
Liliana Cavani contro Netflix: la celebre regista, Leone d’Oro alla carriera nel 2023, autrice di film come Il portiere di notte, La pelle e Interno berlinese, torna a far discutere: durante la presentazione della rassegna “Custodi di sogni – I Tesori della Cineteca Nazionale”, la celebre regista ha espresso una posizione netta contro le piattaforme di streaming, e le serie Tv in particolare, accusandole di aver impoverito il cinema e il suo valore culturale. Ma ha davvero ragione? Anzitutto, cerchiamo di illuminare il contesto.

Leggi anche il nostro articolo ► Quanto costa Netflix in Italia nel 2025? Abbonamenti e piani tariffari: ecco cosa cambia
“La gente non si muove da casa”
Nel corso dell’evento, Cavani ha sottolineato come il consumo di contenuti in casa abbia trasformato profondamente l’esperienza cinematografica: “Con le piattaforme la gente non si muove più di casa, è come se la vita fosse uguale tutti i giorni, invece ci sono anche le stagioni, piove, c’è il sole…”. Un’affermazione forte che mette in luce la preoccupazione per la scomparsa delle sale cinematografiche, un fenomeno sempre più evidente, soprattutto dopo la pandemia. La regista ha invocato una campagna di sensibilizzazione per far comprendere l’importanza di tornare nelle sale e vivere il cinema come un’esperienza collettiva e immersiva, paragonandolo al teatro e alla letteratura.
Leggi anche ►Vuoi disdire Netflix (o modificare il piano tariffario)? La guida pratica del 2025

La dichiarazione più controversa
L’opinione più controversa di Cavani riguarda la serialità televisiva: “Un vero regista non fa le serie Tv”, ha dichiarato senza mezzi termini. Secondo la regista, le serie hanno unicamente uno scopo commerciale: attrarre spettatori e generare profitti, sacrificando la qualità artistica e l’esperienza cinematografica tradizionale. Ma, ci domandiamo ancora, è veramente così? Se negli anni passati la serialità televisiva era spesso considerata inferiore al cinema, oggi lo scenario è profondamente cambiato.
Registi italiani di altissimo livello hanno firmato opere seriali di grandissimo valore: Gomorra, Suburra, sino al recentissimo Il Gattopardo sono solo alcuni esempi. E guardando oltre i confini nazionali, show come Breaking Bad, True Detective e The Crown dimostrano che la serialità può raggiungere vette artistiche altissime.

Il cinema in sala: “un rito sociale” insostituibile
Tuttavia, il grido d’allarme di Cavani sulla crisi delle sale cinematografiche non è da sottovalutare. “Le sale stanno chiudendo, come possiamo permettere questo? Dobbiamo insegnare ai ragazzi ad andare a vedere i film al cinema. Il cinema parla alla vita, ci rappresenta”, ha affermato con passione. E in effetti, il calo degli spettatori nelle sale è un dato di fatto. La comodità dello streaming e il costo sempre più alto dei biglietti spingono il pubblico a preferire la visione domestica, ma ciò che si perde è l’esperienza condivisa della sala, l’emozione di un grande schermo e di un pubblico che reagisce all’unisono.