
Better Call Saul è la serie che ha ridefinito il concetto di prequel, affermandosi tra le più acclamate dell’ultimo decennio. Dal 2015 al 2022 ha raccontato l’ascesa – e la caduta – dell’avvocato più scaltro di Albuquerque, Saul Goodman, già amatissimo in Breaking Bad. Non è solo uno spin-off: è prequel, sequel e capolavoro autonomo, capace di incollare milioni di spettatori allo schermo. Trasmesse originariamente da AMC, le sei stagioni sono oggi disponibili su Netflix, pronte per essere scoperte o riviste dagli appassionati del genere.

Info su “Better Call Saul”, tutte le stagioni su Netflix
- Titolo originale: Better Call Saul
- Genere: Drammatico, Crime
- Paese di produzione: Stati Uniti
- Anni di produzione: 2015–2022
- Stagioni: 6
- Episodi: 63
- Ideatori: Vince Gilligan, Peter Gould
- Piattaforma: Netflix
- Cast principale: Bob Odenkirk, Rhea Seehorn, Jonathan Banks, Michael McKean, Giancarlo Esposito
Trama
Prima di diventare Saul Goodman, era Jimmy McGill: un avvocato idealista con un passato complicato e il talento per le scorciatoie. Better Call Saul racconta la sua trasformazione, ambientando la storia in un’epoca precedente a Breaking Bad, ma con incursioni nel futuro. Tra clienti disperati, truffe legali e conflitti familiari, Jimmy cerca di trovare il suo posto nel mondo, mentre scivola lentamente verso l’identità che lo renderà celebre. La serie intreccia casi giudiziari, operazioni criminali e drammi personali, esplorando il confine sottile tra legalità e sopravvivenza.

Il protagonista: Saul Goodman, tra ironia e tragedia
Bob Odenkirk, nato come comico e autore satirico, sorprende nel ruolo drammatico di Saul Goodman, uno dei personaggi più iconici del panorama televisivo contemporaneo. Dopo averlo conosciuto in Breaking Bad, qui lo seguiamo nel suo percorso originario, nei panni del più vulnerabile Jimmy McGill. Il primo episodio, in bianco e nero, ci mostra Saul sotto copertura, intento a vendere dolciumi in un centro commerciale: è solo l’inizio di un viaggio che attraversa sei stagioni, tra leggi, truffe e identità spezzate. Better Call Saul ci restituisce un personaggio pieno di contraddizioni, capace di ricordarci che tra bianco e nero esistono infinite sfumature di grigio.
I personaggi chiave: tra legami, conflitti e trasformazioni
Better Call Saul non racconta solo l’evoluzione di Jimmy McGill, ma costruisce attorno a lui un mondo di relazioni profonde e complesse. Accanto al protagonista troviamo Mike Ehrmantraut, ex poliziotto scettico e silenzioso, uomo d’azione con un inatteso codice morale. Poi c’è Chuck McGill, il fratello maggiore, brillante avvocato afflitto da una misteriosa sensibilità elettrica, che incarna l’antagonista perfetto, soprattutto nella terza stagione.

Il cuore emotivo della serie è però Kim Wexler, compagna di vita e di studio di Jimmy: è socia, alleata, a volte complice, a volte coscienza. Il loro rapporto è tra i più sfaccettati mai raccontati in una serie TV. Dalla quarta stagione in poi, vediamo Jimmy lasciare gradualmente spazio a Saul Goodman, figura più cinica e spregiudicata. Un’identità costruita come corazza, che tenta di soffocare l’umanità del Jimmy originario.
Il cast
Al centro della serie troviamo Bob Odenkirk nel ruolo di Jimmy McGill, alias Saul Goodman. Attore e comico con una lunga carriera alle spalle, Odenkirk ha trasformato un personaggio secondario di Breaking Bad in una figura centrale e profondamente umana, conquistando numerose nomination agli Emmy. Accanto a lui, Rhea Seehorn interpreta Kim Wexler, avvocata brillante e coscienza morale della serie, amata dal pubblico e infine riconosciuta anche dalla critica.
Jonathan Banks torna nei panni di Mike Ehrmantraut, ex poliziotto dal volto imperturbabile, ma dal codice morale ferreo. Il suo arco narrativo è uno dei più intensi della serie, e approfondisce ciò che Breaking Bad solo suggeriva. Michael McKean, nel ruolo di Chuck McGill, fratello di Jimmy, è un avversario intimo e tragico, la cui rivalità familiare alimenta molti dei conflitti centrali delle prime stagioni.
Un posto d’onore spetta a Giancarlo Esposito, che interpreta il glaciale e calcolatore Gus Fring. Better Call Saul arricchisce la sua figura, mostrandone l’ascesa, i rapporti con i cartelli e le prime alleanze strategiche. Esposito, ormai volto iconico della serialità contemporanea, è noto anche per The Mandalorian e The Boys, e recentemente è tornato su Netflix nella serie The Gentlemen, creata da Guy Ritchie, dove veste i panni dell’enigmatico Lester, un altro ruolo tra eleganza e minaccia.
Il legame con Breaking Bad
Better Call Saul nasce dopo la conclusione della fortunatissima Breaking Bad, che si è chiusa nel 2013 con la sua quinta stagione. Fin dalla sua ideazione, la serie è stata pensata come un progetto autonomo, ma profondamente connesso all’universo originale: non solo prequel, ma anche sequel in alcuni momenti chiave. La narrazione si intreccia costantemente con gli eventi di Breaking Bad, regalando nuove prospettive su ciò che i fan già conoscono.
Il legame non si esaurisce nella figura di Saul Goodman, già amatissimo dal pubblico per le sue apparizioni nella serie madre. Tornano anche Mike Ehrmantraut e Gus Fring (interpretato da Giancarlo Esposito), con archi narrativi che ampliano e approfondiscono i loro ruoli. Chi ha amato Breaking Bad si divertirà a scoprire riferimenti nascosti, connessioni sottili e piccoli “easter egg” disseminati nelle sei stagioni, che contribuiscono a rafforzare l’identità comune dei due titoli.
Con il suo stile più riflessivo e la costruzione psicologica minuziosa, Better Call Saul arricchisce ogni dettaglio dell’universo di Vince Gilligan. E quando le due linee temporali si fondono nelle stagioni finali, l’intero racconto assume un valore nuovo, chiudendo un cerchio narrativo che ha segnato un’epoca della televisione.
L’ultima stagione: un finale all’altezza della leggenda
La sesta e ultima stagione di Better Call Saul ha messo d’accordo pubblico e critica, consolidando la serie come uno dei massimi esempi di scrittura televisiva contemporanea. Con un tono più cupo e meditativo, la chiusura del racconto non cerca lo shock a tutti i costi, ma offre un epilogo coerente, emotivo e coraggioso, perfettamente in linea con l’identità della serie.
La critica ha lodato in particolare l’interpretazione di Bob Odenkirk, la regia attenta e l’intelligenza con cui la narrazione ha saputo chiudere il cerchio, senza cadere nel fan service. L’ultima stagione ha ricevuto oltre 50 nomination agli Emmy Awards, tra cui miglior regia e miglior sceneggiatura, conquistando il plauso definitivo anche da parte del pubblico.
Ambientata prima e dopo gli eventi di Breaking Bad, la serie segue il percorso di Jimmy McGill, piccolo avvocato difensore dall’animo caotico e idealista, che nel tempo si trasforma nel cinico e geniale Saul Goodman. Il racconto si muove tra trame legali, tensioni familiari, narcos e giochi di potere, costruendo una narrazione lenta, elegante e profondamente umana. Better Call Saul non vive all’ombra della serie madre: si prende il suo spazio, affonda nei dilemmi morali dei personaggi e conquista per la scrittura chirurgica e la qualità registica.
Better Call Saul: trailer della prima stagione
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