
Come è stata girata Adolescence: la miniserie britannica dal successo enorme non è solo un nuovo titolo da aggiungere alla lista delle visioni su Netflix, ma è un esperimento visivo audace e coinvolgente che sfida ogni convenzione narrativa. Ogni episodio è infatti girato interamente in piano sequenza, senza stacchi né tagli nascosti. Sicché, con un’unica ripresa per episodio, il realismo e l’intensità della narrazione rendono la miniserie un appuntamento imperdibile per gli amanti del genere. Una scelta estrema, che trasforma lo spettatore in un compagno silenzioso dei protagonisti, seguendoli in tempo reale attraverso le loro emozioni e i loro spazi. [TRAILER in fondo all’articolo].

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Adolescenti in crisi, raccontati senza filtri
La serie segue Jamie Miller, un sedicenne che affronta una spirale di eventi drammatici nella periferia londinese. Ogni episodio si concentra su un momento cruciale della sua adolescenza, restituendo una certa introspezione psicologica: la perquisizione della polizia in casa, i conflitti a scuola, gli interrogatori, le incomprensioni familiari. Tutto è raccontato in una narrazione continua e fluida, che non concede tregua e obbliga a restare incollati allo schermo.
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Come è stata girata: una coreografia perfetta
A rendere Adolescence un caso unico è la sua realizzazione tecnica. La regia di Philip Barantini e la fotografia di Matthew Lewis si fondano su un’impresa quasi impossibile: girare ogni episodio in un unico piano sequenza reale. Niente montaggi invisibili, niente tagli nascosti. Solo una macchina da presa che danza con attori e ambienti, seguendo una coreografia millimetrica. Il primo episodio inizia con una telecamera montata su un van, poi un operatore la sgancia e prosegue a mano grazie alla DJI Ronin 4D, passando dalla casa dei Miller a un’auto e infine a una stazione di polizia. Il tutto senza mai staccare le riprese.
Per garantire la fluidità, la camera veniva passata di mano tra gli operatori nei momenti di “fermo inquadratura”, con una precisione degna di una compagnia teatrale. L’episodio più ambizioso? Il secondo: ambientato in una scuola affollata da centinaia di studenti. Per mantenere la continuità, il team ha installato ricevitori video in ogni angolo e coordinato ogni movimento dietro le quinte. Invece il terzo episodio, ambientato in una stanza di interrogatorio, lavora sulle micro-variazioni emotive degli attori per muovere la camera, dimostrando che non serve correre per creare tensione.

La nostra recensione: un’opera intensa e coraggiosa
Adolescence è molto più di un esercizio di stile. È un viaggio crudo, emotivo e realistico nell’adolescenza contemporanea. L’assenza di montaggio non è un vezzo, ma un linguaggio: la continuità temporale amplifica l’impatto emotivo, obbliga a confrontarsi con ogni sguardo, ogni pausa, ogni reazione. La regia, pur rigorosa, non soffoca mai la spontaneità degli attori, lasciando emergere interpretazioni intense e verissime. Il rischio era enorme, ma il risultato è una delle serie più originali e potenti degli ultimi anni. Da vedere assolutamente – anche solo per capire fino a dove può spingersi il linguaggio televisivo oggi. Su Rotten Tomatoes il gradimento è pari addirittura al 99%.
Le info
- Titolo: Adolescence
- Genere: Drammatico
- Paese di produzione: Regno Unito
- Anno: 2025
- Durata: 6 episodi (50 minuti circa)
- Regia: Philip Barantini
- Fotografia: Matthew Lewis
- Cast principale: Elliot Edusah, Sophie Wilde, Michael Balogun
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