La Passione Turca, le magiche location – Un connubio felicissimo quello tra Spagna e Turchia, due Paesi che, negli ultimi anni, si sono imposti a livello globale per le proprie produzioni televisive e, soprattutto, quelle in streaming. Al punto che, come i nostri lettori sanno, proprio i film e, ancor più, le serie spagnole e parimenti quelle che giungono dalla Turchia sono particolarmente apprezzate in Italia e un po’ nell’intera Europa.
La dominatrice assoluta, al pari dei protagonisti, de La passione turca non può che essere l’incantevole Istanbul, ma non solo. In quest’articolo vi guideremo attraverso gli scenari mozzafiato e le location più suggestive della miniserie spagnola, ambientata in larga parte in Turchia. (Continua a leggere dopo la foto)
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Da Madrid a Istanbul, la Porta d’Oriente
Madrid, una antica capitale, una città bellissima, compare davvero poco nella miniserie, e in frammenti poco significativi del racconto. In realtà è l’intera Turchia, ad essere cornice di una fuga della coppia dalle proprie responsabilità, alla scoperta di usanze e costumi locali: gli spettatori vengono guidati nell’affascinante patrimonio turco attraverso la Cappadocia e l’Isola Büyükada, essendo la trama della serie assolutamente fedele al romanzo da cui è tratta.
Tuttavia, gli scenari che dominano le scene sono certamente quelli restituiti da Istanbul, con le sue vedute mozzafiato sul Bosforo e i suoi luoghi magici e misteriosi, fa da sfondo a La passione turca. Una Istanbul da cartolina, dove la cultura greca, romana e bizantina sono affiancate dal retaggio dell’impero Ottomano di cui l’antica Costantinopoli, poi appellata Bisanzio, è stata capitale per sei secoli. Oggi Istanbul, l’unica al mondo ad appartenere a due continenti estendendosi in Europa (Tracia) e Asia (Anatolia), è la città più popolosa in Europa con quasi 16 milioni di abitanti, la sesta al mondo. Il centro storico è patrimonio dell’UNESCO dal 1985. Di seguito, illustreremo i luoghi più suggestivi che compaiono nella serie ambientata in larghissima parte proprio a Istanbul. (Continua a leggere dopo la foto)
Il Palazzo di Topkapi
Spettacolare complesso che fu residenza del sultano ottomano Mehmet II, che, tra il 1459 e il 1465, ordinò la costruzione di un palazzo reale che avrebbe segnato per sempre l’aspetto dell’allora Costantinopoli. Il fiabesco Topkapi non fu pensato come un singolo sfarzoso edificio, ma come un ampio e maestoso complesso di raffinati padiglioni separati da verdeggianti cortili. Tra le bellezze del Topkapi risaltano l’imponente Porta dei Saluti, l’ingresso della reggia che vedete nella foto in alto, il raffinato Harem, area dove risiedevano mogli e concubine dei sultani, il magico Padiglione Bagdad, realizzato nel 1639 per volere di Murat IV, la Sala del Trono e la Tesoreria. Oltre alle lussuosissime sale, lascia esterrefatti la mostra dedicata ai gioielli preziosi posseduti dai sultani: migliaia di pietre preziose risplendono nelle loro teche. Possiamo trovare corazze tempestate di diamanti, pugnali adornati con smeraldi, piume ingioiellate per i turbanti, troni placcati in oro. (Continua a leggere dopo la foto)
Il Bazar egiziano e il Gran Bazar
Ci sono mercati all’ingrosso, come nel quartiere di Laleli, mercati settimanali, e poi mercati speciali, come quello Egiziano, finito di costruire nel 1660 e dove si vendono spezie, dolci turchi e altre specialità; ma il più noto è il Gran Bazar: una meta assolutamente da non perdere. Una sorta di città nella città, con tutti i suoi caratteristici dedali e le sue strade dove si vende davvero di tutto. Una stupefacente varietà di prodotti, dai marchi turchi a quelli internazionali, ma, notoriamente, vi si trovano anche moltissimi prodotti falsi, dunque è sempre consigliabile un po’ di prudenza. Ad ogni modo, l’atmosfera dei vari bazar e persino i loro odori speziati rimarranno a lungo nella memoria del visitatore. (Continua a leggere dopo la foto)
Lo stretto del Bosforo, il confine tra l’Europa e l’Asia
Sulla sponda europea del Bosforo si è sviluppata la città di Istanbul, l’antica Costantinopoli, che si estende anche sulla sponda asiatica per circa 18 chilometri. Lo stretto del Bosforo, con una lunghezza di circa 30 chilometri e una larghezza variabile tra 700 metri e 3,7 chilometri, collegando il Mar Nero al Mar Mediterraneo segna anche il confine meridionale tra il continente europeo e il continente asiatico. Sicché il panorama è suggestivo e l’avveniristico ponte che l’attraversa, il “Ponte dei Martiri del 15 luglio”, è anche un ponte ideale tra due civiltà, oltre a unire fisicamente i due continenti. Naturalmente, è qui, in notturna, che sono ambientate le scene più romantiche della serie. (Continua a leggere dopo la foto)
La Moschea Blu e l’Aya Sophia
Il sultano Ahmet I ordinò, nel 1609, l’edificazione della cosiddetta Moschea Blu: blu – o, più correttamente, turchese – come le oltre 21mila raffinate piastrelle di İznik (la vecchia Nicea) che impreziosiscono i suoi interni. Cinta da sei slanciati minareti e illuminata soffusamente da 250 finestre, ha un incantevole cortile e delle sontuose decorazioni, che prediligono gli arabeschi, in particolare nelle cupole e semicupole della costruzione. L’Aya Sophia, invece, era nota sino al come Basilica di Santa Sofia fino al 20 luglio 2020, allorché con un decreto presidenziale di Recep Erdogan, è stata nuovamente aperta al culto islamico. Si tratta di una costruzione sacra che lascia senza fiato, resa ancor più straordinaria per l’utilizzo di pregiati materiali, tra cui porfido dell’Egitto, marmo verde dalla Tessaglia, pietra nera dalla regione del Bosforo e pietra gialla dalla Siria. Le dimensioni sono imponenti: costruita sui resti di due precedenti chiese nel 537, per volere dell’Imperatore romano Giustiniano, è stata la basilica cristiana più grande del mondo sino alla edificazione della basilica di San Pietro a Roma. Fu convertita in moschea da Maometto II nel 1453, dopo la conquista ottomana di Costantinopoli e la caduta dell’Impero Bizantino. Nel 1935, cambiò nuovamente funzione: il Presidente Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna, la trasformò, infatti, in un museo laico. Sino alla già citata decisione di Erdogan.