Grande successo per la serie Netflix italiana “La legge di Lidia Poët“, tratta dalla storia della prima avvocata italiana. C’è ancora molta strada da fare sul cammino della parità tra uomo e donna, ma, se oggi possiamo parlare di emancipazione femminile, lo dobbiamo a donne come Lidia Poët. Sulla prima avvocatessa d’Italia, la prima donna a essere iscritta all’albo dell’ordine degli avvocati, il cui contributo all’attuale diritto penitenziario è unanimemente riconosciuto in arrivo la serie Netflix tutta italiana che debutterà il mercoledì 15 febbraio. Si intitola “La legge di Lidia Poët”, la serie in sei episodi prodotta da Matteo Rovere, che vede nel cast anche, assieme alla protagonista Matilda De Angelis, Eduardo Scarpetta, discendente dell’omonimo grandissimo commediografo e attore teatrale.
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La legge di Lidia Poët | Serie Netflix: SCHEDA
• Data di pubblicazione: 15 febbraio 2023 (Netflix)
• Genere: biografico, drammatico
• Titolo originale: La legge di Lidia Poët
• Episodi: 6
• Lingua originale: italiano
• Regia: Matteo Rovere
• Classificazione: visione adatta ai maggiori di 13 anni.
• Cast: Matilda De Angelis, Eduardo Scarpetta (Jacopo Barberis), Pier Luigi Pasino, Sara Lazzaro, Sinéad Thornill, Dario Aita
Un cast di tutto rispetto riunisce alcuni tra i migliori attori italiani. Di Eduardo Scarpetta abbiamo già scritto, così come oramai non ha quasi bisogno di presentazioni Matilda De Angelis. Pier Luigi Pasino, invece, veste i panni di Enrico Poët, il fratello di Lidia. Tra gli altri interpreti, ci sono anche Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill, nel ruolo rispettivamente di Teresa Barberis, moglie di Enrico e cognata di Lidia, e Marianna Poët, la loro figlia. Dario Aita è Andrea Caracciolo.
La legge di Lidia Poët | Serie Netflix: TRAMA
Nella Torino di fine Ottocento, la giovane Lidia è laureata in giurisprudenza e abilitata alla professione forense. Comincia a lavorare nello studio del fratello Enrico, interpretato da Pier Luigi Pasino, ma proprio per il suo essere donna interviene una sentenza della Corte d’Appello che le vieta la professione. Ha così inizio una battaglia legale epocale, che ha cambiato la posizione della donna nella società italiana. Mentre prepara il ricorso per tentare di ribaltare la sentenza, frattanto continuando a lavorare con successo, è anche aiutata dal fratello di sua cognata: Jacopo Barberis, un giornalista che condivide con lei tutte le informazioni in suo possesso. (Continua a leggere dopo la foto)
La legge di Lidia Poët | Serie Netflix: LA VERA STORIA
Lidia Poët si laureò in giurisprudenza nel 1881, con una tesi che riguardava la condizione femminile nella società e, dopo due anni di praticantato, superò l’esame di abilitazione alla professione forense e venne iscritta all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino, non senza le numerose resistenze dei colleghi. Così Lidia Poët divenne la prima donna ad esercitare l’avvocatura in Italia. A novembre dello stesso anno, però, la Corte di Appello di Torino revocò la sua iscrizione all’albo, dichiarando che le donne non potevano essere ammesse all’esercizio della professione forense. La legge dell’epoca consentiva gli “uffici pubblici” esclusivamente agli uomini. La richiesta venne osteggiata dagli avvocati Desiderato Chiaves, ex ministro dell’interno e da Federico Spantigati che, per protesta, si dimisero dall’ordine dopo che l’istanza venne messa ai voti e accolta. Lidia, comunque, continuò a collaborare con suo fratello Enrico nonostante la mancata iscrizione all’Ordine, che arrivò solo nel 1920, grazie alla legge Sacchi. L’impegno protofemminista di Lidia Poët si precisò anche nella adesione al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (CNDI) fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1903: venne incaricata di dirigere i lavori della sezione giuridica nei primi congressi femminili italiani del 1908 e 1914. Anche la città di Torino, martedì 27 luglio 2021, aveva omaggiato la prima avvocata italiana intitolandole una parte del parco che sorge di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino.
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