È una vicenda storica reale, per quanto possa apparire inverosimile, quella narrata dal film italiano “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose“, film distribuito da Netflix nel 2020. La micronazione indipendente (e autolegittimatasi) durò per soli nove mesi, dal primo maggio 1968 al febbraio 1969. L’idea dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa fu di creare, su di una piattaforma artificiale di 400 metri quadrati a 11,6 kilometri delle coste di Rimini ma, dunque, fuori dalle acque territoriali italiane, il microstato che aveva un proprio inno nazionale, una lingua ufficiale, l’esperanto, e un proprio ordinamento governativo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Indice
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose | Il trailer
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose | la trama
Il film firmato da Sydney Sibilia, regista noto per “Smetto quando voglio”, racconta una storia che può apparire assurda o quantomeno surreale, eppure è vera: è la storia di Giorgio Rosa, interpretato dal bravissimo Elio Germano, un’ ingegnere meccanico bolognese quarantenne, che creò un microstato indipendente al largo di Rimini, la “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”, ospitata su di una piattaforma artificiale, progettata dallo stesso ingegnere. La pellicola ci porta dapprima a Strasburgo, dove nel 1968 il presidente del Consiglio d’Europa, Jean Baptiste Toma, ricevette proprio Giorgio Rosa, determinato a ottenere l’assai poco plausibile riconoscimento di uno status indipendente per la minirepubblica che egli aveva fondato. Dunque, nel dipanarsi del racconto, riemergono le fasi che portarono alla nascita dell’Isola delle Rose. Lo stimolo a creare qualcosa di mai visto venne fornito a Giorgio Rosa dalla sua ex fidanzata, Gabriella (interpretata da Matilda De Angelis, che lo aveva, solo momentaneamente, lasciato in quanto lo reputava immaturo. Seguiamo, dunque, il racconto dei nove mesi della repubblica autoproclamatasi, fondata da Rosa assieme al suo benestante amico e sodale Maurizio Orlandini. Dopo aver raccolto il naufrago Pietro Bernardini, facendone il primo abitante dell’isola, i due si accordano con l’apolide di origine tedesca W. R. Neumann, esperto organizzatore di eventi, e con la giovane barista Franca, che trasformano l’isola in una rinomata meta turistica per i frequentatori estivi della riviera romagnola. Per le riprese, l’isola è stata costruita a Malta, sul set acquatico più grande d’Europa, che ha ospitato le riprese di Dunkirk e altri kolossal. (Continua a leggere dopo la foto)
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose | Il cast
Elio Germano: Giorgio Rosa
Matilda De Angelis: Gabriella
Leonardo Lidi: Maurizio Orlandini
Fabrizio Bentivoglio: Franco Restivo
Luca Zingaretti: Giovanni Leone
François Cluzet: Jean Baptiste Toma
Tom Wlaschiha: W. R. Neumann
Alberto Astorri: Pietro Bernardini
Violetta Zironi: Franca
Ascanio Balbo: Carlo
Marco Pancrazi: Bruno Spaggiari
Fabrizio Rongione: monsieur Carlozzi
Andrea Pennacchi: Ulisse Rosa
Federico Pacifici: Ammiraglio
Christian Ginepro: poliziotto a Bologna
Luca Della Bianca: Francesco Cossiga
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose | Info
. Data di uscita: 2020
. Genere: commedia, drammatico
. Regia: Sydney Sibilia
. Sceneggiatura: Sydney Sibilia, Francesca Manieri
. Fotografia: Valerio Azzali
. Paese: Italia, Francia
. Durata: 117 min
. Musiche: Michele Braga
. Produzione: Groenlandia
. Distribuzione in italiano: Netflix
. Scenografia: Tonino Zera
La vera storia della micronazione
Non sfuggirà al lettore quella data, maggio 1968, in cui esplose la contestazione giovanile. Qualcosa di rivoluzionario, quantunque mosso da uno spirito certamente più edonistico, realizzò in quello stesso mese Giorgio Rosa. Adottando come lingua ufficiale l’esperanto (tentativo mai riuscito di creare una lingua franca internazionale), chiamò il suo Stato Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj. L’isola artificiale dichiarò unilateralmente l’indipendenza il primo maggio 1968, con Giorgio Rosa come presidente. Moneta, ordinamento governativo emissione postale: l’utopia di Giorgio Rosa prese piede davvero, ma durò molto poco. Il presidente del Consiglio dell’epoca, Giovanni Leone, e il suo ministro dell’Interno, Franco Restivo, decisero – una volta evacuata la piattaforma – di minarla e affondarla. Per evitare casi simili in futuro, l’ONU spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia nautiche dalle coste.
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