
Il Mostro è la serie che tutti guardano, commentano e discutono. Anche adesso: infatti, le recentissime, e un po’ inquietanti, rivelazioni di una suora hanno riaperto un caso che, al netto delle risultanze processuali, forse non si è mai chiuso. Ecco perché torna d’attualità questa titolo che mette in scena la nostra storia più oscura con un’intensità rara.

La nuova miniserie in 4 episodi diretta da Stefano Sollima e creata insieme a Leonardo Fasoli, già firma di capolavori del genere crime, come le serie Tv Gomorra, Romanzo criminale eZeroZeroZero. L’hashtag #IlMostroDiFirenze è esploso sui social e numerosi utenti denunciano di aver iniziato a vederla “tutta d’un fiato”. Una pagina di cronaca nerissima, i cui primi quattro episodi sono stati presentati – in anteprima e fuori concorso – allaMostra del Cinema di Venezia, con ottimi riscontri. [TRAILER in fondo]
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- Titolo: Il Mostro
- Paese: Italia
- Lingua originale: Italiano
- Formato: Miniserie – 4 episodi
- Genere: True crime, thriller psicologico, dramma
- Ispirazione: Il caso del Mostro di Firenze, uno dei più lunghi e irrisolti della cronaca nera italiana
- Regia: Stefano Sollima (Romanzo criminale, Gomorra, Suburra, ZeroZeroZero)
- Creata da: Stefano Sollima e Leonardo Fasoli
- Produzione: The Apartment (Fremantle) e AlterEgo
- Cast principale: Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Giordano Mannu, Antonio Tintis
- Produttori: Lorenzo Mieli, Stefano Sollima, Gina Gardini
Nuovi documenti e rivelazioni scottanti
Un documento inedito del 1974 è emerso grazie alla testimonianza di una suora vicina a Pietro Pacciani: contiene otto nomi che sarebbero collegati a una presunta “squadra della morte”. Secondo la donna, Pacciani sarebbe stato solo un incidente di percorso e non il vero artefice dei delitti, ma il foglio non costituisce prova giudiziaria e serve a sollevare nuove domande sulle indagini storiche, come puntualizza, tra gli altri, Il Messaggero. In particolare, i nomi che si leggono nel foglio – tra cui quelli del medico morto apparentemente suicida Francesco Narducci, del farmacista (assolto da ogni accusa) Calamandrei e del controverso fondatore de Il Forteto, Rodolfo Fiesoli – sembrano avvalorare la pista forse più suggestiva, quanto quella oggettivamente meno esplorata, ovvero la presenza e l’attività, fra Toscana e Umbria, di una potentissima setta esoterica composta da personaggi di altissimo profilo.
Un enigma irrisolto
Il debutto della serie coincide simbolicamente con il decimo anniversario dell’arrivo di Netflix in Italia, e si presenta come un vero evento perappassionati di true crime, thriller psicologici e storie vere che sfidano la memoria collettiva. Come tutti sanno, purtroppo, stiamo parlando di una storia vera: l’incubo che ha segnato l’Italiatra il 1968 e il 1985: otto duplici omicidi, sempre ai danni di giovani coppie appartate nelle campagne attorno a Firenze, tutti compiuti con una Beretta calibro 22. Un serial killer dunque, Un’indagine lunga decenni, piena di depistaggi, colpevoli designati e presunti mostri.

Ma chi era davvero il Mostro di Firenze? Sollima non dà risposte facili. Al contrario, costruisce una narrazione corale, inquieta, ambigua, in cui il punto di vista si sposta continuamente. I “mostri” raccontati sono i sospettati, le vittime, gli inquirenti. Perché, come suggerisce la sinossi,il Mostro potrebbe essere chiunque. E forse è proprio questo il dettaglio più disturbante.
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Perché Il Mostro di Stefano Sollima piace tanto
Il pubblico lo apprezza perché combina l’efficacia visiva di un thriller con la profondità di un atto di memoria collettiva. Il Mostro non è solo un crime-drama: è una dissezione del terrore collettivo, un racconto che risale alla carne viva di una vicenda irrisolta — il caso del Mostro di Firenze. Il tono è cupo, rigoroso, privo di sensazionalismo facile: Sollima e lo sceneggiatore Leonardo Fasoli scelgono un registro sobrio e ossessivo. Il tema è noto: otto duplici omicidi, diciassette anni di terrore, un arma (una Beretta calibro 22) che torna come filo rosso.

Ma ciò che cattura è la loro scelta narrativa: non mostrare solo “il killer”, ma indagare i mostri possibili, gli inquieti sospettati, le piste sarde e le ambiguità giudiziarie. Il pubblico lo apprezza perché combina l’efficacia visiva di un thriller con la profondità di un atto di memoria collettiva. Se amate titoli come Mindhunter o Narcos ma cercate un’autentica produzione italiana, Il Mostro risponde pienamente.

Il cast e la produzione
Prodotta da The Apartment (gruppo Fremantle) e AlterEgo, con la supervisione di Lorenzo Mieli, la serie si inserisce nella migliore tradizione crime europea, ma con una voce tutta italiana. Il cast, composto da Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Antonio Tintis e Giordano Mannu, punta su volti nuovi e intensi, capaci di restituire l’umanità smarrita in un contesto di violenza e ambiguità.

Sollima torna a raccontare il lato più oscuro della società italiana, con uno stile asciutto, cinematografico, ipnotico. Il Mostro è già una delle serie italiane più ambiziose e discusse degli ultimi anni.
La nostra recensione
I quattro episodi de Il Mostro mostrano una serie ambiziosa, tecnicamente curata e capace di aggiungere nuovi tasselli al mito inquietante del Mostro di Firenze. La serie va elogiata per la cura nei dettagli (costumi, ambientazioni, scenografie), per come restituisce l’Italia degli anni di quei delitti: paesaggi sociali, estetici e culturali. Movieplayer definisce “splendidamente ricostruita” la parte ambientale.

La decisione di non puntare subito sui nomi più noti, ma scavare nelle piste meno esplorate, unita a una forte attenzione alla dimensione emotiva e sociale del caso, fanno pensare a un prodotto che osa – e che può lasciare il segno. Tuttavia, la violenza rappresentata e la mancanza di una verità esplicita potrebbero dividere il pubblico: chi cerca risposte, forse, dovrà accettare che la serie dà più domande che soluzioni.

Le indagini
Sin dal 1968, il caso del Mostro di Firenze si è intrecciato in una fitta rete di indagini su diverse piste: dai presunti “compagni di merende” – Mario Vanni e Giancarlo Lotti, condannati per alcuni duplici omicidi – alla figura ambigua di Pietro Pacciani, fino alla controversa pista esoterica che ha coinvolto ambienti elitari dediti a culti misterici, da realizzare attraverso i famigerati “feticci” asportati dal/dai killer. Negli ultimi decenni, si è poi focalizzata l’attenzione sulla cosiddetta “pista sarda”, con sospetti che cadevano sui fratelli Vinci, calati dall’entroterra sardo nel 1982 .

La svolta più recente – notizia filtrata solo il 20 luglio – ha riguardato l’analisi del DNA sul piccolo Natalino, unico sopravvissuto al tragico duplice omicidio del 1968: esami genetici hanno definitivamente accertato cheil padre biologico non è Stefano Mele, inizialmente condannato per quel delitto, bensì Giovanni Vinci, fratello di Francesco e Salvatore, mai indagato prima d’ora. E, come abbiamo già scritto, ora le scottanti rivelazioni della suora vicina a Pietro Pacciani aprono un nuovo capitolo.
Quando guardare Il Mostro su Netflix
La miniserie è disponibile su Netflix in Italia dal 22 ottobre 2025 ► GUARDA SU NETFLIX

