Recensione La Prova – La miniserie attualmente in terza posizione nella Top 10 di Netflix è un’ulteriore conferma del talento dei Paesi scandinavi nel narrare storie crime, ispirate a fatti realmente accaduti. Inoltre, La Prova introduce due aspetti inediti: il ruolo, cruciale per le indagini, della genealogia forense e il perturbante enigma legato a morti apparentemente casuali. Anche la complessità del rapporto tra genitori e figli fa capolino nella trama. Sono tanti gli spunti, sicché, dopo averla vista, possiamo fornire la nostra recensione. [TRAILER in fondo]
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Recensioni della critica
Una tragica storia vera di cronaca nera svedese, due omicidi irrisolti per 16 anni, e un’indagine rivoluzionaria basata sulla genealogia forense: basterebbero questi pochi ma intriganti elementi a introdurre i giudizi nel complesso positivi della critica. Con un punteggio del 76% su Rotten Tomatoes e un 7.2/10 su IMDb, la miniserie viene lodata per la profondità con cui vengono trattate le implicazioni emotive e sociali dell’indagine. Tuttavia, alcuni critici hanno segnalato un ritmo a tratti troppo lento, che potrebbe scoraggiare gli spettatori. (Continua a leggere dopo la foto)
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La nostra recensione
Nonostante un epilogo forse meno adrenalinico del previsto (ciò che, come abbiamo visto in precedenza, lamentano taluni critici) la narrazione rimane avvincente, sorretta da interpretazioni di altissimo livello. La regia attenta e il montaggio che bilanciano tensione e dramma, ma è soprattutto la fotografia a restituirci atmosfere piuttosto cupe e crepuscolari, tipiche di un noir nordico. La Prova si presenta come un prodotto straordinariamente costruito, che mescola la tensione del true crime con il dramma umano. (Continua a leggere dopo la foto)
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La miniserie riesce a raccontare non solo l’indagine poliziesca, ma anche l’impatto devastante che un caso del genere ha sulle famiglie, sui testimoni e persino sugli investigatori di Linköping, la classica cittadina apparentemente tranquilla in cui non succede mai nulla di eclatante: tra gli aspetti più innovativi c’è l’uso della genealogia forense, con la mappatura a tappeto del Dna: una tecnica che ha rivoluzionato le indagini, coinvolgendo l’intera comunità. Precisamente questo, assieme al tema della genitorialità, è centrale e illustra il sottile confine tra lavoro e vita personale. (Continua a leggere dopo la foto)