a Wichita ma residente in Michigan, ha visto la sua vita stravolta quando, in una mattina di febbraio, gli agenti dell’FBI si sono presentati alla sua porta per informarla che l’indagine era finalmente giunta a una svolta: il sospettato arrestato era suo padre, Dennis Rader.
Su Netflix è ora disponibile il nuovo documentario che tiene incollati allo schermo, tant’è che è già in Top 10. D’altronde il recentissimo successo della stagione 3 di Monster certifica l’interesse del pubblico per le storie true crime. [TRAILER in fondo]
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Mio padre, il killer BTK – Tutte le informazioni
- Titolo originale: My Father, the BTK Killer
- Formato: Documentario
- Durata: circa 1 ora e 33 minuti
- Genere: True crime, documentario
- Paese di produzione: Stati Uniti (produzione internazionale)
- Lingua originale: inglese
- Regista: Skye Borgman
- Cast principale: Kerri Rawson (figlia di Dennis Rader)

Di cosa parla Mio padre, il killer BTK
La vita di Kerri Rawson è stata sconvolta nel 2005 quando suo padre, Dennis Rader, è stato arrestato e identificato come il temuto serial killer BTK — Bind, Torture, Kill. Il documentario true crime diretto da Skye Borgman non si concentra solo sull’orrore degli omicidi, ma soprattutto sul percorso psicologico di Kerri, che deve fare i conti con la scoperta che l’uomo che credeva di conoscere era in realtà un mostro. Il racconto alterna momenti di introspezione personale di Kerri a immagini d’archivio, interviste con gli investigatori e filmati degli interrogatori a Dennis Rader.

Durante lo sviluppo del documentario, Kerri cerca di capire se suo padre possa aver mietuto altre vittime non denunciate e analizza alcuni segnali dell’infanzia apparentemente insignificanti, ma che potrebbero nascondere traumi profondi. Il tono è riflessivo e carico di tensione, con un’attenzione particolare non al sensazionalismo della violenza, ma alle ripercussioni emotive di un’identità familiare sconvolta.
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Mio padre, il killer BTK è una storia vera
Il documentario si basa su fatti reali: Dennis Rader è un serial killer tuttora in vita, condannato per dieci omicidi commessi tra il 1974 e il 1991 nello stato del Kansas. La narrazione si ispira al libro “A Serial Killer’s Daughter: My Story of Faith, Love and Overcoming”, scritto da Kerri Rawson, che ha fornito la base per la struttura del film. Il documentario rappresenta uno sforzo di ricostruzione e riflessione sia sui fatti storici sia sulle implicazioni psicologiche per chi è stato coinvolto direttamente o indirettamente.

Dietro le quinte e curiosità sulla produzione
La regista Skye Borgman vanta una precedente esperienza in documentari su temi delicati, come nel caso di Numero sconosciuto: Uno scandalo di cyberbullismo . Questa sensibilità è stata determinante per guadagnarsi la fiducia di Kerri Rawson, che ha permesso alla regista di entrare nel suo mondo personale e condividere esperienze intime e dolorose durante la realizzazione del documentario.

Quando guardare il documentario true crime su Netflix
il docufilm Mio padre, il killer BTK è disponibile su Netflix a partire dal 10 ottobre 2025 ► Guarda su Netflix