Un treno che trasporta un carico speciale: bambini con una valigia in mano e un sogno nel cuore. Ma chi sono davvero questi piccoli viaggiatori e perché la loro storia continua a commuovere generazioni intere? La vicenda di Adalgisa Steri, una bambina sarda che trovò in questo viaggio una seconda possibilità e una nuova famiglia, ha commosso gli autori del film che ha dato un volto umano a questa pagina storica spesso dimenticata. Una storia vera che esplora il contrasto tra dolore dell’abbandono e speranza di un futuro migliore.
Il treno dei bambini è il film ispirato all’omonimo romanzo di Viola Ardone e alla vicenda reale di Adalgisa Steri. Diretto da Cristina Comencini, questo dramma racconta un’epoca in cui la solidarietà era l’unica risposta alla povertà del dopoguerra. I cosiddetti treni della felicità, tra il 1946 e il 1952, portarono 70mila bambini da Sud a Nord. Il cast ha lavorato a stretto contatto con storici e sociologi per rendere autentica ogni scena. Un affresco di Storia italiana ingiustamente relegata nell’oblio: Approfondiamo questa toccante storia vera.
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La Storia di Adalgisa Steri (e altri 69mila bambini)
Adalgisa Steri, oggi 82enne, è una delle testimoni dirette di quei viaggi della speranza. Nel 1946, a soli sette anni, lasciò il suo piccolo paese in Sardegna per salire su uno di quei treni. Rintracciata dal Corriere della sera, racconta: “Mio padre mi portò alla stazione e senza troppe spiegazioni mi lasciò lì“, racconta. Confusa e impaurita, trovò conforto solo nei biscotti offerti dalle volontarie. Il viaggio fu lungo: dalla Sardegna a Torino, passando per Genova. Una volta arrivata, Adalgisa fu accolta da una famiglia che le cambiò la vita. “Le prime settimane non parlavo, comunicavo solo con gli animali. Ma presto scoprii l’amore di una seconda casa: acqua corrente, cibo abbondante e soprattutto calore umano“. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un’iniziativa straordinaria
Dietro a questa rivoluzione sociale c’era l’UDI (Unione Donne Italiane), che organizzò il progetto con il supporto del governo. L’obiettivo era nobile e ambizioso: offrire ai bambini poveri del Sud impoverito dal conflitto una vita migliore in famiglie del Nord, dove potevano ricevere istruzione, nutrimento e amore. Un gesto di solidarietà che unì un’Italia divisa dalle difficoltà del dopoguerra. (Continua a leggere dopo la foto)
Una lezione per il presente
Per Adalgisa, come per molti altri, il treno fu solo l’inizio. In poco tempo imparò a leggere e scrivere, trovando nell’istruzione una via per comunicare con la madre rimasta in Sardegna. Tornò a casa dopo due anni, ma la situazione non era migliorata, e così chiese di tornare al Nord. La sua esperienza la spinse a dedicare la vita ai bambini: babysitter per 12 anni, maestra d’asilo e oggi catechista. La sua storia è un simbolo di rinascita attraverso l’educazione e l’amore. Il Treno dei Bambini, dunque, non è solo un’opera cinematografica. È una riflessione potente sulla solidarietà, che resta più attuale che mai. Un viaggio nella memoria di un’Italia che seppe essere unita nel momento del bisogno. Una storia vera che ci invita a guardare al futuro con lo stesso spirito di solidarietà.