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Fenomeno “Jung_E”. Tutto sulla science fiction coreana, tra azione e introspezione

03/02/2023 23:41 - Ultimo aggiornamento 13/05/2024 22:44

Jung_E, l’atteso film coreano sbarca su Netflix e polverizza subito tutti i record. Se amate il brivido e le storie di fantascienza ambientate in un futuro distopico, già dal venerdì 20 gennaio la piattaforma ha rilasciato il film che fa per voi. Tecnicamente tali produzioni, sia serie che film, sono definite “Sci-Fi”, che sta per “fiction di fantascienza”. La particolarità di questo film sud-coreano risiede nel fatto che, pur esplorando un universo immaginifico, pone molta attenzione ai rapporti umani, ad esempio alla relazione madre-figlia. In soli tre giorni da quando è apparso sulla piattaforma Netflix, Jung_E è balzato al secondo posto tra i film più visti. Il regista sud coreano Yeon Sang-ho è già noto ai più, principalmente per Train to Busan (2016) e Peninsula (2020). Le due pellicole, legate tra loro, narrano della epidemia causata da un virus che trasforma le persone in zombies. Il regista è un maestro del genere e, sempre per Netflix, ha sviluppato già nel 2021 la serie Hellbound, un successo di critica e pubblico che ha già portato alla conferma di una futura seconda stagione.
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“Jung_E”, la scheda

• Anno: 2023
• Genere: Science fiction
• Lingua originale: coreano
• Regia: Yeon Sang-ho
• Durata: 99 minuti
• Cast: Kim Hyun-joo, Kang Soo-youn, Ryu Kyung-soo

Il trailer di “Jung_E”

La trama di “Jung_E”

Siamo nel 2194. La Terra è stata devastata da drastici cambiamenti climatici e l’umanità è migrata verso nuovi rifugi nello spazio, dove da decenni è in corso una guerra civile. la civiltà umana ha creato 80 rifugi tra la Terra e i piani orbitali della Luna. Una volta completato l’insediamento, alcuni di questi rifugi – i numeri 8, 12 e 13 – hanno scelto la via della ribellione, slegandosi dunque dal sistema e reclamando la propria indipendenza sotto il nome di Repubblica Adriana, che comincia ad attaccare sia la Terra che i rifugi, dando vita a una guerra ultradecennale. Yun Jung-yi, la protagonsita interpretata da Kim Hyun-joo, dopo una missione fallita è ridotta in stato vegetativo e Kronoid, società che sviluppa forme di intelligenza artificiale ad uso militare, ne vuole clonare il cervello, per impiantarlo in un robot da combattimento. Trentacinque anni dopo, Yun Seo-hyun, interpretata da Kang Soo-youn (l’attrice è scomparsa lo scorso anno, poco dopo il termine delle riprese di Kung_E), che è la figlia di Jung-yi, sarà proprio la direttrice della ricerca per il progetto Jung_E. (Continua a leggere dopo la foto)

Jung_E film coreano netflix

I punti di forza e di debolezza di “Jung_E”

L’idea di usare la memoria della madre, in stato comatoso, per creare una serie di cloni cibernetici e dare, così, vita al prototipo del soldato perfetto è intrigante, per quanto non originalissima. Si pensi a Robocop. Tuttavia, il fatto che sia Yun Seo, la figlia, a sperimentare questa tecnica introduce un grado di introspezone psicologica notevole, e i ripetuti fallimenti delle diverse simulazioni portano la direttrice del progetto al traumatico ripetersi dell’esperienza di perdita della madre: quelli, per la scienziata non rappresentano esclusivamente dei cloni, ma tutto ciò che rimane della madre che ha perduto. Non si tratta solo della classica realtà distopica e post-apocalittica di dozzine di film di fantascienza. Questi rappresentano certamente dei pregi della pellicola coreana, che disegna una umanità disumanizzata e priva di empatia, dominata dalla tecnologia e, inserobilmente, materialistica. Se vogliamo trovare dei difetti, invce, essi risiedono essenzialmente nell’idea di partenza, che – come abbiamo già scritto – non è proprio originale, e in un continuo ammiccare ad uno stile da kolossal hollywoodiano. Dunque, nonostante tutta la tensione, gli effetti speciali e la scenografia futurista, a un pubblico affezionato alla fantascienza Jung_E potrebbe apparire, non diciamo certo monotono, ma un tantino prevedibile, questo sì. (Continua a leggere dopo la foto)

Il momento d’oro della Corea del Sud, da Squid Game al fenomeno del K-pop

Tutto è partito con Squid Game, la serie televisiva, scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk, distribuita in tutto il mondo sulla piattaforma Netflix a partire dal 17 settembre 2021. I nove episodi della serie raccontano le peripezie di 456 persone che rischiano la vita in un mortale gioco di sopravvivenza, che ha in palio 45,6 miliardi di won (pari a circa 33 milioni di euro). Netflix, intuendone il potenziale, ne acquistò i diritti in modo da espandere le offerte di intrattenimento provenienti da Paesi esteri – e conquistare una ulteriore fetta di mercato. Il 12 giugno 2022 Netflix, con un post su Twitter, ha annunciato di aver ufficialmente rinnovato la serie. Squid Game ha registrato ben 111 milioni di visualizzazioni dopo soli 28 giorni dal suo debutto sulla piattaforma, confermandosi come il più grande esordio tra le serie originali Netflix e battendo il record storico degli 82 milioni di Bridgerton. Anche nel mondo musicale, gli artisti sudcoreani hanno saputo affermarsi, balzando all’attenzione degli addetti ai lavori che, non a caso, parlano di “K-Pop” (Korean pop). Dapprima una controcultura underground diffusa nel Paese asiatico, poi un vero fenomeno di massa. Unito alla tradizione musicale sudcoreana, il K-Pop risente di influssi eterogenei: pop occidentale, rock, musica sperimentale, jazz, gospel, latino, hip hop, R & B, reggae, dance elettronica, folk, country, classica e giapponese. Nel 2012 spopolava Gangnam Style, del rapper PSY; oggi, tra i più giovani, vanno per la maggiore le girl bands, gruppi come BlackPink, Red Velvet e Mamamoo.

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FONTI

Netflix, IMDb, Corriere della sera