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“Bussano alla porta” su Netflix: il film che spiega cosa si prova di fronte alla fine del mondo

30/07/2024 14:50 - Ultimo aggiornamento 25/11/2024 22:15

La tua famiglia è stata scelta per prendere una decisione orribile. Se non sceglierai, il mondo finirà. Questa frase riecheggia come un presagio oscuro in “Bussano alla porta“, il nuovo film horror diretto da M. Night Shyamalan, ora su Netflix. Tratto dal romanzo del 2018 “La casa alla fine del mondo” (The Cabin at the End of the World) di Paul G. Tremblay, “Knock at the Cabin” (titolo originale) pone lo spettatore di fronte a una delle verità più profonde della vita: “Non sempre possiamo controllare ciò che ci accade, ma possiamo scegliere come reagire.. Ogni decisione che prendiamo modella la nostra esistenza e le nostre relazioni, e questo film esplora proprio quel delicato equilibrio, mescolando elementi di horror e thriller psicologico. Ma Shyamalan va oltre i confini di genere: attraverso una trama avvincente e personaggi complessi, ci invita a riflettere sull’amore che supera le convenzioni sociali e su come sia la paura, più di ogni altra cosa, a paralizzare il nostro agire e pensare. In questo articolo, esploreremo tutte le curiosità su un film che ha lasciato il segno e scosso l’opinione pubblica. (Continua a scrollare per vedere il TRAILER).

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La trama

Eric e Andrew sono i genitori adottivi di Wen. I tre decidono di partire per una vacanza rilassante nei boschi, lontano dal caos cittadino. Tutto procede per il meglio fino a quando Wen, intenta a giocare, viene avvicinata da Leonard e da quattro sconosciuti al suo seguito. L’uomo spiega alla bambina che molto presto dovranno raggiungere i suoi genitori per annunciare qualcosa di molto importante. La bambina, intimorita, scappa e racconta l’accaduto a Eric e Andrew. Sul volto dei genitori l’espressione del dubbio non faticherà a mostrarsi in quanto entambi credono che la bambina sia dotata di una fervida immaginazione. Come volevasi dimostrare, la bambina non ha mentito e molto presto gli sconosciuti busseranno alla porta per annunciare che l’apocalisse è vicina. Wen, Eric e Andrew verranno così presi in ostaggio dai quattro sconosciuti armati che muoveranno una richiesta esplicita: uno di loro tre dovrà sacrificare la propria vita per salvare il mondo dal triste epilogo. Credere ai criminali o unire le forze per riuscire a scappare? L’isolamento metterà tutti a dura prova.
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Info e cast

Titolo originale: Knock at the Cabin
Genere: horror, thriller psicologico
Paese di produzione: USA
Anno di produzione: 2023
Regia: M. Night Shyamalan
Durata: 100 min.
Cast: Dave Bautista (Leonard), Jonathan Groff (Eric), Ben Aldridge (Andrew), Nikki Amuka-Bird (Sabrina), Kristen Cui (Wen), Abby Quinn (Adriane), Rupert Grint (Redmond)

Chi ha dimestichezza con la regia di M. Night Shyamalan sa perfettamente cosa aspettarsi ovvero un finale a sorpresa. Se esiste un elemento che accomuna tutti i film del regista è proprio questo. Lo abbiamo appreso anche in The Sixth Sense – Il sesto senso, film di successo della fine degli anni ’90 eletto ancora a cult di genere, o ancora in Unbreakable – Il predestinato (2000), Signs (2002), The Village (2004), Split (2016) e nel più recente Trap, solo per citarne alcuni. Per il film la scelta del cast è stata fondamentale a cominciare da Dave Bautista, ex wrestler statunitense e sei volte campione del mondo, che ha poi abbandonato la disciplina per dedicarsi alla recitazione. Tutti ricorderanno i suoi ruoli in L’uomo con i pugni di ferro, nella saga Guardiani della Galassia (2014), Spectre (2015), Blade Runner 2049 (2017) e nella saga Avengers. Nel ruolo della piccola Wen Kristen Cui già vista nel video musicale di CaliStar, Don’t Give Up (2022). “Ho sempre avuto questo interesse perché volevo vedermi su un cartellone pubblicitario e su uno schermo televisivo”, ha detto Kristen a UPI in una recente intervista su Zoom. E che la piccola attrice faccia strada non dovrebbe sorprendere, ricordando il piccolo Haley Joel Osment che per The Sixth Sense di Shyamalan ha ricevuto una nomination all’Oscar.
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La recensione del film “Bussano alla porta”

Siamo realmente liberi quando scegliamo? Il nocciolo della questione in “Bussano alla porta” sta proprio qui, ovvero sul filo invisbile che lega le nostre scelte alle relazioni che viviamo e proviamo a costruire. La paura per il futuro, il timore di essere abbandonati da chi amiamo, il terrore che un giorno il mondo possa finire davvero se non facciamo anche noi la nostra parte. Al di là delle considerazioni personali sul film, il regista M. Night Shyamalan ha sempre voluto giocare con la capacità dello spettatore di mettere in crisi il proprio sistema di credenze. Come accennato in premessa, forse per questo motivo “Bussano alla porta” è stato un film che ha diviso in due l’opinione pubblica. Sul sito di recensioni Rotten Tomatoes, dove il film ha ottenuto il 67% della critica positiva, si possono apprendere alcuni commenti che spiegano difetti e pregi: “Knock at the Cabin non dimentica mai le persone sparse in tutto il mondo, quelle che non vedremo mai ma che influenzeranno la nostra vita”, “è un film di fascia media per Shyamalan”, “Shyamalan ha ottenuto un film che lascia l’amaro in bocca”.
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“Il potere di amare qualcuno o qualcosa di profondamente ti consente di fare scelte che non faresti né per rabbia né per odio. “Knock At The Cabin” parla proprio di questo potere di scelta

Il film “Bussano alla porta” racconta una storia vera?

Il film non racconta una storia vera, ma possiamo trarre precise considerazioni sulla trama attraverso le parole dell’autore del romanzo che ha poi ispirato la sceneggiatura del film. “Abbiamo tutti visto i film in cui gli invasori uccidono la famiglia”, ha detto l’autore a SYFY WIRE su Zoom: “E ci sono stati anche film in cui gli invasori [irrompono] e poi la situazione si capovolge e le persone invase uccidono gli intrusi. Quindi [mi sono chiesto], ‘Cavolo, come potrei capovolgere ulteriormente questa situazione? Sarebbe davvero strano se gli invasori irrompono e poi iniziano a uccidersi a vicenda. Quale sarebbe il motivo?’ Quella è stata la scintilla iniziale”. L’adattamento cinematografico è andato incontro a diversi stravolgimenti di trama rispetto al romanzo, soprattutto in merito al finale. “Come figlio degli anni ’80, che ha sempre avuto paura di morire in una guerra nucleare, quei tipi di paure sono solitamente le prime che mi vengono in mente. E così, questa è stata la prima versione lunga un romanzo che esplora quelle ansie e paure”, ha aggiunto.

“Il motivo è che volevo replicare la sensazione di quando accendi la televisione, che tu sia o meno in una baita, o guardi il telefono, e ti sembra che il mondo stia finendo. Ma non puoi esserne certo. E a un certo punto, mentre scrivevo il libro, la storia per me non è diventata “Il mondo finirà o no?”. La storia è diventata “Cosa avrebbero scelto alla fine Eric e Andrew?”. Avrebbero scelto di cedere alla paura della possibilità che il mondo stesse finendo o avrebbero scelto l’un l’altro/l’amore?”Paul G. Tremblay

Il trailer