
Sette morti, nessun colpevole. È il mistero irrisolto dei cosiddetti Tylenol Murders raccontato nella docuserie di Netflix, su una storia terribilmente vera, Cold Case: Gli omicidi del Tylenol. Nel 1982, a Chicago, sette persone muoiono dopo aver assunto capsule di Tylenol contaminate con cianuro. Il sospetto numero uno? James William Lewis.
Invero l’uomo non è mai stato condannato per omicidio, ma arrestato per estorsione dopo aver inviato una lettera alla Johnson & Johnson, produttrice del farmaco, chiedendo un milione di dollari per fermare i sabotaggi. Ora, approfondiamo la sconcertante vicenda.

Leggi anche ► La Top 10 (aggiornata) delle SERIE TV più viste su Netflix Italia
Le morti misteriose e l’allarme nazionale
Questa storia vera comincia il 28 settembre 1982: una ragazzina di 12 anni, Mary Kellerman, muore dopo aver assunto Tylenol Extra Forte. Nelle ore successive, sei persone – tra cui tre membri della famiglia Janus – fanno la stessa tragica fine. Le indagini rivelano che le capsule erano state manomesse con cianuro in vari negozi dell’area di Chicago. Dopo un’indagine febbrile, la polizia individua James Lewis, che si era offerto di “fermare le morti” in cambio di denaro.
Viene arrestato e condannato per estorsione, come ricostruisce il portale Wired, ma non per omicidio: non esistevano prove fisiche, né la sua presenza a Chicago nel periodo degli avvelenamenti. Anche test successivi del DNA non hanno mai confermato il suo coinvolgimento.
Leggi anche ►I “cold case” su Netflix: la nostra (agghiacciante) selezione dei documentari true crime

James Lewis, una figura avvolta nel mistero
Lewis era già noto alla polizia: coinvolto nel sospetto omicidio di Ray West nel 1978, sfuggì al processo per vizi procedurali. Negli anni successivi fu accusato di frodi con carte di credito e uso di identità false. Quando divenne latitante, le autorità lo catturarono grazie all’indirizzo su un francobollo. Ma il mistero dei Tylenol rimase insoluto. Lewis è morto nel 2023 a 76 anni, senza essere mai stato incriminato per gli omicidi. Resta per l’opinione pubblica il volto oscuro di uno dei più grandi misteri criminali d’America: geniale, inquietante, forse innocente, forse colpevole. La docuserie Netflix Cold Case offre la sua ultima intervista e rilancia la domanda che tormenta da oltre 40 anni: assassino o capro espiatorio?

I casi paralleli gettano nuove ombre
Nel 1986, come ricostruisce il true crime, Diane Elsroth, 23 anni, muore dopo aver ingerito una capsula di Tylenol sigillata. Un caso isolato o una nuova manomissione? La polizia ipotizza un secondo colpevole. Ancora più inquietante la morte di Mary Lynn Reiner, 27 anni, avvenuta dopo aver preso capsule contaminate in un ambiente controllato come un ospedale. Il sospetto: la manomissione potrebbe essere avvenuta durante la produzione o distribuzione, e non nei negozi.
Johnson & Johnson: tra silenzi e patteggiamenti
La Johnson & Johnson, produttrice del Tylenol, distrusse ventiduemila confezioni restituite, mai analizzate. Nel 1991 patteggiò con le famiglie delle vittime senza ammettere responsabilità. Le autorità non hanno mai diffuso i colloqui con i dirigenti, coprendosi dietro un’indagine “ancora aperta”.