
Mentre l’attesa per Stranger Things 5 si fa sempre più febbrile — sarà infatti la stagione conclusiva di uno dei fenomeni televisivi più amati degli ultimi anni — arriva un colpo di scena inaspettato direttamente dalla classifica globale di Netflix: Stranger Things 4 è stata superata. Stiamo parlando delle serie Tv in lingua originale inglese, che sono anche quelle più numerose e diffuse e dunque si evince l’importanza di tale classifica.
Per trovare la serie più vista in assoluto nella storia di Netflix, bisogna guardare oltre la lingua inglese: Squid Game, fenomeno globale sudcoreano, resta imbattuto con un impressionante 265,2 milioni di visualizzazioni. Ma andiamo con ordine.

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Il sorpasso
A firmare l’impresa è Adolescence, lo sconvolgente dramma britannico che ha conquistato il pubblico, diventando ufficialmente la seconda serie (miniserie, per ora) in lingua originale inglese più vista di sempre su Netflix. Lo certificano i numeri, e a dirlo è la stessa classifica ufficiale pubblicata su TUDUM, il sito della piattaforma di streaming. Nel frattempo, i fan di Hawkins tengono il fiato sospeso per il gran finale: Stranger Things 5 ha una data d’uscita fissata e promette emozioni, misteri e — forse — una nuova scalata ai vertici della classifica. Ma la domanda è inevitabile: riuscirà a superare Adolescence? O addirittura a minacciare il primato di Mercoledì?

La serie con Jenna Ortega, infatti, guida questa classifica e peraltro, anch’essa, sta per tornare con una nuova stagione. Il suo record stabilito nel 2022 — 252,1 milioni di visualizzazioni nei primi 91 giorni — resta tuttora inattaccabile.
I numeri
Al 1° giugno, Adolescence ha totalizzato 141,2 milioni di visualizzazioni nei suoi primi 80 giorni dal debutto, avvenuto il 13 marzo 2025. Un traguardo che le consente di scalzare la quarta stagione di Stranger Things 4, ferma a 140,7 milioni nello stesso intervallo di tempo nel 2022. La serie ha ancora qualche giorno utile per migliorare il proprio score, ma è matematicamente impossibile che raggiunga il primo gradino del podio.
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Il fenomeno Adolescence
La serie nasce da una profonda inquietudine verso ciò che accade nella società contemporanea, soprattutto tra i più giovani. La miniserie racconta un fatto che, sebbene romanzato, ha l’impatto della cronaca nera più brutale: una ragazza di 13 anni viene uccisa da un coetaneo, e la storia si sviluppa seguendo non tanto l’indagine, quanto le reazioni che quell’evento genera. Il punto di vista cambia episodio dopo episodio: l’arresto, l’interrogatorio, il colloquio psicologico, la reazione della famiglia del colpevole. Non c’è bisogno di effetti speciali, non strizza l’occhio all’algoritmo, non cerca di piacere. Eppure non riesci a smettere di guardarla.

Ci sarà un sequel?
La domanda, inevitabilmente è stata posta al regista Stephen Graham in un’intervista a Netflix TUDUM. Graham ha risposto con un sorriso ironico: “Forse… vediamo come vanno i numeri”, e come detto le cifre sono già ben oltre le aspettative. Difatti, con tono più serio, ha poi integrato la risposta: “Sì, c’è la possibilità di sviluppare un’altra storia”. Walters però avverte: “Non è facile replicare un impatto del genere”.

E mette fine alle speculazioni su un prequel: “Quello no, non succederà”. Anche se al momento non ci sono conferme ufficiali, è difficile immaginare che Netflix voglia rinunciare a un prodotto che non solo ha conquistato milioni di spettatori, ma ha anche generato una potente riflessione sociale. Adolescence era nata come una miniserie autoconclusiva, ma la suo eco mediatica potrebbe spingerla oltre.