
Era attesa dagli appassionati di true crime, ma ha conquistato tutti, e ora è diventata virale. Su Netflix c’è La scomparsa di Amy Bradley, la nuova docuserie che racconta uno dei casi più inquietanti e irrisolti degli ultimi trent’anni, è disponibile in streaming da appena un giorno — ed è già la terza serie più vista in Italia. Tre episodi intensi, dolorosi e avvolti nel mistero, che stanno scuotendo lo spettatore e accendendo il dibattito online. [TRAILER in fondo]
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L’exploit in meno di 24 ore
La miniserie documentaristica ha impiegato meno di 24 ore per scalare la classifica e piazzarsi sul gradino più basso delm podoi. Per ora. Sui social l’interesse è esploso: si sono riempiti di teorie, commenti, discussioni accese — tra chi conosceva già il caso e chi lo scopre per la prima volta. Il caso è reale, irrisolto e terrificante nella sua assurdità: Amy Lynn Bradley scompare nel nulla nel 1998, durante una crociera nei Caraibi. Non lascia tracce. Nessuno la vede scendere dalla nave. Nessuno sa dove sia.
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Tutte le teorie sulla sparizione di Amy Bradley
La scomparsa di Amy Bradley su Netflix non fornisce risposte definitive, ma riaccende i riflettori su tutte le teorie, dando spazio alla voce della famiglia, degli investigatori e delle testimonianze ignorate per anni. Il pubblico è diviso, ma una cosa è certa: il mistero resta aperto.

Tra le principali ipotesi circa il destino della donna, la teoria iniziale delle autorità e della nave fu quella della caduta accidentale in mare ma, non solo, non vi sono prove: Amy era un’ottima nuotatrice. Alcuni membri dell’equipaggio avrebbero detto di averla vista la mattina presto, vestita e con le scarpe. Secondo questa versione, Amy potrebbe essere scesa a terra volontariamente e poi essere stata rapita. Anche questa tesi appare assai debole e dunque, scartato pure l’allontanamento volontario, ecco i due scenari più inquietanti:
- Molti utenti sui social oggi vedono la chiave del mistero in un coinvolgimento diretto di membri dell’equipaggio. Un fotografo della nave inizialmente disse di non averla mai vista, poi cambiò versione. Un membro dell’equipaggio si sarebbe mostrato troppo interessato ad Amy la sera prima.
- L’altra ipotesi, angosciante, riguarda la tratta degli esseri umani. Negli anni sono arrivate diverse segnalazioni non confermate di donne somiglianti ad Amy. Nel 2005, una ex militare USA affermò di aver visto una donna che si presentava come Amy, in un bordello nei Caraibi. Poi, nel 2008, una foto comparsa su un sito per escort mostrava una donna che somigliava fortemente ad Amy. Va detto che l’FBI ha indagato, ma senza risultati definitivi.

La forza della miniserie
La forza della serie non sta solo nel fatto di raccontare un cold case internazionale, ma nel modo in cui lo racconta:
- Sobrietà stilistica: niente sensazionalismo gratuito, solo dolore autentico.
- Tensione crescente: ogni intervista, ogni frammento di verità, sembra avvicinarci all’abisso.
- Narrazione lucida: l’FBI, la famiglia, i testimoni, il tempo. Tutto si tiene in equilibrio.
Gli spettatori lo notano: “È il miglior true crime dell’anno”, si legge in più di un commento su X. Su TikTok, i video di analisi superano già le 200.000 visualizzazioni. Alcuni la paragonano alla potenza narrativa di The Keepers o Making a Murderer, ma qui c’è qualcosa di più intimo, più fragile.