
Al centro del dramma messicano, la cui seconda stagione è una presenza costante nella Top 10 di Netflix (come già la prima), c’è un singolo, irreversibile incidente. Ma ciò che davvero muove la narrazione nelle prime due stagioni non è l’evento in sé, bensì quello che ne consegue. Il sospetto si diffonde più velocemente del dolore. La fiducia si sgretola silenziosa e poi in modo violento. Nel giro di pochi giorni, legami un tempo solidi iniziano a crollare sotto il peso della colpa, del risentimento e della paura. Ne L’incidente, quella che poteva essere una tragedia condivisa si trasforma in un lento, metodico smantellamento di famiglie e amicizie.
Fin dall’inizio, la serie fa una scelta chiara: non c’è un vero colpevole, nessun responsabile univoco su cui scaricare la rabbia della comunità. L’incidente non porta con sé una responsabilità netta e indiscutibile. Per questo motivo, tutti diventano sospetti. I genitori si allontanano, i coniugi riversano la colpa dentro e fuori di sé.
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Gli amici si trasformano in nemici, non perché cattivi, ma perché il dolore ha bisogno di trovare un capro espiatorio. La serie imposta questa frattura emotiva come tema principale: il momento in cui l’amore lascia spazio al bisogno di attribuire colpe. La prima stagione si sviluppa come un’analisi dell’escalation emotiva. Ogni reazione alimenta la successiva, e ogni tentativo di giustificare il dolore lo approfondisce ulteriormente.
- Titolo originale: Accidente
- Formato: Serie
- Stagioni: 2
- Genere: Drammatico / Thriller
- Paese di produzione: Messico
- Lingua originale: Spagnolo
- Creatore: Leonardo Padrón
- Regia: Klych López, Gracia Querejeta
- Cast principale: Ana Claudia Talancón, Sebastián Martínez, Alberto Guerra, Eréndira Ibarra
- Date di uscita: Stagione 1 – 2024 / Stagione 2 – 10 dicembre 2025
Una moglie accusa il marito di non aver evitato l’incidente. Un genitore scarica la rabbia su un amico che potrebbe aver avuto un ruolo indiretto. Le alleanze mutano e la certezza morale diventa un miraggio. La serie non affretta questa discesa: lascia fermentare il risentimento, mostrando quanto facilmente il lutto si trasformi in ostilità quando il perdono sembra irraggiungibile.
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La seconda stagione non azzera la situazione. Eredita l’odio generato e lo lascia proseguire nel suo corso distruttivo. A questo punto il danno non è più solo teorico. Le vite sono cambiate irrimediabilmente e in alcuni casi sono state perse del tutto. Il perdono finalmente entra in scena, ma solo dopo che il costo del non concederlo è diventato insostenibile. D’altronde se il perdono fosse arrivato prima, la serie non avrebbe più nulla da raccontare. La narrazione esiste perché la riconciliazione è ritardata, evitata, fraintesa.
Di contro, il carico emotivo può sembrare incessante e diversi momenti risultano prevedibili. I colpi di scena spesso sembrano più dettati dalla logica melodrammatica che da quella del thriller: questo è uno dei – pochissimi invero – punti deboli de L’incidente. Eppure ciò significa perdere di vista ciò che la serie prova a raccontare davvero. Questa produzione latinoamericana abbraccia questa sorta di eccesso emotivo come linguaggio narrativo. Le reazioni esagerate, i conflitti che si intrecciano, il rifiuto di far prendere ai personaggi decisioni razionali subito dopo la tragedia: tutto riflette un modo autentico di mostrare come le persone reagiscono alla perdita irreparabile.

In questo senso, la serie risulta meno artificiale di quanto sembri. L’incidente che dà il titolo alla serie non è rappresentato come destino o punizione, ma come conseguenza involontaria di azioni quotidiane, e la vera tragedia è la dissoluzione dell’amore. In entrambe le stagioni, la serie ruota intorno a un concetto semplice ma scomodo: la colpa è più facile da attribuire rispetto al perdono, ma infinitamente più dannosa. Quando il perdono arriva, lo fa ferito, incerto e in ritardo. La lezione non è mai sottile né delicata. Ma tra gli eccessi, L’incidente trova momenti di autentica verità umana – nel caos, nella crudeltà e nel silenzioso riconoscimento che l’odio non porta mai a nulla.

Non è un dramma d’autore, dunque, parimenti né pretende di esserlo. È una storia drammatica ancorata al dolore, alle conseguenze e alle ricadute emotive, e si impegna fino in fondo in questa identità. Ciò che è certo è che la serie sa una cosa: il dolore irrisolto non scompare. Si trasforma o, talvolta, si moltiplica.
L’incidente è ora disponibile in streaming su Netflix ► Guarda su Netflix

