Ci sono attori che entrano in scena in punta di piedi e altri che, con un solo sguardo, riscrivono la temperatura di una serie. Jonathan Bailey appartiene alla seconda categoria: basta un’inquadratura di Anthony Bridgerton perché internet esploda in meme, gif e sospiri collettivi. Ma ridurre Bailey al ruolo del visconte più tormentato di Netflix sarebbe un errore clamoroso: dietro il corsetto Regency ci sono un’infanzia passata sul palco, musical da urlo, drammi politici e un titolo che pesa parecchio sulla carta stampata – Sexiest Man Alive. In questo profilo ripercorriamo i suoi ruoli più importanti, i premi, le curiosità e i motivi per cui il suo nome è ormai uno di quelli da tenere d’occhio, dentro e fuori Netflix.
Chi è Jonathan Bailey
Jonathan Bailey nasce il 25 aprile 1988 a Wallingford, nell’Oxfordshire, in Inghilterra. Fin da bambino sembra avere un accordo privilegiato con il palcoscenico: a sette anni debutta con la Royal Shakespeare Company in A Christmas Carol, e poco dopo interpreta Gavroche in Les Misérables nel West End. Una partenza precoce che lo porta a crescere letteralmente sul palco, più che tra i banchi di una scuola di recitazione.
Prima che il mondo lo conosca come Anthony Bridgerton, Bailey è già un nome solido sulla scena londinese, con ruoli in produzioni di pregio e una gavetta che profuma di sipari e luci di scena.
I ruoli più importanti (soprattutto su Netflix)
Per il pubblico globale, il grande salto arriva con Bridgerton, la serie Netflix prodotta da Shondaland in cui, dal 2020, interpreta Anthony Bridgerton, primogenito della famiglia e visconte diviso tra dovere sociale e desiderio. Dopo essere stato una presenza forte ma laterale nella prima stagione, Bailey esplode come protagonista nella seconda: tra duelli verbali, tensione romantica e sguardi che valgono più di mille battute, il suo Anthony diventa uno dei personaggi più amati (e discussi) del catalogo Netflix.
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Al di là della Regency London, Jonathan Bailey mostra il suo lato più drammatico in Fellow Travelers, miniserie ambientata nel clima persecutorio del maccartismo, dove interpreta Tim Laughlin, giovane idealista consumato da una storia d’amore impossibile. Qui il tono è completamente diverso: niente balli in costume, ma politica, desiderio e repressione. La sua performance gli vale premi importanti e lo consacra anche come volto del grande drama contemporaneo.
Nel 2024 approda a un’altra grande IP: il film musicale Wicked, dove interpreta Fiyero. È il ritorno alle origini da performer completo – canto, danza, recitazione – e un ponte ideale tra il Bailey del teatro e quello del cinema mainstream.
Per chi vuole recuperare le sue interpretazioni, oltre a Bridgerton su Netflix, vale la pena cercare le sue prove nelle serie Broadchurch e Crashing, oltre alla sua apparizione in Heartstopper – Stagione 3, dove porta una presenza carismatica e affettuosa in un teen drama già amatissimo.
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Premi, riconoscimenti e status da star globale
Negli ultimi anni la carriera di Jonathan Bailey accelera in modo impressionante. Oltre all’Olivier Award 2019 per Company, la sua interpretazione in Fellow Travelers gli porta un Critics’ Choice Television Award come miglior attore non protagonista in una miniserie e una nomination agli Emmy nella stessa categoria. Premi che confermano come non sia solo un volto amato dal pubblico, ma anche un attore stimato dalla critica.
Nel 2025 arriva poi un titolo che fa il giro del mondo: Jonathan Bailey viene nominato “Sexiest Man Alive” dalla rivista People, diventando il primo uomo apertamente gay a ricevere questo riconoscimento. È un momento simbolico, che sposta più di una linea nel modo in cui Hollywood racconta il desiderio e i suoi “heartthrob”.
Curiosità e dimensione pubblica
Dietro l’immagine da leading man, Bailey mantiene un profilo personale sorprendentemente concreto. I media lo descrivono come un sex symbol trasversale, capace di attrarre fan di ogni genere e orientamento, ma lui stesso tende a sdrammatizzare, definendo spesso questo tipo di etichette “assurde” e scherzando sul proprio status.
È anche diventato un punto di riferimento importante per la visibilità LGBTQ+, soprattutto grazie alla forza con cui ha interpretato Tim in Fellow Travelers e alla naturalezza con cui parla di identità e rappresentazione. Allo stesso tempo, interviste e profili raccontano un attore più interessato al lavoro che alla fama, uno che preferisce parlare di copioni e prove piuttosto che di gossip.