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La serie tv Netflix sui fratelli Menéndez riapre il cruento caso di omicidio: ecco la sconvolgente scoperta

02/09/2024 11:19 - Ultimo aggiornamento 19/11/2024 16:25
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“Monsters: The Lyle and Erik Menéndez Story”, la terribile storia vera dei fratelli assassini va incontro a una possibile svolta. La storia dei fratelli Menéndez, Lyle ed Erik, ha scosso l’America negli anni ’90, diventando uno dei casi di cronaca nera più discussi e controversi di sempre. José Menéndez, un imprenditore di successo di origine cubana, e sua moglie Kitty, furono brutalmente assassinati nella loro villa a Beverly Hills il 20 agosto 1989. Lyle ed Erik, all’epoca rispettivamente di 21 e 18 anni, furono inizialmente considerati vittime sopravvissute al crimine. Tuttavia, dopo mesi di indagini e una confessione da parte di Erik durante una seduta di psicoterapia, i due furono arrestati e successivamente processati. Oggi il caso potrebbe andare incontro a un completo stravolgimento della verità. Ecco la scoperta. (Continua a leggere dopo la foto).

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La storia vera dei fratelli Menéndez molto vicino a una possibile svolta

Durante il processo, i fratelli Menéndez affermarono di aver ucciso i genitori per legittima difesa, sostenendo di essere stati vittime di abusi fisici, emotivi e sessuali da parte del padre. La confessione ha diviso l’opinione pubblica: inffatti se da un lato c’era chi credeva che i fratelli avessero agito per sfuggire a un ambiente familiare terribile, dall’altro c’era chi riteneva che i Menéndez avessero orchestrato gli omicidi per ereditare la considerevole fortuna dei genitori. Dopo un processo senza verdetto nel 1993 ne arrivò un secondo nel 1996: ergastolo per omicidio di primo grado senza condizionale. Oggi i fratelli sperano nella libertà mentre la serie tv Netflix “Monsters” pensa a riscrivere la narrazione del loro famigerato crimine.
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“Avevo una scadenza, stavo per finire il mio libro originale e lei mi ha lasciato andare a casa sua e rovistare in una cassettiera piena di carte di Andy”, ha raccontato Rand a The Hollywood Reporter. “E nel giro di 15 minuti ho trovato questa lettera, l’ho guardata e ho detto, ‘Oh, mio ​​Dio, potrebbe essere davvero importante per il caso'”.

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La storia di Lyle ed Erik, condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, sta guadagnando nuova attenzione mediatica dopo il debutto della serie tv Netflix ma non solo. La riedizione aggiornata del libro di Robert Rand, “The Menendez Murders: The Shocking Untold Story of the Menendez Family and the Killings that Stunned the Nation”, include prove inedite che potrebbero cambiare il destino dei fratelli. Rand, che ha seguito il caso per decenni, ha recentemente scoperto una lettera scritta da Erik Menendez al cugino Andy Cano, che fornisce dettagli sugli abusi subiti. Questa lettera, mai presentata nei processi, è ora al centro della nuova battaglia legale per ottenere la libertà.

“Gli esperti di terapia della difesa che hanno esaminato Erik e Lyle hanno stabilito che la loro età emotiva era di circa 8-10 anni, anche se la loro età cronologica era di 18 e 21 anni”, ha spiegato Rand a THR. “Anche gli esperti di terapia esterni che abbiamo avuto nel documentario mi hanno detto che Erik e Lyle vivevano in un tunnel. E per te e me, non ha alcun senso. Perché non sono semplicemente usciti dalla porta principale? Ma se sei una vittima di abusi e vivi in ​​questo tunnel, non puoi immaginare la vita senza i tuoi genitori”.

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Per i fratelli Menéndez la speranza è l’ultima a morire

La docuserie di Peacock, “Menendez + Menudo: Boys Betrayed“, ha ulteriormente rafforzato le accuse di abusi contro José Menendez, rivelando nuovi testimoni. Con l’uscita della serie di Murphy e l’aggiornamento del libro di Rand, la vicenda Menendez si ripropone al grande pubblico, prospettando dunque una revisione della condanna. I fratelli Menendez attendono il verdetto sulla loro ultima richiesta di habeas corpus, pur nella consapevolezza di poter trascorrere il resto della loro vita in prigione. Lyle Menendez, riflettendo sulla sua situazione, ha dichiarato: “Abbiamo grandi speranze, ma se non ci sarà un esito favorevole, Erik ed io siamo rassegnati a vivere il resto delle nostre vite in prigione”.