
Sulla mia pelle, il film di Alessio Cremonini, è tornato a circolare su Netflix come uno dei titoli italiani più discussi del catalogo. È un’opera che rifiuta qualsiasi filtro consolatorio, scegliendo una messa in scena spoglia, cinica, chirurgica, che mette lo spettatore davanti alla tragedia reale di Stefano Cucchi senza attenuanti. L’atmosfera è secca, glaciale, costruita per mostrare l’assurdità di ciò che è accaduto attraverso dettagli minimi, corridoi anonimi e silenzi. Il nuovo interesse del pubblico nasce proprio da questa scelta radicale: un racconto che non spiega, non assolve e non addolcisce, lasciando emergere la gravità dei fatti e l’inerzia delle istituzioni. Sulla mia pelle rimane un film scomodo, che restituisce una vicenda tragica e insieme assurda senza cercare appigli emotivi facili [TRAILER in fondo].
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Sulla mia pelle – INFO
- Titolo originale: Sulla mia pelle
- Formato: Film
- Durata: 100 minuti
- Genere: Dramma, true-crime
- Paese: Italia
- Lingua originale: Italiano
- Regia: Alessio Cremonini
- Cast principale: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano
- Data di uscita su Netflix: Disponibile
Sulla mia pelle – Trama
Sulla mia pelle ricostruisce con estrema asciuttezza gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, giovane geometra romano arrestato per possesso di droga e morto durante la custodia dello Stato. Nessuna amplificazione drammatica, nessun commento esterno: solo la sequenza di passaggi istituzionali che trasformano una procedura ordinaria in un esito tragico e illogico, come se il meccanismo si inceppasse lentamente senza che nessuno intervenga.
La narrazione segue Stefano dalla caserma al tribunale, dagli ambulatori carcerari agli ospedali, mostrandone il corpo che si deteriora mentre attorno a lui prevalgono burocrazia, distacco, formule ripetute e vuoti di responsabilità. La famiglia, relegata ai margini, tenta di ottenere notizie chiare sul suo stato di salute, trovandosi di fronte a una catena di risposte vaghe, rinvii e silenzi.
L’atmosfera è quella di un dramma giudiziario che si consuma quasi in sordina: luci fredde, corridoi impersonali, dialoghi minimi. È proprio in questa normalità apparente che emerge l’elemento più disturbante del film: una tragedia che si compie senza clamore, per inerzia, mostrando quanto l’assurdo possa nascondersi dentro la routine delle procedure.
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Sulla mia pelle – Cast e personaggi
Alesssandro Borghi offre una delle interpretazioni più radicali della sua carriera. Il suo Stefano è un corpo che sembra consumarsi scena dopo scena: movimenti ridotti all’osso, voce spezzata, sguardo sempre più spento. Non cerca simpatia, non chiede pietà: restituisce la fisicità spoglia e sofferente di una vicenda che non ha nulla di spettacolare.
Jasmine Trinca, nei panni di Ilaria Cucchi, incarna la frustrazione e l’incredulità di una sorella che si scontra con un sistema impermeabile; il suo dolore è trattenuto, privo di esplosioni melodrammatiche. Max Tortora e Milvia Marigliano interpretano i genitori di Stefano con la stessa sobrietà: una coppia comune, travolta da una realtà che non riesce a decifrare fino in fondo.
Il resto del cast sostiene questa impostazione con interpretazioni controllate, essenziali, coerenti con l’idea di un film che vuole restare aderente ai fatti più che ai codici del dramma tradizionale. Non c’è mai ricerca di virtuosismi: tutto è costruito per mantenere la stessa linea asciutta e anti-spettacolare che guida la regia.
Sulla mia pelle – Recensione e critica
La critica ha accolto il film come un’opera “spietata nella sua semplicità”, “cruda fino all’essenziale”, “un racconto che mette a nudo l’assurdo senza commentarlo”. Particolarmente apprezzata la prova di Alessandro Borghi, considerata una delle interpretazioni più rigorose e fisicamente impegnative del recente cinema italiano. La sua presenza scenica, sempre più ridotta e fragile, diventa il principale veicolo emotivo del film.
L’atmosfera è costruita su corridoi anonimi, luci al neon, dialoghi brevi e spesso burocratici. Il film alterna momenti di osservazione quasi clinica e improvvisi slittamenti verso l’incomprensibile, facendo emergere temi come la responsabilità elusa, l’abbandono istituzionale, la fragilità dei diritti quando si entra in un ingranaggio più grande del singolo individuo. Niente enfasi, niente retorica: solo la crudezza dei fatti e la loro dimensione tragica e assurda.

Sulla mia pelle – Curiosità e dietro le quinte
La preparazione del film è stata guidata da un principio di rigore assoluto. Alessandro Borghi ha trasformato il proprio corpo per restituire con precisione la fragilità di Stefano Cucchi, mentre la sceneggiatura è stata costruita attingendo direttamente agli atti processuali e ai documenti disponibili, senza aggiungere elementi estranei. Le location sono state ricreate con un’estetica essenziale, pensata per riprodurre la freddezza degli ambienti istituzionali. La presentazione a Venezia ha confermato la natura asciutta e non retorica di un’opera che vuole lasciare parlare i fatti.
Sulla mia pelle – È ispirato a una storia vera?
Sì. Sulla mia pelle racconta una vicenda reale e documentata: la morte di Stefano Cucchi nel 2009, in seguito all’arresto e alla permanenza in custodia. Il film segue fedelmente atti, testimonianze e ricostruzioni processuali, evitando di introdurre elementi romanzati o personaggi di pura finzione ► Guarda su Netflix

