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“Dahmer – Mostro”, la storia vera del cannibale di Milwaukee. Per stomaci forti

21/01/2023 12:42 - Ultimo aggiornamento 30/03/2023 19:27

La vera storia di Jeffrey Dahmer, il mostro di Milwaukee, è su Netflix. Amanti del genere Crime? Chiusi in casa per il maltempo? C’è un po’ di tutto in catalogo su Netflix, ma, per gli stomaci forti, diamo spazio a uno dei titoli del momento: la storia, invero un po’ disturbante, di Jeffrey Dahmer.
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“Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer”. Info e cast

Data di pubblicazione: 21 Settembre 2022 (Netflix)
Genere: thriller, drammatico
Titolo originale: Dahmer – Monster: The Jeffrey Damher Story
Episodi: 10 (dai 45 ai 63 minuti)
Lingua originale: Inglese
Ideatori: Ryan Murphy, Ian Brennan
Cast: Evan Peters (Jeffrey Dahmer), Richard Jenkins (Lionel Dahmer), Molly Ringwald (Shari Dahmer), Michael Learned (Catherine Dahmer), Niecy Nash (Glenda Cleveland).

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Il trailer italiano di “Dahmer – Mostro”

Dahmer, la trama

La vicenda del cosiddetto “Mostro di Milwaukee” turbò non poco la serenità della cittadina nota, dapprima, quasi esclusivamente grazie al telefilm Happy Days. Lì si raccontava un’America genuina, forse un po’ ingenua, mentre in Dahmer i peggiori incubi sembrano prendere forma. Il serial killer cannibale Jeffrey Dahmer è inpersonato dall’attore Peter Evans, che ci restituisce una interpretazione magistrale. La serie tratta i brutali omicidi del serial killer che uccideva le sue vittime per poi cibarsene, terrorizzando l’intero Stato del Wisconsin tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta. il piccolo Jeffrey divenne preda di un suo vicino di casa, il quale abusò di lui sessualmente. Da allora, dunque, si sviluppò la psicopatia dell’inquietante personaggio, che piombò nell’alcolismo. In totale furono ben 17 le sue vittime. Egli usava conservare i loro resti nel frigorifero, destinati a diventare cibo.

Chi era Jeffrey Dahmer

L’autore di diciassette omicidi effettuati tra il 1978 e il 1991 e con metodi particolarmente cruenti, contemplando atti di violenza sessuale, necrofilia, cannibalismo e squartamento, era nato a West Allis, sobborgo di Milwaukee, il 21 maggio 1960. Morì in carcere, nel 1994, per mano di un altro detenuto, Christopher Scarver. Due anni prima era stato condannato all’ergastolo. Come accennato, abusato sessualmente da piccolo, Dahmer sviluppò da giovane una personalità che definire border line è davvero poco. Dal 1968 in poi, il piccolo Jeffrey incominciò a collezionare resti di animali morti che usava seppellire nel bosco situato dietro l’abitazione dei genitori a Bath Township, in Ohio, dove la famiglia si era trasferita pochi mesi prima. Scoperta, nella tarda adolescenza, la propria omosessualità, non ne fece menzione ai suoi genitori, che ne frattempo divorziarono, e si chiuse maggiormente in se stesso, rifugiandosi nel largo consumo di alcool. Il primo omicidio avvenne quando aveva 18 anni, contestualmente alla fine del matrimonio dei genitori.

L’arresto e la condanna (e la morte) di Jeffrey Dahmer

Il 22 luglio 1991, l’ultima persona adescata da Jeffrey Dahmer, Tracy Edwards, una volta invitato in casa ed accortosi della presenza di un insostenibile odore provenire da un barile e di una moltitudine di foto di cadaveri smembrati appese ai muri, colpì Jeffrey e fuggì dall’appartamento. La polizia intervenne e rinvenne i macabri feticci congelati: numerosi resti di cadaveri nel frigorifero, teste e mani tagliate per intero all’interno di pentole, membri genitali conservati il formaldeide, due cuori umani in sacchetti di plastica e tantissime fotografie di cadaveri squartati all’interno dei cassetti. Il processo di Jeffrey Dahmer iniziò il 30 gennaio 1992, con ben quindici capi di imputazione. Dahmer si dichiarò colpevole il 13 gennaio (il giudice lo riconobbe come tale nonostante la difesa avesse tentato di giustificarlo con la sua infermità mentale). Con la sentenza del 13 luglio egli fu condannato ad una pena complessiva di 957 anni.