
Il thriller psicologico che sta riscuotendo su Netflix un successo enorme, forse insperato, accendendo un dibattito globale e stimolando riflessioni sociologiche, potrebbe non finire qui. Adolescence, la miniserie britannica che ha scosso il pubblico con la sua narrazione in piano sequenza e un realismo disarmante, potrebbe avere un seguito: il condizionale è d’obbligo, eppure a farlo intuire sono stati proprio i produttori — nonché protagonisti nei panni dei genitori — Stephen Graham e Hannah Walters nel corso di una lunga intervista con Alex Ritman per Variety.

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Cos’è la sottocultura “incel”
Stephen Graham, volto iconico del cinema britannico, ha ideato la serie insieme a Jack Thorne e l’ha prodotta con Hannah Walters, sua compagna anche nella vita reale. Nella serie sono i genitorie del ragazzo accusato dell’omicidio di una compagna di classe, come anticipato. Ogni episodio esplora i temi crudi e attualissimi del bullismo, del cyberbullismo e dell’oscura sottocultura incel che serpeggia tra i giovani. Fermiamoci un attimo: cosa si intende per subcultura incel?
È l’abbreviazione di involuntary celibate, cioè “celibe involontario”, una comunità online tossica formata principalmente da uomini eterosessuali che dichiarano di non riuscire ad avere relazioni sentimentali o sessuali con le donne, nonostante lo desiderino: uomini, spesso giovanissimi, che odiano le donne.

I numeri pazzeschi di Adolescence
“Onestamente, non ci aspettavamo una reazione del genere”, ha ammesso Hannah Walters nel corso dell’intervista. E i numeri parlano chiaro: Adolescence è la serie più vista su Netflix in 80 Paesi, compresi India, Arabia Saudita e Australia. Solo nei primi quattro giorni ha totalizzato 24,3 milioni di visualizzazioni, schizzate a 66,3 milioni in due settimane. In Gran Bretagna ha battuto ogni record di audience per una miniserie. Con un tale successo, la domanda è inevitabile: ci sarà Adolescence 2?
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Adolescence 2 si farà?
La domanda, inevitabilmente è stata posta dall’intervistatore. Stephen Graham ha risposto con un sorriso ironico: “Forse… vediamo come vanno i numeri”, e come detto le cifre sono già ben oltre le aspettative. Difatti, con tono più serio, ha poi integrato la risposta: “Sì, c’è la possibilità di sviluppare un’altra storia”. Walters però avverte: “Non è facile replicare un impatto del genere”. E mette fine alle speculazioni su un prequel: “Quello no, non succederà”. Anche se al momento non ci sono conferme ufficiali, è difficile immaginare che Netflix voglia rinunciare a un prodotto che non solo ha conquistato milioni di spettatori, ma ha anche generato una potente riflessione sociale. Adolescence era nata come una miniserie autoconclusiva, ma la suo eco mediatica potrebbe spingerla oltre.