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Mindhunter 3 NON si farà, è ufficiale! Ecco tutto quello che sappiamo

28/05/2025 15:38 - Ultimo aggiornamento 28/05/2025 15:45
"Mindhunter", quando esce su Netflix la stagione 3 della serie Tv

Mindhunter 3 si farà? In tanti, tantissimi, ce lo hanno domandato attraverso la nostra pagina Facebook. Ebbene, finalmente siamo in grado di rispondere secondo i crismi della ufficialità e, purtroppo, non abbiamo buone notizie. La stagione 3 era stata cancellata, tra le proteste dei fan, sicché si erano poi aperti degli spiragli, alimentati da alcune dichiarazioni del produttore David Fincher. Tuttavia, ora possiamo dirlo: la terza stagione NON si farà.

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Fan in rivolta

Ora che la risposta è definitiva, i fan si sono scatenati, inondando i social media con tutto il loro disappunto: The fact that Netflix cancelled this banger is insane still not over it and will never forgive them for that è solo uno dei più teneri tra i commenti. Tradotto è: “Il fatto che Netflix abbia cancellato questa serie è folle, non me ne sono ancora liberato e non glielo perdonerò mai”. Nel nostro articolo esamineremo le ragioni di una scelta tanto drastica, se consideriamo l’apprezzamento univoco che Mindhunter aveva suscitato. Frattanto, possiamo almeno “consolarci” con le due stagioni presenti su Netflix.

Di cosa parlano le due stagioni di Mindhunter

Il giovane agente speciale dell’FBI Holden Ford (interpretato da Jonathan Groff) viene assegnato al dipartimento di scienze comportamentali dell’FBI, per collaborare con l’agente Bill Tench (Holt McCallany), responsabile del programma di scienze comportamentali. Inizialmente scettico, Tench si lascia convincere da Ford a intraprendere un’inedita ricerca psicologica sui serial killer incarcerati, con lo scopo di comprendere il loro modus operandi, talché da anticipare il comportamento dei criminali ancora a piede libero.
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Con l’aiuto della professoressa di psicologia Wendy Carr (Anna Torv), la squadra inizia a sviluppare nuove teorie criminologiche, dando vita alla futura Unità di Scienze Comportamentali dell’FBI.
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Mindhunter – Tante storie, terribilmente vere

Una della ragioni che maggiormente accrescono lo stupore, dinanzi alla cancellazione della serie da parte di Netflix, è l’indiscusso successo che ha ottenuto: addirittura, sul sito di recensioni Rotten Tomatoes registra il 97% di gradimento.

Quelle raccontate sono tutte storie vere, infatti la serie trae ispirazione dal libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano (pubblicato in Italia da Tea, 2021, 224 pagine) scritto da Mark Olshaker e John E. DouglasJonathan Groff veste i panni dello stesso Douglas. La rappresentazione dei serial killer è estremamente curata e viene quasi difficile distinguerli dagli originali. Lo spettatore vive pienamente, così, l’esperienza delle interviste in prigione.

L’unicità di Mindhunter

Nelle prime due stagioni sono stati prodotti nel complesso 19 episodi, dai 34 ai 77 minuti, tra il 2017 e il 2019. La serie originale Netflix Mindhunter è tratta dal libro omonimo, ovvero la biografia del primo “cacciatore” di serial killer americano, l’ex agente FBI John Douglas, il primo criminal profiler, dunque incaricato di analizzare la mente di questi psicopatici, tra gli anni Settanta e Ottanta.

Il true crime che ci fa entrare “nella mente” dei serial killer è in grado di mantenere alta l’attenzione dello spettatore incuriosendolo sempre di più fino alla fine degli episodi. Già nelle prime due stagioni, i protagonisti hanno incontrato alcuni dei criminali più pericolosi d’America, tra cui Charles Manson, Edmund Kemper, David Berkowitz.

Serial killer intervistati e casi trattati

Ford e Tench viaggiano in diverse prigioni per intervistare famosi serial killer nella speranza di tracciare un profilo psicologico ricorrente. Tra tutti costoro spiccano:

  • Edmund Kemper: noto come il “Co-Ed Killer”, è uno dei primi assassini che collabora con l’FBI, fornendo dettagli inquietanti sul suo modus operandi e sulla sua mentalità disturbata. Le sue interviste diventano un punto chiave per la ricerca del team.
  • Montie Rissell: giovane assassino seriale, fornisce indizi sulle motivazioni dietro gli omicidi di donne.
  • Jerry Brudos: ossessionato dalle scarpe femminili, Brudos è un altro caso di studio che aiuta Ford e Tench a collegare l’omicidio con le pulsioni psicologiche.
  • Richard Speck: responsabile dell’omicidio di otto studentesse infermiere a Chicago nel 1966. Il suo atteggiamento narcisista e spavaldo aiuta Ford a comprendere i tratti comuni dei predatori sessuali.
  • Charles Manson: l’incontro con Manson è uno dei momenti più attesi della stagione. Il leader della “Famiglia Manson” si dimostra carismatico e manipolatore, lasciando un’impressione duratura su Ford e Tench.
  • David Berkowitz (“Son of Sam”): l’uomo che terrorizzò New York alla fine degli anni ’70 si rivela un bugiardo patologico, confondendo gli agenti con le sue storie contraddittorie.Elmer Wayne Henley Jr.: complice degli omicidi di Houston, offre uno sguardo inquietante sulla psicologia dei giovani assassini manipolati da mentori sadici.

Perché non vedremo mai la terza stagione di Mindhunter

La produzione di una terza stagione di Mindhunter non è prevista. David Fincher, il produttore della serie, ha dichiarato che, nonostante l’orgoglio per le prime due stagioni, la serie è particolarmente costosa e non ha attirato un pubblico sufficientemente ampio da giustificare un ulteriore investimento da parte di Netflix. Fincher ha spiegato che, per proseguire, sarebbe stato necessario ridurre il budget o rendere la serie più popolare, compromessi che non erano in linea con la sua visione creativa. Di conseguenza, la serie è stata interrotta. Ed è davvero un gran peccato, ci sentiamo di aggiungere.