
Mindhunter 3 si farà? Finalmente siamo in grado di rispondere secondo i crismi della ufficialità, ma, purtroppo, non abbiamo buone notizie. La stagione 3 era stata cancellata, tra le proteste dei fan, sicché si erano poi aperti degli spiragli, alimentati da alcune dichiarazioni del produttore David Fincher. Tuttavia, ora possiamo dirlo: la terza stagione NON si farà. Nel nostro articolo esamineremo le ragioni di una scelta tanto drastica, se consideriamo l’apprezzamento univoco che Mindhunter aveva suscitato. Frattanto, possiamo almeno “consolarci” con le due stagioni presenti su Netflix. [TRAILER in fondo]

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Mindhunter, una serie diversa dalle altre
La serie originale Netflix Mindhunter è tratta dal libro omonimo, ovvero la biografia del primo “cacciatore” di serial killer americano, l’ex agente FBI John Douglas: la storia vera del primo criminal profiler, dunque incaricato di analizzare la mente di questi psicopatici, tra gli anni Settanta e Ottanta. Il true crime che ci fa entrare “nella mente” dei serial killer è in grado di mantenere alta l’attenzione dello spettatore incuriosendolo sempre di più fino alla fine degli episodi. Già nelle prime due stagioni, i protagonisti hanno incontrato alcuni dei criminali più pericolosi d’America, tra cui Charles Manson, Edmund Kemper, David Berkowitz. Ma sono tanti gli efferati assassini di cui si parla nel libro e che mancano all’appello. La serie è un crescendo di emozioni che ci spingono a riflettere sui vari aspetti degli esseri umani. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’ispirazione per Mindhunter, storie terribilmente vere!
La serie, che sul sito di recensioni Rotten Tomatoes registra addirittura il 97% di gradimento, come detto prende ispirazione dal libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano (pubblicato in Italia da Tea, 2021, 224 pagine) scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas. Jonathan Groff veste i panni dello stesso Douglas. La rappresentazione dei serial killer è estremamente curata e viene quasi difficile distinguerli dagli originali. Lo spettatore vive pienamente, così, l’esperienza delle interviste in prigione (condotte dallo stesso Douglas, affiancato da un collega e una psicologa) e ciò contribuisce a tenere sempre alta l’adrenalina. (Continua a leggere dopo la foto)

Di cosa si occupano le prime due stagioni
Il giovane agente speciale dell’FBI Holden Ford (interpretato da Jonathan Groff), esperto in negoziazioni con ostaggi, viene assegnato al dipartimento di scienze comportamentali dell’FBI a Quantico, Virginia. Qui collabora con il più esperto agente Bill Tench (Holt McCallany), responsabile del programma di scienze comportamentali. Inizialmente scettico, Tench si lascia convincere da Ford a intraprendere un’inedita ricerca psicologica sui serial killer incarcerati, con lo scopo di comprendere il loro modus operandi e anticipare il comportamento dei criminali ancora a piede libero. Con l’aiuto della professoressa di psicologia Wendy Carr (Anna Torv), la squadra inizia a sviluppare nuove teorie criminologiche, dando vita alla futura Unità di Scienze Comportamentali dell’FBI. (Continua a leggere dopo la foto)

Serial killer intervistati e casi trattati
Ford e Tench viaggiano in diverse prigioni per intervistare famosi serial killer nella speranza di tracciare un profilo psicologico ricorrente. Tra questi:
- Edmund Kemper: noto come il “Co-Ed Killer”, è uno dei primi assassini che collabora con l’FBI, fornendo dettagli inquietanti sul suo modus operandi e sulla sua mentalità disturbata. Le sue interviste diventano un punto chiave per la ricerca del team.
- Montie Rissell: giovane assassino seriale, fornisce indizi sulle motivazioni dietro gli omicidi di donne.
- Jerry Brudos: ossessionato dalle scarpe femminili, Brudos è un altro caso di studio che aiuta Ford e Tench a collegare l’omicidio con le pulsioni psicologiche.
- Richard Speck: responsabile dell’omicidio di otto studentesse infermiere a Chicago nel 1966. Il suo atteggiamento narcisista e spavaldo aiuta Ford a comprendere i tratti comuni dei predatori sessuali.
- Charles Manson: l’incontro con Manson è uno dei momenti più attesi della stagione. Il leader della “Famiglia Manson” si dimostra carismatico e manipolatore, lasciando un’impressione duratura su Ford e Tench.
- David Berkowitz (“Son of Sam”): l’uomo che terrorizzò New York alla fine degli anni ’70 si rivela un bugiardo patologico, confondendo gli agenti con le sue storie contraddittorie.Elmer Wayne Henley Jr.: complice degli omicidi di Houston, offre uno sguardo inquietante sulla psicologia dei giovani assassini manipolati da mentori sadici.
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Mindhunter – Le info e il cast
Ideato e diretto da Joe Penhall, naturalmente dietro la macchina da presa anche per la terza stagione, nelle prime due stagioni sono stati prodotti nel complesso 19 episodi, dai 34 ai 77 minuti, tra il 2017 e il 2019. Di seguito il cast dei primi due capitoli. (Continua a leggere)
Jonathan Groff: Holden Ford
Holt McCallany: Bill Tench
Anna Torv: Wendy Carr
Hannah Gross: Deborah “Debbie” Milford
Cotter Smith: Robert Shepard
Stacey Roca: Nancy Tench
Joe Tuttle: Gregg Smith
Albert Jones: Jim Barney
Michael Cerveris: Ted Gunn
Lauren Glazier: Kay Mason
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Perché non vedremo mai la terza stagione di Mindhunter
La produzione di una terza stagione di Mindhunter non è prevista. David Fincher, il produttore della serie, ha dichiarato che, nonostante l’orgoglio per le prime due stagioni, la serie è particolarmente costosa e non ha attirato un pubblico sufficientemente ampio da giustificare un ulteriore investimento da parte di Netflix. Fincher ha spiegato che, per proseguire, sarebbe stato necessario ridurre il budget o rendere la serie più popolare, compromessi che non erano in linea con la sua visione creativa. Di conseguenza, la serie è stata interrotta. Ed è davvero un gran peccato, ci sentiamo di aggiungere.