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“The Night Agent”, in attesa del sequel rispondiamo alle vostre curiosità: cosa c’è di vero nella serie?

10/05/2023 06:00 - Ultimo aggiornamento 29/11/2024 10:11

È finzione, d’accordo, basata su un celebre romanzo. Ma, se non di vero, quanto c’è di verosimile in “The Night Agent”? Taluni interrogativi sono stati suscitati nel pubblico dalla fortunata serie, talmente di successo che la seconda stagione è stata annunciata nel giro di un paio di settimane dal rilascio della prima. Se non è un record, ci siamo vicini. Questi interrogativi riguardano l’esistenza del programma di sicurezza in cui opera il nostro Night Agent, interpretato da Gabriel Basso in questo thriller politico, un genere che su Netflix ha un successo crescente, con numerosi titoli che, come “The Diplomat”, stanno conoscendo pari notorietà. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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The Night Agent | La curiosità degli spettatori (e anche la nostra)

Il principale interrogativo: il dipartimento segretissimo di sicurezza Night Action esiste nella vita reale? C’è davvero qualcuno seduto nella penombra pronto – anche se spera di no – a rispondere a una linea telefonica così speciale? Posto che i Servizi, per definizione, sono segreti e che, come in Italia sappiamo bene, sovente comprendono unità coperte e talvolta anche con finalità eversive (stiamo pensando ancora all’Italia), la risposta è “no”: il programma Night Action non esiste. Non ufficialmente, almeno. Un agente chiuso in un seminterrato, che ha il solo compito di rispondere a un telefono che non squilla mai? Ma dai. Eppure, un’agenzia segreta non è così inverosimile, come detto. Nella serie stessa, nelle fasi iniziali, è lo stesso protagonista, l’agente dell’FBI Peter Sutherland (Gabriel Basso), a dire al capo dello staff della Casa Bianca Diane Farr (Hong Chau) di non aver mai sentito di questo dipartimento segreto. In risposta, la donna gli rivela che è esattamente così che deve essere, in effetti. La Night Action della serie, e del romanzo, è un’agenzia completamente ufficiosa, destinata ad altri membri disconosciuti di agenzie come la CIA, l’NSA, la DEA e l’FBI quale ultima risorsa quando qualcosa andasse storto. Magari non è concepito che qualcuno risponda semplicemente al telefono per assistere chiunque si trovi dall’altra parte della linea, ma può anche essere che esista sul serio una sorta di canale segreto molto simile. Lo stesso autore del romanzo, Matthew Quirk, ha affermato durante una intervista a The Real Book Spy, quanto leggete qui di seguito:

La trama è stata ispirata da un mio amico a Washington che lavorava di notte all’FBI. All’epoca non parlava molto del suo lavoro, ma da quello che ero riuscito a capire faceva parte di una guardia notturna, incaricata di tenersi al corrente di eventuali crisi e, se necessario, di svegliare il responsabile. Quell’idea mi è rimasta davvero impressa: un ragazzo seduto davanti a un telefono tutta la notte ogni notte, che aspetta il suo momento. Cosa succede quando il telefono squilla e lui si trova improvvisamente nel bel mezzo di un’emergenza, faccia a faccia con le persone più potenti di Washington?“.
Matthew Quirk

The Night Agent | Quando esce la seconda stagione

State calmi, resistete: devono ancora iniziare le riprese della seconda stagione (la prima è stata girata non negli Stati Uniti, ma a Vancouver, Canada). Come annunciato dalla stessa Netflix, la seconda stagione di “The Night Agent” non vedrà la luce prima del 2024.
La decisione di optare per una nuova stagione è stata repentina, per via dell’immediato riscontro: la serie ha accumulato oltre 168 milioni di ore di visione in tutto il mondo solamente nel primo weekend di programmazione, e anche mentre scriviamo si trova ancora nella Top 10 delle serie più viste su Netflix. (Continua a leggere dopo la foto)

The night agent storia vera

The Night Agent | Il romanzo (e le differenze con la serie)

Il romanzo di Matthew Quirk, pubblicato negli Stati Uniti (William Morrow & Co, 2022, 424 pagine), non è stato, per ora, tradotto in italiano. La trama è fedelmente riprodotta nella serie Netflix, ma sussistono alcune discrasie, necessarie secondo l’ideatore della serie Netflix, Shawn Ryan, lo stesso di S.W.A.T. Anzitutto, spiega lui: “Nel libro, l’assassino è un vecchio russo che opera da solo ed è difficile in tv capire quello che pensa. Nel romanzo puoi esporre il suo pensiero, ma in tv non funziona così”. Ecco, dunque, l’idea di aggiungere un assassino in più. Nella serie, infatti, gli psicopatici che attentano alla sicurezza nazionale sono due, Dale ed Ellen. “Ho pensato che fosse più interessante vedere queste due persone che interagiscono tra loro, così da avere un’idea più precisa”, ha aggiunto, dichiarando di aver avuto l’assenso dello stesso Quirk ad integrare la trama con alcuni particolari e dettagli per adattarla a una serie in dieci episodi.

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FONTI

Screenrant, Netflix, IMDb, Comingsoon